Capitalo 44

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Inizio a sentire dei dolori al petto. Mi sento cosi stupida dato che potrebbero essere provocati dalle ansia che ho causato io stessa. Penso che potrebbe essere un infarto o un problema respiratorio, o forse asma.
Inizio a respirare affannosamente e gli occhi mi si riempiono di lacrime. Tutto ciò nel giro di pochi secondi.
-Tanto per cominciare, buongiorno a tutti! -
La voce di Berlino scatena in me un misto di familiaritá e vuoto di stomaco.
-io sono la persona al comando. Per prima cosa voglio porgervi le mie scuse, certo non è un bel modo per finire la settimana-
dice rimanendo serio. Denver sta chiedendo i pin ritirando i cellulari. Che cazzo faccio. L'ansia aumenta non riesco più ad ascoltare cosa dice Berlino. -Da ora siete miei ostaggi- è l'ultima frase che sento prima di dare il mio telefono a Denver
-Pin?!-
Io scuoto la testa dicendo di non averlo
-Nome? - io affanno il respiro
-Juana Ferrès- per un attimo mi si ferma il cuore. Poi mi ricordo che loro non conoscono il mio vero nome vero non sanno che il mio cognome è effettivamente fèrres.
Mi sento svenire.
-Dovete mantere la calma, se vi comporterete bene non vi succederà nulla-
credo di sentire questa frase detta da Berlino non ne sono sicura
-Di quanto sei? - chiede ad una donna incinta credo. Cerco di tranquillizzarmi sento qualcuno avvicinarsi. Ho paura che si accorgano di me dato che la mascherina copre solo gli occhi. -Hey.. - la voce profonda di Berlino aumenta il mio battito cardiaco esageratamente. -Dammi le mani- lentamente stringo le mie mani con le sue.
-come ti chiami? - io aumento il respiro fingendo di non sentire la domanda. Lui non dice altro. Mi porta in avanti.
-Senti le mie mani? - fa una pausa ed io annuisco leggermente - sono le mani di un mostro? - io ingoio rispondendo con un no secco -certo perché non sono un mostro. - mi sento svenire, mi gira la testa.
-So perfettamente come ti senti- ad un certo punto sento tutto ovattato -Berlino aspetta- sussurro io senza pensare a nulla. Non riesco a respirare. -Tokyo! Portala nel mio ufficio, ha bisogno di rilassarsi un pó- sento dei passi avvicinarsi a me.
Una mano mi afferrato il braccio e mi aiuta a camminare. Non riesco a reggermi in piedi

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