Io e Payton stiamo guardando molte vetrine e nel frattempo sto adocchiando alcuni regali di natale che potrei fare una volta giunto dicembre, alla fine ho ceduto perché continuava a volermi far svagare. Siamo mano per mano e siamo entrambi sorridenti; lui mi racconta tantissime cose mentre io qualche volta mi fermo a ridere per cosa dice.
«So», richiama la mia attenzione.
«Pay», dico posando lo sguardo su di lui.
«mi ha appena scritto Vinnie, un mio amico, ti va se andiamo a prendere qualcosa da bere con lui?», mi chiede posandomi il braccio sulle spalle e avvicinandomi a lui. Quando ha dormito da me ha nominato lo stesso nome e mi sono trattenuta perché non volevo arrossire come una scema.
«va bene», dico andando verso la sua macchina nera e rossa.
«non smetterò mai di dire che la tua macchina ti si addice troppo», sorrido mettendomi la cintura. Annuisce baciandomi varie volte a stampo mentre accende la macchina.
«in pochi giorni sei diventata tantissimo», esulta stringendomi la coscia calda.
«sai che sono ancora un attimo incredula?», ridacchio.
«perché!?!», sorride dolcemente.
«perché, una ragazza come me mai stata fidanzata e timida non pensavo riuscisse a trovarsi un ragazzo in una settimana», esulto.
«fortunata», gioca con il mio anello.
«tanto», stringo la sua mano, la appoggia sulla mia guancia guardandomi mentre si ferma ad un semaforo.
«è verde», sussurro timidamente.
«uffa! Volevo continuare a guardarti», esulta schiacciando il pedale, sorrido appoggiandomi alla portiera chiudendo gli occhi.
«i'm going back to five o five, if it's a seven hour flight or a forty five minutes drive», sussurro canticchiando la mia canzone preferita.
«in my imagination you're wiring laying on you side, with your hands between your thighs" continua il moro alla mia sinistra.
"la conosci?" chiedo.
"eccome..è la mia canzone preferita" ridacchia guardandomi negli occhi.
"anche la mia" arrossisco.
"tieni, mettila" mi passa il suo cellulare sbloccato.
"vai! Alza!" rido insieme a lui mentre alza il volume e abbassa i finestrini.
"ti amo" si ferma dietro ad altre macchine.
"ti amo" rispondo.———
«ciao bro!» esulta Payton salutando il suo amico: Vinnie.
«ciao!», ride quest'ultimo abbracciandolo.
«ciao» lo saluto io con un gesto di mano mettendomi le mani in tasca, ho sempre paura delle espressioni che può fare guardandomi ma cerco lo stesso di non abbassare lo sguardo e tenerlo alzato verso il suo viso.
«ehi!», dice lui abbracciandomi di scatto, mi tranquillizzo appena vedo Payton sorridermi e accennarmi un occhiolino.
«piacere, Vinnie" sorride mentre si aggiusta il cappellino che ha in testa con una grossa scritta: Carhartt.
«Sophie», dico ricambiando il sorriso.
«io ti ho già vista da qualche parte», dice Vinnie indicandomi e facendo un'espressione pensierosa.
«Pay mi ha detto che andiamo nella stessa scuola e credo tu sia in classe con Josh, il mio migliore amico» dico spiegandogli un fatto che potrebbe essere vero.
«ecco! Josh mi ha parlato molto di te», ride. Non sapevo che Josh parlasse di me, insomma, ha la ragazza e di solito para sempre di lei ma invece forse ci tiene a me.
«che facciamo?!», esulta lo skater senza smettere di parlare.
«se andassimo a prenderci un caffè?» chiede Payton girandosi per via di un urlo che è stato provocato da un gruppo di ragazzi che ridevano, mi volto anche io per poi girarmi nuovamente verso gli altri due.
«si, va bene» sorrido prendendogli la mano, calda, Vinnie annuisce e ci incamminiamo verso il bar più vicino allo skate park dove abbiamo trovato il ragazzo.«salve, un tavolo per tre è disponibile?» chiede Payton a una cameriera che ci ha accolti appena entrato nel bar.
«certo», dice lei conducendoci al secondo piano dove ci sono dei tavoli liberi lasciandoci scegliere su quale sederci.
«grazie», sussurro io mentre ci sediamo.
«che mi raccontate?» chiede sorridente Vinnie mentre si toglie la giacca per poi appenderla allo schienale della sedia.
«nulla in particolare» sorride Payton posando il telefono sul tavolo e stringere la mia coscia dopo aver fatto scorrere la mano sulla mia guancia.
«ma perché io non ti ho mai vista in giro per la scuola?» mi chiede il ragazzo con i riccioli d'oro.
«odio andare in giro e non voglio uscire dalla classe vedendo tutti che sorridono, ridono o mangiano...» sospiro.
«in poche parole spero che il tempo passi il più velocemente possibile», ridacchio, ho fatto solo un sorso dal caffè di Payton che mi ha chiesto se lo volessi.
«mi spiace» dice lui.
«ma....sappi che il tuo ragazzo ti vuole vedere sorridente, e lo stesso per me..voglio vederti con gli occhi felici e la risata che sentivo prima in macchina. Non ti conosco ancora bene ma vorrei creare un'amicizia con te, vorrei ridere insieme e non farti le prediche dicendoti "devi essere felice" o "hai il ragazzo che ti ama più di tutti" o "hai un fisico perfetto non ti preoccupare" perché sarebbe una cosa poco originale e poco felice, dai diciamocelo, non servono le frasi così, non fanno cambiare un cazzo nelle persone, sono solo parole, lo fanno tutti e io voglio vedere le persone ridere senza dirgli niente, non voglio costringerle dicendo "adesso sorridi o ti ammazzo", odio essere così, per il semplice motivo che voglio vedere una persona sorridere per le mie cazzate e non per le mie frasi sdolcinate di merda», continua sussurrando per non farsi sentire da tutto il locale.
«ha ragione» ridacchia il mio ragazzo giocando con i miei capelli.
«grazie Vinnie», sorrido.
«non mi devi ringraziare», sorride lui, Payton mi guarda con il sorriso anche lui e mi fa l'occhiolino
«nemmeno lui vuole farsi ringraziare», scoppia a ridere.
«dovrò imparare a non dirlo in vostra presenza», esulto guardando i suoi occhi marroni e luccicanti.
«brava», mi bacia delicatamente.