I raggi del sole mattutino furono indulgenti con lei. Le attraversarono le palpebre con gentilezza, diffondendo una luce chiara ma non irruente, accarezzandola dolcemente mentre la trascinavano via dal torpore del sonno. Era come se anche loro non volessero far cessare il piacevole calore che si era diffuso nel suo cuore e nel suo corpo. In quel mondo sospeso a metà tra sogno e veglia, Diana non era sicura di quanto di ciò che ricordava fosse effettivamente accaduto nella realtà.
Vedeva occhi scuri inondati di lacrime, timidi e paurosi sguardi, una cicatrice sotto ai suoi polpastrelli e labbra. Poi, una distesa di pelle bianca come la luna e capelli neri che le sfioravano le guance ad ogni contatto dei loro visi. Carezze scambiate alla luce di pudiche candele, mentre lui esplorava le pianure e le colline del suo corpo. Delle braccia che la avvolgevano in una maniera in cui nessuno aveva fatto prima di allora.
Quando le palpebre della giovane, però, sfarfallarono fino ad aprirsi, iniziò a recuperare anche la capacità di sentire il torso asciutto sotto alle sue mani.
Non era stato un sogno?
La ragazza richiuse gli occhi, strofinandoseli appena per cancellare le immagini residue che vi erano rimaste attaccate. E quando li aprì, dovette riconoscere il braccio avvolto alla sua vita che la teneva vicina a un corpo tonico e l'altro posto sotto alla sua testa come un cuscino. Il suo sguardo rimbalzò sul volto pallido placidamente addormentato, un'espressione serena, quasi ignara, dipinta nella piega delle sopracciglia e nell'adorabile broncio delle labbra.
Le ciocche scure dei capelli corti ricadevano sull'occhio attraversato dalla cicatrice come pennellate in una composizione calligrafica. Le sue dita, allora, le raggiunsero, spazzandole via dal suo volto affinché potesse goderne la visione fino all'ultimo. Aveva appena fatto in tempo a sfiorare la pelle lattea, però, che una mano afferrò la sua, portandola vicino alle labbra imbronciate.
Con gli occhi ancora serrati, Yoongi lasciò un leggero bacio sui suoi polpastrelli, mantenendo la stretta anche dopo aver riposto il braccio sul materasso. Diana, allora, sorrise fra sé.
-Buongiorno.
Un mugolio basso e lamentoso emerse dalla gola del giovane, che corrugò appena le sopracciglia come a manifestare il suo dissenso. Il sorriso di Diana si fece ancora più ampio sul suo volto mentre si avvicinava alla figura addormentata e lasciava un timido bacio sulle labbra imbronciate.
-Buongiorno- ripetè, trattenendo la risata euforica che scoppiettava nel suo petto.
La piega contrariata delle sopracciglia di lui, però, sembrò farsi più profonda e in un batter d'occhio la giovane si ritrovò circondata dalle sue braccia, che la avvolsero in una stretta protettiva e la avvicinarono ancora di più a lui.
-È presto, torna a dormire.
Questa volta, non riuscì a trattenere la risata dalla sua bocca mentre si allontanava appena dal petto di lui per rimirarne il volto.
-Dovete organizzare un colpo di stato, è anche troppo tardi- replicò lei con una vena di giocosa ironia intessuta nella voce.
-Ssssshhhh...- sibilò Yoongi, affondando il viso nei suoi boccoli dorati - ... i colpi di stato si organizzano a mente riposata.
Diana scosse appena il capo con rassegnazione, un sorriso ancora dipinto sulle labbra mentre si sollevava sulle braccia, divincolandosi dalla sua stretta nonostante i mugolii di dissenso.
-Orsù, non fate il bambino adesso, altrimenti non avrete altro da me oggi- concluse infine con tono scherzosamente minaccioso.
Lui, finalmente, sembrò decidersi ad aprire gli occhi. La guardò per qualche secondo, sbattendo le palpebre senza mai lasciare il suo viso.
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Il principe del calmo mattino (M.YG)
Fiksi PenggemarChoson, 1503 La condizione di principe esiliato aveva portato Yoongi a fidarsi unicamente delle persone che vivevano sotto al suo tetto. La cosa, però, in fondo non gli dispiaceva. Erano pochi quelli che tollerava e ancora meno quelli a cui concedev...