XXVI

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Diana aveva l'impressione che il suo corpo fosse diventato una statua di marmo. Le sue membra erano rigide e pesanti, congelate eppure tremanti.

Per quanto tentasse di concentrarsi sul pennello nella sua mano e sull'inchiostro che fluiva fra le sue setole, non poteva fare a meno di far cadere lo sguardo sulle dita affusolate che avvolgevano accuratamente le proprie. La sua mente era come le mura di un castello sotto assedio. Il calore del petto appena accostato alla sua schiena, non abbastanza da pesare su di lei ma vicino quel tanto da farle percepire la sua presenza era come catapulte che lanciavano dardi infuocati sulla sua fragile città. Il respiro che sbatteva sul suo collo era una pioggia di frecce che la punzecchiava impietosamente, provocando fastidiosi brividi sulla sua pelle. Poteva anche sentire i suoi lunghi capelli corvini sfiorare il suo viso, solleticandole la guancia.

-Rilassa le braccia e respira lentamente.

Come ci sarebbe riuscita? La sua bocca era così vicina al suo orecchio che la sua voce, da un docile focolare, si era trasformata in un violento incendio, così caldo e impetuoso da poter incenerire ogni parte del suo corpo. Il suo tono basso e crepitante le pareva emettere realmente il calore del fuoco, tanto che temeva quasi che il profilo del suo viso si sarebbe inesorabilmente sciolto.

Come avrebbe potuto rilassarsi in una situazione del genere? A malapena riusciva a trarre respiri regolari senza lasciare trapelare in modo troppo palese il tremore del suo petto.

E nonostante ciò, ci provò. Ci provò davvero. Tentò di sciogliere la rigidità nel suo braccio, lasciando che si appoggiasse dolcemente a quello di lui, e trasse un'inspirazione più profonda, anche se il risultato fu che la sua testa prese a girare ancora più vorticosamente.

-La calligrafia è diversa dalla normale scrittura. È una forma d'arte. E come tale richiede una connessione più intima fra l'opera e l'artista.

Gli occhi di Diana sfarfallarono come ali di libellula. Aveva compreso poche parole di ciò che il principe aveva detto e di queste le uniche che erano rimaste aggrappate alla sua mente erano state "connessione più intima".

-Non scriverai solo con la tua mano. Il processo dovrà coinvolgere il tuo intero corpo, a partire dal respiro. Da esso, partirà il flusso di energia che trasporterà tutte le tue membra.

C'era qualcosa di misteriosamente poetico nel modo in cui il giovane pronunciava parole come "flusso" e "coinvolgere". Diana provò a concentrarsi sul contenuto della frase che aveva pronunciato, benché la sua mente venisse costantemente distratta dai numerosi attacchi a cui era sottoposta.

Era normale che si sentisse così nervosa? Era forse perché era il primo uomo ad avvicinarsi a lei a quel modo?

No. Diana non aveva alcuna esperienza nel campo, benché diversi giovani avessero provato ad avanzare corteggiamenti nei suoi confronti. Nonostante ciò, capiva che quel misterioso essere che le solleticava la pancia e le alleggeriva la testa, che le faceva accaldare le guance e che le riempiva la mente di futili pensieri era quello di cui la sua balia parlava sin da quando era piccola.

L'attrazione tra un uomo e una donna. Quella cosa che vedeva nelle guance purpuree delle giovani figlie dei pescatori che venivano prese per la vita dai loro amati per essere condotte in una danza tutta loro. Quella che non aveva mai visto negli occhi dei suoi genitori, posti assieme in un matrimonio atto ad elevare il prestigio della famiglia. Quella che pensava non avrebbe mai provato, per nessuno.

Diana doveva ricordare il suo posto. Doveva ricordare chi era in quel momento. Eppure, tenersi stretta alla realtà diventava sempre più difficile, come se la corda che reggeva l'ancora della sua nave si stesse lentamente consumando.

Il principe del calmo mattino (M.YG)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora