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Jungkook era disteso sul letto mentre guardava le crepe sul soffitto. Ormai le aveva imparate a memoria, avrebbe potuto persino tracciarle ad occhi chiusi.
Aveva passato tutta la notte insonne, fingendo di dormire ogni qualvolta un infermiere avesse varcato la soglia della sua stanza per controllarlo.

Non gli piaceva dipendere da qualcuno o essere accudito. Preferiva tenersi tutto dentro e non creare problemi ad altri.
Perciò quando quella mattina l'infermiera chiese

<Hai dormito bene?>

lui rispose un "si" sbrigativo.
Non era per niente vero ma finse per non creare inutili preoccupazioni che avrebbero ritardato il suo ritorno a casa.
Prima se ne sarebbe andato da quel posto e meglio sarebbe stato.

Aveva un po' di confusione in testa. Non ricordava bene cosa fosse successo la sera prima.
Più cercava di riportare alla mente i fatti e più gli sembrava di non capirne nulla.

Il suo flusso di pensieri attorcigliati e contorti continuò finché non sentì qualcuno bussare alla porta.

<Se è qui per imbottirmi ancora di farmaci può anche andarsene> disse il moro a voce alta per farsi sentire da chi stava dall'altra parte, convinto che fosse un'infermiera.

Jimin aprì la porta e disse scherzando <Niente farmaci>

Jungkook restò con la bocca semiaperta, incapace di parlare.

<Sono l'agente Park, ti ricorderai di me spero> disse il biondo.

Vedendo che il ragazzo non dava segni di vita aggiunse <Va bene, forse no>

Il moro invece ricordava bene quel volto e con esso anche lo scontro sul marciapiede e la scena dopo l'impatto con l'auto.
Quella sera, a causa dello shook, senza pensarci aveva preso la mano del ragazzo con il cappotto lungo.

"Che scemo" pensò tra se e se.

Sul suo volto comparve un velo di imbarazzo. Avrebbe voluto sotterrarsi.

"Aspetta un attimo...AGENTE?! Come fa quello lì ad essere un agente?!" pensò Jungkook "avrà all'incirca la mia età..."

Dopo aver tenuto un'espressione confusa per un bel po' di tempo, il ragazzo si riprese e si affrettò a dire

<Si mi ricordo. Sono solo...sorpeso. Tutto qui> cercando di mantenere un tono piatto.

<Dovrei farti qualche domanda se te la senti>

<S-si va bene>

Il moro cercò di tirarsi su e mettersi seduto ma non appena si mosse, sentì dei dolori lanciati percorrergli tutto il corpo.
Trattenne a stento un urlo di dolore ma a Jimin bastò uno sguardo per capire che stava soffrendo. Quest'ultimo si alzò per andarlo ad aiutare ma venne bloccato subito da un "No" secco da parte del paziente.

Ora jungkook aveva un'espressione più seria di prima. Il biondo si sentiva quasi intimorito e spaventato da chi aveva davanti.
Quegli occhi scuri e profondi lo stavano fissando e ciò lo metteva a disagio.
Jimin doveva assolutamente interrompere la situazione che si era creata.

<Sai cos'è successo ieri sera?> domandò.

<Non ne sono sicuro...so solo che stavo aspettando il bus e poco dopo mi sono ritrovato per terra...>

<Sai come ci sei finito per terra?> chiese lentamente, quasi esitando.

L'agente voleva sapere se il ragazzo fosse in grado di ricordare da solo.

<È stupido pensarlo ma...credo che...qualcuno mi abbia spinto>

Jungkook, visto il volto inespressivo di Jimin, stava per aggiungere che sapeva bene che era una sciocchezza e che forse se l'era solo immaginato. Proprio prima che potesse aprire bocca il biondo disse
<Quel che dici è vero>

Il ragazzo sul lettino strinse i denti. Sembrava la stessa reazione di chi avesse sentito qualcosa che non gli andava giù e stesse per tirare un ceffone a qualcuno.
<C'è qualcuno che non ti vuole tra i piedi. Hai idea di chi potesse fare una cosa simile?>

Nella testa di Jungkook stava girando un vortice di pensieri molto rumoroso che si bloccò all'istante quando sentì la domanda dell'agente.

<Cosa? No...io non...>

Il ragazzo prese un respiro, giusto il tempo necessario per riordinare le parole in una frase che avesse senso e poi aggiunse

<L'altra mattina, andando all'università, ho avuto l'impressione che qualcuno mi stesse seguendo. Forse non è così ma visto quello che hanno cercato di farmi...>

Un senso di nausea all'improvviso invase il corpo del moro. Era spaventato, tanto spaventato. Non capiva cosa avesse fatto di sbagliato per meritarsi di morire. Era solo uno studente all'ultimo anno, ormai pronto ad affacciarsi al mondo del lavoro. Non aveva mai causato problemi e si era sempre impegnato dando il massimo.

"Non può trattarsi di qualcuno dell'università, è stupido pensarlo. Allora...cosa?" pensò.

<Quindi non hai idea di chi avrebbe potuto fa->

<No> lo interruppe secco, riservandogli uno sguardo scocciato.

Jimin percepì la nota di arroganza nel suo tono ed esibì un'espressione di rimprovero per il mancato rispetto.

<Senti, mi dispiace di non potervi aiutare ma non so proprio chi accusare. Voglio solo poter tornare alla mia solita vita>

<Non credo sia possibile>

<Come?>

<Non possiamo lasciarti girare libero e indifeso per le strade di Seoul con un pazzo che sta cercando di farti fuori>

Jungkook non poteva credere alle sue orecchie.

<Quindi cosa pensate di fare? Mh? Mettermi sotto scorta?>

<Esattamente>

<No>

<Si invece>

<No>

I due si scambiarono sguardi intensi, non distogliendo gli occhi l'uno dall'altro per un tempo che sembrò infinito.

Poi Jimin aggiunse <Non puoi opporti. Lo facciamo solo per la tua sicurezza>

<Non posso oppormi? Vedremo> disse jungkook con un tono di sfida.

Il biondo accennò un sorriso e disse <Lo sai che c'è un agente che sorveglia la tua stanza, vero? Quindi tecnicamente sei già sotto scorta>

Il ragazzo aprì la bocca in cerca di parole da sputare in faccia al biondo ma finì col non dire nulla, abbandonandosi all'idea che non potesse controllare tutto.

L'agente sorrise soddisfatto e si alzo dalla sedia sulla quale era stato seduto per tutto il tempo.

<Per il momento è quanto. Ti terremo aggiornato>

Jungkook gli rivolse uno sguardo a dir poco gelido.

Jimin con una nota di ironia disse <Cerca di riposarti, va bene?>

<Tanto non ho da temere, no? Ho un esercito che mi sorveglia!>

<Esagerato. C'è solo un agente>

Detto questo, il biondo uscì dalla stanza e salutò con la mano.

"Che gran pezzo di..." pensò il moro, guardando chiudersi la porta e intravedendo la figura stante della "scorta".

"Può andare peggio di così?" chiese a sé stesso.

Certamente.


Mi sono dimenticata di pubblicare ad inizio settimana. So sorry (╥﹏╥)



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