❁𝟐𝟎

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➹Chapter 20: Superstitions

"Assolutamente no! Non posso fare una cosa del genere!"

Urlò Jisung alzandosi dalla sua scrivania.

"Ti ricordo che non puoi dire di no a me, sono il tuo capo."
Ribadì Chan incrociando le braccia al petto.

Il biondo era uscito dall'ospedale da circa una settimana, mentre Youngjae era ancora in ricovero a causa delle botte che aveva preso durante l'incidente.

"Ma Chan lo capisci che è un suicidio quello che gli stai facendo fare? Puoi anche essere il mio capo ma io da soli in quel posto non li lascio, mi dispiace."

Chan sospirò e si appoggiò alla scrivania guardando in modo estremamente serio il suo collega.

"Jisung è un buon piano. Credimi, non succederà niente di male, non vedo il motivo di mandare anche t-"

"Innanzitutto non puoi sapere se funzionerà o meno, ho capito che Songhae conosce sia me che Minho e probabilmente non mi farai andare per questo motivo. Ma non puoi pretendere che me ne stia con le mani in mano mentre Hyunjin e Seungmin rischiano la morte in mezzo a quei criminali."

Beh non aveva tutti i torti.
Il piano era semplice e senza pericolo; (sempre a detta di Chan ovviamente) Hyunjin e Seungmin si sarebbero camuffati in due importanti criminali e avrebbero partecipato all'enorme evento/festa che si sarebbe tenuta nella villa di Taehyung.

Il biondo dal sorriso quadrato era un figlio di un uomo d'affari, e il padre, per compensare la vittoria di alcuni pezzi grossi, avrebbe indetto una grande festa piena di gente importante.
Ma Han sapeva che ci sarebbero stati dei problemi, e per prima cosa voleva sapere che i suoi amici avessero la sua protezione.

"Io avrei un idea." disse Minho immischiandosi nella conversazione.

"Spara."

"Mettiamo dei microfoni a Hyunjin e Seungmin, io e Han rimarremo accostati davanti la villa con un furgone e se succede qualcosa saremo i primi ad intervenire."
Propose il maggiore non togliendo gli occhi dalla figura di Jisung.

"Non è male come idea. Va bene, Hyunjin, Seungmin, andate a preparvi, la missione inizierà tra un'ora precisa. Stessa cosa per te e Minho."

Minho e Jisung si diressero negli spogliatoi per prendere pistole e i microfoni appositi per poterli dare a Hyunjin e Seungmin, poi tutti e quattro si diressero verso le auto che li avrebbero portati davanti l'enorme villa del padre di Taehyung.

Jisung era molto nervoso, anche se non lo dava a vedere, aveva paura per i suoi amici, e detta sinceramente, aveva anche paura di rimanere da solo con Minho.

Ultimamente aveva provato imbarazzo anche solo ad incrociare il suo sguardo, e a quanto pare, Minho se ne era accorto, infatti lo faceva apposta nel guardarlo.

Minho e Han si chiusero nel furgone, si scambiarono due auricolari per poter sentire meglio le conversazioni che avevano Hyunjin e Seungmin.

Il maggiore poggiò la testa contro il muro del furgone annoiato, ancora non era successo nulla e si stava annoiando.

Guardó per un istante Jisung e lo vide bianco in viso, così poggiò una mano sulla sua guancia facendolo così sobbalzare.

"Stai bene? Tremi." disse Minho accarezzandola piano.

Han lo guardó e accennò ad un sorriso, ma stranamente non si spostò.

"Si, ho solo paura."

Minho comprese del perché il minore fosse così preoccupato, e continuò ad accarezzarlo, tentando disperatamente di alleviare le sue preoccupazioni.
A far spaventare entrambi fu il suono di un allarme e immediatamente Han venne chiamato da Hyunjin.

"Ragazzi! Ragazzi! Aiutateci! Degli uomini di Songhae hanno riconosciuto Seungmin e gli hanno sparato alla spalla!"

"Cazzo." sussurró Minho uscendo velocemente dal veicolo insieme ad Han.

Hyunjin disse loro dove si trovavano e non appena misero piede in quell'area, puntarono le pistole in aria per essere sicuri che nessuno sbucasse subito fuori.

Era un enorme giardino, vuoto e scuro perché gli invitati stavano dentro e al calduccio, Jisung guardò un pò ovunque alla ricerca dei suoi amici e corse più velocemente quando riconobbe la voce di Hyunjin e i lamenti di Seungmin.

Minho invece era da tutt'altro lato, era quasi arrivato dietro la casa quando un rumore sospetto dietro di lui lo fece voltare improvvisamente.

Due uomini armati gli si scagliarono contro, ma lui fu più forte e riuscì a colpire solo uno dei due.
Mentre stava lottando con l'altro, il suo sguardo ricadde su una macchina che si accostò immediatamente al marciapiede.

Quasi gli cadde la mascella a terra.

Sooyeon.

La sua Sooyeon.

Vicino la casa, vestita in maniera elegante e con un uomo accanto.

Era viva.

"Sooyeon." sussurró incredulo.

"Sooyeon!" urlò poi con tutta la voce che aveva.

La ragazza si voltó verso di lui e fece una faccia sconvolta, Minho le sorrise mentre lacrime gli solcavano le guance e fu pronto ad andare verso di lei, quando però, il sorriso gli sparì.
Sooyeon voltó subito la faccia e sé ne salì in macchina con un quello stesso uomo.

Sua sorella.

L'aveva visto, dopo anni dalla sua scomparsa, e non gli degnava neanche di uno sguardo.

"Uccidilo dannazione! È Lee Minho!"
Urlò l'uomo disteso a terra sputando del sangue.

Minho però, non essendo del tutto ripreso da quel piccolo shock, venne tagliato all'addome con un coltellino.

"Ah cazzo!" imprecò tirando un calcio al suo aggressore per poi correre via da lì alla ricerca di Jisung.

Era tutto buio, non riusciva a vedere niente, e il leggero dolore all'addome lo fece confondere.

Poi però una voce lo chiamò e lui voltó di nuovo lo sguardo.

"Minho!"

༄𝐏𝐫𝐨𝐟𝐢𝐥𝐞𝐫 ~𝐌𝐢𝐧𝐬𝐮𝐧𝐠Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora