XLI

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"Perché ci tengo a te" sarebbe stato più corretto.

"Perché credo di essermi innamorato di te" avrebbe centrato completamente il bersaglio. Ma le parole che erano sfuggite dalle sue labbra erano già troppo. Erano già più di quanto avesse ammesso a se stesso. Infatti, senza aggiungere altro, si era voltato e aveva ripreso a marciare verso la taverna, lanciando una breve occhiata alla sua guardia che andava a sedersi contro il fianco del carro, la fedele spada nuovamente legata alla cinta.

Una volta rientrato nella stanza carente di luce e carica di persone, non gli ci volle molto per ritrovare con lo sguardo il volto allegro di Taehyung, intento a sostenere una conversazione con Seokjin.

Diamine, anche vestito come un popolano, i suoi lineamenti e il suo largo sorriso risaltavano in quella stanza come oro in un letto di carbone. La sua intera persona era così ricca di fascino che attirava avidamente gli sguardi degli osservatori senza nemmeno provarci. Yoongi raggiunse il loro tavolo in un batter d'occhio e, non appena si sedette, fissò il proprio sguardo ferreo in quello ansioso del cugino, che aveva immediatamente cessato di parlare. Il cuoco, saltando dalla figura del principe a quella del ragazzo, infine, si sollevò con uno sbuffo.

-Credo che ne approfitterò per fare un giro e comprare qualche ingrediente, già che siamo nella capitale. Ma non vi preoccupate per me, mal che vada potrete venire a cercarmi se non sono tornato entro il tramonto.

Yoongi non si mosse di un soffio e non rispose al sarcasmo dell'uomo, ma Taehyung si sciolse dal suo sguardo insistente per salutarlo e guardarlo andare via. Quando, però, riportò gli occhi sul cugino, abbassò velocemente il capo con una punta di vergogna.

Il principe lo osservò. Infine, trasse un sospiro stanco.

-Tua madre metterà a ferro e fuoco la città pur di trovarti.

Taehyung sollevò lo sguardo, esitante.

-È possibile. Le ho lasciato una lettera dove le ho scritto di non cercarmi ma non credo che ne terrà conto.

Yoongi mantenne gli occhi sul ragazzo, contemplando più da vicino i suoi tratti così familiari. I lunghi capelli scuri erano avvolti in una crocchia fissata sulla cima della sua testa, ma questo non distoglieva l'attenzione dalle curve gentili del suo volto.

-Stava iniziando i preparativi per il mio matrimonio. La figlia di un Park, a quanto pare.

Il principe fece schioccare la lingua in segno di sdegno. Ovviamente, quella donna non aspettava altro che organizzare un'unione politicamente vantaggiosa che assicurasse ancora di più la sua posizione.

-Diana-ssi mi ha detto che hai ricevuto le mie lettere.

Yoongi tornò a guardare il volto del cugino, ma questo era leggermente abbassato e pareva, dal modo nervoso in cui si mordeva il labbro inferiore, che fosse in imbarazzo. Il signore trasse un respiro e alzò appena gli angoli della bocca.

-Anche i tuoi disegni. Alcuni li ho fatti appendere alle pareti.

Taehyung sollevò lo sguardo su di lui con una piega sorpresa nelle sopracciglia, strappandogli un principio di sorriso. Poi, però, il ragazzo abbassò nuovamente il capo, come se qualcosa gli fosse tornato alla mente riportandolo nel suo stato di imbarazzo.

-Hyung... non... non sei arrabbiato?

Yoongi piegò lievemente la testa.

-Perché sei scappato di casa per venire da me?

Il cugino si morse nuovamente il labbro, annuendo freneticamente.

-A dire la verità, ci hai alleggerito il lavoro. Avevamo intenzione di portarti via comunque, io e Namjoon.

Il principe del calmo mattino (M.YG)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora