Occhi di vetro

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L'unità è dissonanza con sé che non sé consuona,
 quasi armonia d'arco e cetra.

Durante l'ultima estate insieme, tra il
secondo e terzo anno, Draco cambió notevolmente.
Il suo fisico iniziò a subire variazioni che ogni giorno erano sempre più evidenti e il suo carattere tramutó cosí tanto che avemmo una discussione pochi giorni prima della sua partenza.

Quell'estate i miei genitori decisero di fare un vacanza in Francia a Nizza da alcuni parenti dalla parte di mio padre e trascorremmo buona parte di luglio e agosto lí, tra le spiagge bianche e il mare cristallino.
A settembre feci un salto a casa sua dopo non aver avuto notizie su di lui, non che me le aspettassi dopo aver notato come il nostro rapporto si stesse sgretolando ma rimasi con l'amaro in bocca, delusa di non aver ricevuto quelle attenzioni a cui ero abituata.

Mi ero promessa di fargli pesare il suo comportamento e menefreghismo al punto di assumere un atteggiamento freddo e distaccato nei suoi confronti. Avevo immaginato che ad Hogwarts si fosse fatto nuovi amici e ampliato le sue conoscenze nel campo delle relazioni sociali ma questi pensieri assunsero concreticità non appena varcai la porta e vidi due persone in particolare sedute sul divano: le stesse che identificai affiancarlo una volta giunti ad Hogwarts.

Tutte le mie preoccupazioni si riassunsero in quelle due persone, così estranee a me ma vicinissime a lui.

Narcissa lo chiamò che scese dalle scale e mi sorrise a malapena. Non ricambiai il suo gesto, non ebbi nemmeno l'idea di farlo ma me ne pentii subito dopo.
Mi guardó con quell'aria da superiore, un'ombra di arroganza gli incorniciava il viso dandogli quei tratti che non sembravano appartenergli. Mi salutó un 'ciao' sibilato, dandomi due baci sulle guance come se fossi un'ospite in una casa che conoscevo benissimo.

Ci eravamo salutati come due sconosciuti e ció mi ferí cosí tanto da farmi gettare tutte le speranze ai miei piedi.
Mi aveva classificato insieme a tutti gli altri, ero una persona omologa a quei ragazzi nella stessa stanza con i quali non avevo nulla a che fare e nulla da condividere.
Il suo cambiamento lo aveva portato ad allontanarsi da chi gli voleva davvero bene.

L'unica a non cambiare ero stata io.
Forse mi arrampicavo ancora tra i fili che tessevano un ricordo molto lontano del vecchio Draco; un ricordo che avrei custodito per sempre anche senza la sua figura accanto alla mia.

Da quel giorno mi resi conto di averlo perso e ogni mio tentativo di recuperare il nostro rapporto fu inutile.

Alle undici della mattina il sole era sorprendentemente tiepido. L'estate aveva ormai lasciato spazio all'autunno e alle sue numerose foglie che cadevano stanche giù dagli alberi di cui era ornato il giardino della scuola.
L'aria iniziava a pungere le narici provocando un formicolio piacevole che tuttavia causava pelle d'oca e gli studenti avevano già cominciato a contare quanti giorni sarebbero mancati al Natale.

"Sophie!" Hermione corse verso di me con le sue braccia colme di libri e i capelli sciolti che per via del vento era come se lasciassero un mantello dorato dietro di sè. Aveva sempre il sorriso sul viso, le guance rosee e le lentiggini dello stesso colore delle foglie.

"Ehi, Hermione." mi soffermai su ogni suo dettaglio: il modo in cui si aggiustasse la gonna, unisse i piedi quando era a disagio oppure come cercasse di dare un ordine a quella chioma folta e riccia.

"Ti è piaciuta Trasfigurazione?" la sua tenerezza era disarmante.

"Sì, non male. Se non sbaglio ora abbiamo lezione insieme."

"No, oggi no. Adesso ho pozioni, devo scappare altrimenti Piton toglie cinque punti alla casa. Appena finisci ci vediamo in Sala Grande, ok?"

"Va bene, ci sentiamo più tardi allora."
Mi avviai verso l'aula dove vidi Blaise seduto a terra a leggere delle pergamene.
Sollevò il capo sorridente e mi fece cenno di sedermi accanto.

Just Friends ; Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora