ᴿᵉᵛᵉⁿᵍᵉ

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Un pizzico improvviso dietro gli occhi lo fece trasalire e immediatamente fu accecato da una luce abbagliante che stava fissa su di lui, puntata verso il suo viso. Strabuzzò le palpebre, spostando lo sguardo verso la parte oscura della stanza. Ritrovò l'uomo con gli occhiali a fondo di bottiglia, ed era sporto su di lui, meditabondo, aggressivo. James sollevò il braccio, quello che credeva non ci fosse più. Quella volta il braccio c'era, ed emise un rumore metallico quando si sollevò per afferrare la gola di uno degli infermieri. Strinse forte, lasciandolo scivolare esanime sul pavimento. Strinse entrambi i pugni, non riconoscendo la forza che stava letteralmente divampando nel suo corpo butterato dalle cicatrici e dilaniato da un dolore che non poté discernere.

Il dottore si sporse su di lui con una siringa, piantandogliela nel petto

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Il dottore si sporse su di lui con una siringa, piantandogliela nel petto. "Tu sarai la nuova mano dell'Hydra". James aggrottò la fronte, sentendosi tirare via dall'anestesia che gli era appena entrata in circolo. "Congelatelo". Commentò l'uomo su di lui prima che James si addormentasse del tutto. Le persone in quella stanza avevano intenzione di metterlo in ibernazione, utilizzando la criostasi. In quel modo, le condizioni vitali del sergente Barnes si sarebbero ridotte al minimo. Il battito del suo cuore e la respirazione sarebbero rallentati, il metabolismo si sarebbe ridotto e la temperatura corporea si sarebbe abbassata, dandogli così modo di non invecchiare. Il giovane ragazzo di Brooklyn, che si era appena arruolato nel reparto fanteria, come avrebbe potuto immaginare che sarebbe finito lì, nelle grinfie degli uomini tedeschi che lo avrebbero usato come un'arma per uccidere i nemici? Nessuno poteva immaginarlo.

Men che meno suo padre che, nel medesimo istante in cui infilavano James in una culla di vetro che lo avrebbe ospitato nei seguenti anni, lui stava piangendo la sua morte su una bara vuota nel cimitero di Green Wood.

Steve era tornato in città poche ore prima, per assistere il signor Barnes e sua figlia Rebecca

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Steve era tornato in città poche ore prima, per assistere il signor Barnes e sua figlia Rebecca. Al capitano, la sua vecchia conoscenza dai capelli biondi e gli occhi azzurri, non gli era sembrata particolarmente affranta. Rebecca teneva le mani giunte sul grembo, un velo nero sul viso, gli occhi gonfi e astiosi stavano meditando una vendetta. Steve conosceva bene quello sguardo. Era apparso persino sul suo volto, mentre tentò di ubriacarsi. Durante la veglia funebre a casa di James, lui la avvicinò. Aveva avuto una cotta per lei nei primi mesi in cui aveva conosciuto il suo migliore amico. Come un perfetto fratello maggiore, James cercò di spostare gli interessi di Steve verso qualcun altro, sostenendo che lui non era decisamente il tipo della piccola Rebecca. "Becky?" la richiamò dal soggiorno, trovandola vicino alla dispensa con gli alcolici. Gli occhi di ghiaccio della ragazza si erano posati sul capitano.

"Il piccolo Steve

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"Il piccolo Steve. Non sei più così piccolo". La abbracciò stretta a sé, condividendo il dolore per l'improvvisa morte di Bucky. "Ho letto delle tue imprese. Ho visto i tuoi film. Chi l'avrebbe mai detto, che il piccolo uomo rachitico di dieci anni fa, sarebbe diventato Captain America". "Credimi..." iniziò a dire Steve "...nemmeno io riesco ancora a realizzare". Rebecca si fece seria, portando il bicchierino di whisky alla sua bocca. "Eri con lui quando è successo?". Il capitano annuì, versandosi da bere. "Tu credi davvero che sia morto?". "Lo è, Rebecca. Nessuno sarebbe sopravvissuto ad una simile caduta". "No, Steve..." iniziò a dire, scoppiando in lacrime.

"

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"...mio fratello non è morto. Lo sento. Con James è sempre stato come se fossimo gemelli. Quello che accadeva a lui, accadeva anche a me. Avrei percepito qualcosa, invece sento solo il vuoto". Steve non seppe cosa risponderle. Si limitò ad abbracciarla, tornando poi da George.

𝐁𝐨𝐫𝐧 𝐭𝐨 𝐛𝐞 𝐭𝐡𝐞 𝐖𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫 𝐒𝐨𝐥𝐝𝐢𝐞𝐫 | Libro TerzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora