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➹Chapter 4: Are you fucking kidding me?

"Non ci credo."

I due si guardarono e sussultarono a vicenda, Han era come imbambolato mentre fissava la figura del moro davanti a lui, avevano la stessa espressione scioccata.

"Han Jisung." soffió il maggiore.

Il biondo poggiò la tazza sul davanzale e gli rivolse un'occhiataccia.

"Lee Minho." sputò acido fissando l'altro con sguardo neutro.

Rimasero in silenzio, a fissarsi, per diversi minuti.
Nessuno dei due aveva intenzione di aprir bocca, dopotutto era da un sacco d'anni che non si parlavano, più precisamente da quando è successo quel che è successo a Quantico, poi non avevano mai avuto modo di ricontattarsi.
Jisung non voleva farlo, non aveva mai avuto l'intenzione di ricontattarlo, ne aveva passate anche troppe a causa dello stronzo che aveva davanti in quel momento.

"Dopo tutti questi anni non avrei mai immaginato di rivederti di nuovo, Han Jisung." esordí il più grande sfoggiando uno dei suoi soliti sorrisetti.

"Io invece avrei preferito non vederti completamente, Lee Minho."

Jisung sperava di essere almeno un pizzico minaccioso nei confronti del più grande, ma si innvervosí quando Minho, alla sua affermazione, scoppiò a ridere.

"Wow, noto che l'acidità non ti manca mai, sai una bella scopata non ti farebbe male di tanto in tanto." lo provocò nuovamente il moro mantenendo quel sorrisetto arrogante.

Jisung strinse con forza il manico della tazza e ci volle tutto l'autocontrollo di questo mondo per non prenderla e spaccargliela in testa con un solo movimento.

"Tu di scopate ne hai fatte e anche un bel pò."

Minho si sorprese a quella risposta, certo sapeva che Han era uno di quei ragazzi che tirava fuori gli artigli con poco, lo conosceva.
Era una delle sue migliori qualità.

"Si dia il caso che quella sia la mia tazza."

Han si innervosí ancora di più quando Minho scelse di ignorare la sua risposta e quando il maggiore indicò la tazza rossa accanto a lui incrociò le braccia al petto.

"Si dia il caso infatti, che sia la più brutta."
Gli rispose Han nuovamente.

Minho sogghignò, guardò prima il biondo e poi la tazza, con uno scatto si avvicinò a lui e abbassò la testa fin ad arrivare all'orecchio del minore.

"Tesoro, se fosse così brutta non la terresti in mano, non credi?" sussurrò Minho, notando poi le guance dell'altro diventare rosse.

Han diede uno spintone a Minho per farlo allontanare, gli rivolse uno sguardo di fuoco e uscì dalla stanza sbattendo quasi la porta.

Stronzo, stronzo, stronzo!

Il minore strinse i pugni così forte da far diventare le nocche bianche e si chiuse in uno dei bagni emettendo dei respiri profondi.
Doveva calmarsi.

Non riusciva a capire come facesse Minho ad avere quella faccia così sfacciata dopo tutto quel che gli aveva fatto passare, non aveva un briciolo di senso di colpa nei suoi confronti?
Evidentemente no.

Han provava solo odio nei suoi confronti, ma odiava anche se stesso per aver pensato di essere qualcuno di speciale per la persona più arrogante di tutta Gimpo, anzi, di tutta la Corea del Sud.

"Voglio solo che sparisca, perché non può accadere?" sussurrò a sé stesso.

Subito dopo qualcuno bussó alla sua porta e si rimise in piedi aprendola lentamente.

༄𝐏𝐫𝐨𝐟𝐢𝐥𝐞𝐫 ~𝐌𝐢𝐧𝐬𝐮𝐧𝐠Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora