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-Hoseokie, balla con me.

La donna dai lunghi capelli corvini gli afferrò le piccole mani, avvolgendole nelle sue come dei preziosi petali chiusi attorno al cuore di un fiore. Gli occhi del bambino caddero sul sorriso avvolgente che vi era su quel viso così armonioso.

-Bravo Hoseokie. Balla con me.

La donna lo fece volteggiare insieme a lei, lasciando che i loro piedi li portassero in un girotondo infinito, di cui le loro mani allacciate erano il perno. Il bambino sentiva la testa girare buffamente, trasmettendogli una bizzarra euforia che lo portò a ridacchiare con la sua acuta vocina. Il vestito usurato di sua madre volteggiava intorno al suo corpo come la vela di una magica barca, mentre la sua treccia catturava la luce del sole a causa del piccolo fermaglio ornato da due graziosi fiori azzurri alla sua estremità.

Sua madre era la donna più bella di Choson. Nessuno lo avrebbe mai convinto del contrario. E sua madre era anche la ballerina più leggiadra che avesse mai visto.

-Fammi vedere, Hoseokie. Fammi vedere come balli- esclamò ad un certo punto, lasciando le sue piccole mani.

Il piccolo sollevò gli occhi confusi sulla donna, sentendo il corpo freddo e incerto dopo essere stato abbandonato dal confortante tocco di lei. La sua espressione doveva essere in qualche modo ilare, perché le sue orecchie percepirono diverse risate cariche di dolcezza.

-Sì, facci vedere Hoseokie!

Le donne intorno a lui lo incoraggiarono con larghi sorrisi e occhi scintillanti, alcune iniziando a battere le mani sostituendo il suono dei tamburi. La voce di sua madre, a quel punto, intonò una melodia ripetitiva ma vivace, una che il piccolo aveva sentito diverse volte durante le feste in cui lei si esibiva.

Timidamente, il piccolo iniziò a girare su se stesso, chiudendo gli occhi per non vedere gli sguardi curiosi che lo osservavano. Cercava di ricordare come si muoveva lei, quando con grazia volteggiava sul posto e sfoggiava ventagli con lunghe code di seta. Hoseok non sapeva ballare in altro modo, perciò iniziò a replicare quei movimenti che aveva visto così tante volte. Ancora con le palpebre serrate, sentì i sospiri deliziati delle donne che lo circondavano mentre il battito di mani si faceva sempre più incalzante.

Il bambino seguì il ritmo dei tamburi invisibili, lasciò che la voce melodiosa muovesse i suoi arti mentre nella sua testa immaginava i flauti diventare sempre più acuti. Hoseok si fermò solo quando si accorse che il battito era cessato e che la voce si era silenziata, lasciando il posto ad un allegro scroscio di applausi.

-Il nostro Hoseokie ha un futuro- affermò una delle ballerine.

Sua madre annuì con fierezza, mantenendo gli occhi sul piccolo che la guardava con timidezza e con mani conserte.

-Vuoi diventare come la mamma, Hoseokie? Vuoi ballare anche tu?

Il bambino scosse impetuosamente il capo in un assenso assai convinto, strappando una risata alla donna.

-Allora la mamma ti insegnerà a ballare. Diventerai l'artista più richiesto di tutta Choson, il mio piccolo Hoseokie!

Lui batté le mani impaziente, guardando la madre con aspettazione.

-Ara... vuoi davvero questo per lui?

Una voce sterile, contenente una punta di malinconia, strappò i due dal bozzolo di calore in cui erano rinchiusi. Sua madre si girò verso la donna che aveva parlato. Soyon, la più anziana della compagnia, li fissava con occhi socchiusi mentre rimaneva seduta contro il muro della sordida strada in cui risiedevano in quel periodo.

Il principe del calmo mattino (M.YG)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora