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Jimin guidò fino alla centrale con una sensazione di malessere, sia fisico che mentale, appiccicata addosso.

Il suo capo avrebbe di sicuro radunato tutti nel suo ufficio per fare il punto della situazione e poi se la sarebbe certamente presa con lui per non essere stato in grado di tenere a casa Jungkook.

Più ci pensava e più non riusciva a capire cosa diamine ci facesse il corvino in un posto simile...e per di più come cantante!
Certo, non poteva negare che la sua esibizione fosse stata la migliore della serata e letteralmente da togliere il fiato ma cavolo, NO!
Non avrebbe dovuto trovarsi lì...non avrebbe dovuto.

<Jungkook...> sussurrò l'agente prima di scendere dall'auto e dirigersi dentro la struttura.

Era molto stanco e la sua andatura, la sua postura e il suo modo di camminare ne erano la prova.

Molto lentamente raggiunse la sala riunioni, questa volta non per ultimo. Infatti dopo non molto arrivarono anche gli altri colleghi che avevano preso parte quella sera all'azione e per ultimo l'uomo scorbutico che li aveva convocati tutti lì.

<Ci sono tante cose che vorrei dire perciò partirò dall'inizio>

Detto ciò si sistemò sulla sua poltrona di pelle nera e riprese parola.

<Prima cosa: ottimo lavoro. Siamo riusciti ad arrestare tutti i collaboratori di Ling...speravo solo che ci fosse pure lui...ma non ha molta importanza ora. Proprio in questo momento tutti i sospettati sono nella sale interrogatorio e presumo che li stiano strizzando per bene>

L'uomo si lasciò sfuggire un sorriso e molti dei presenti lo imitarono, forse per compiacerlo o perché effettivamente ritenevano quelle parole soddisfacenti.

<Non credo che riusciranno a tenere la bocca chiusa, soprattutto quelli prelevati nelle stanze di poker e scommesse>

Lee fece una pausa e uno dei ragazzi colse l'occasione per fare una domanda.

<Signore, cosa sappiamo sul ragazzo che stava aggredendo Jeon?>

Sentendo queste parole a Jimin si gelò il sangue ed innumerevoli brividi gli percorsero la schiena, facendogli stringere la mascella in un'espressione dura.

Dohyun, pensò con rabbia.

<Non molto...a sentire gli altri indagati è quello che si occupa del locale. Ovviamente non può esserci un ragazzino dietro a tutto. La vera domanda però> disse guardando il biondo <è "come mai Jeon era lì e non a casa sua?">

Jimin mandò giù un groppo di saliva, iniziando a giocherellare con le mani.

<Signore io...>

Non riuscì a finire la frase perché le parole gli morirono in bocca.

<Non sto dicendo che è colpa tua Park, voglio solo cercare di capire cosa lo ha spinto a disobbedire agli ordini. Lo avevi avvertito vero?>

<Si certo, lo sapeva. Mi ha risposto che avrebbe aspettato il mio ritorno per...>

All'agente venne in mente la promessa di continuare quello che avevano iniziato prima che lasciasse l'appartamento per andare alla "riunione". Il sol ricordo gli provocò un aumento di temperatura allucinante.

<Per?> lo incitò il suo capo.

<Voleva solamente aspettarmi in piedi prima di andare a dormire...per accertarsi che fosse tutto apposto> mentì lui.

Gli parve di cogliere un principio di un sorriso sul volto dell'uomo e ciò lo fece confondere molto.

<Certo...va bene, direi che per stasera basta. Avrei voluto aggiungere altro ma vedo che si è fatto piuttosto tardi e di sicuro sarete esausti. Potete andare>

Protection || jikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora