<Sei pronto?> chiese Jungkook tendendo la mano verso Jimin, intento a sistemare le ultime cose.
Quest'ultimo gli stava dando le spalle - seduto sul lettino - e stava riponendo con delicatezza un maglione ben piegato e un paio di pantaloni della tuta nel borsone nero.
Sentendo parlare il minore si voltò verso di lui, come se la sua voce avesse scoppiato improvvisamente la bolla che lo aveva isolato dal resto del mondo fino a quel istante. Alzò lo sguardo e incrociò i suoi occhi, perdendosi momentaneamente in quei due pozzi scuri che non sembravano avere una fine.
Il ragazzo in piedi gli sorrise, indicando con un cenno del capo la mano che ancora teneva sospesa in aria, cosicché il biondo potesse notarla. Quest'ultimo infatti non l'aveva minimamente vista e, non appena se ne rese conto, la strinse subito con delicatezza.
Jungkook fece forza sul braccio e lo aiutò ad alzarsi offrendogli anche l'altra mano che, però, Jimin rifiutò.
<Non serve, ormai ho ripreso le forze> protestò con un broncio che doveva sembrare serio ma che in realtà si dimostrava dannatamente dolce.
<Ormai non significa del tutto> disse il minore, prendendolo a braccetto forzatamente, con una stretta salda per evitare ogni tipo di "fuga".
<Dai, lascialo a me>
Jimin roteò gli occhi e gli cedette il borsone, che l'altro ragazzo tenne soddisfatto con il braccio libero.
<E lascia> continuò, conducendolo fuori dalla stanza <Che io mi prenda cura di te>
<Ma->
<Come tu hai fatto con me> concluse, stroncando sul nascere il discorso dell'altro.
<Non devi dimostrarmi niente> riuscì a dire infine il biondo.
<Amore, non lo faccio per impressionarti o altro. Lo faccio perché metti sempre gli altri al primo posto, trascurandoti...e soprattutto perché voglio coccolarti un po'>
Sentendosi chiamare "amore", il suo cuore fece non una semplice capriola ma un triplo salto carpiato all'indietro. Non si sarebbe mai e poi mai abituato a quei nomignoli dolci, soprattutto perché non venivano utilizzati con frequenza, perciò ogni occasione era speciale e destava emozioni forti all'interno del suo ventre.
<Te lo meriti, no?> concluse Jungkook con un sorriso grande.
Jimin si fermò - arrestando di conseguenza anche l'altro ragazzo, visto che avevano ancora le braccia incatenate tra loro - e si sporse verso di lui, lasciandogli un bacio a stampo.
Il corvino non lo lasciò cavarsela con così poco, tirandolo a sé delicatamente e facendo unire nuovamente le loro labbra, questa volta per più tempo e con un'intensità più travolgente.
Rimasero a pomiciare in mezzo al corridoio come se fossero gli unici all'interno dell'intera struttura, finché una voce femminile li chiamò da lontano.
<Ragazzi, contegno>
I due si staccarono improvvisamente, esibendo un'espressione a dir poco imbarazzata quando si resero conto di chi avevano davanti.
<Mamma...> fece Jungkook con tono di rimprovero.
<Che c'è?> fece lei divertita.
Jimin in quel momento si chiese intensamente se fosse possibile sparire inghiottito dal pavimento.
Quando quest'ultimo si era risvegliato e i genitori di entrambi erano andati a trovarlo, si erano accorti che la loro era più che una semplice amicizia, dati i numerosi sorrisetti complici e gli sguardi dolci e furtivi che si scambiavano continuamente.
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Protection || jikook
FanfictionJimin stava camminando lentamente verso casa quando un ragazzo si scontrò con lui. Qualche parola di scuse da parte di entrambi, nulla di più. Presero direzioni opposte, convinti di non rivedersi più. Jimin si girò indietro e guardare il ragazzo che...