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Sono passati otto mesi, dall'ultimo momento che ho visto il sorriso di Payton acceso sulle sue labbra.

In questi otto mesi c'è stato il mio compleanno, a dicembre, il suo, due giorni fa, il ritorno di mio fratello in America, sei mesi fa, e molti avvenimenti di cui non ricordo i giorni e nemmeno i mesi, mi ricordo solo che Charli si è fidanzata.

Adesso ho 17 anni e sono dimagrita di cinque chili, per via della situazione, non posso parlare al mio ragazzo da duecento giorni, posso solo sentire il suo battito cardiaco e la sua mano fredda che si riscalda al mio tocco.

Sono a fianco a lui in questo momento, con occhiaie che mi arrivano ai piedi e i capillari rotti per il pianto, che dura da mesi.

"svegliati ti prego"
scoppio in lacrime, per la terza volta in tre ore, non sopporto di vederlo attaccato ad un macchinario che è la sua unica fonte di vita.

La sua mano non si muove, solamente quando la tocco per parargli si muove, grazie a me.

Il suo braccialetto dell'ospedale ha scritto Payton Moormeier - coma - stanza 404

Mi soffermo sempre a guardarlo, ogni giorno lo giro per leggerlo, sorridendo al nome che mi fa tornare in mente i suoi mille soprannomi dati da me.

In questi mesi sono stata malissimo, a scuola sono stata promossa per miracolo, solo per via di questo problema, mentre ho trascurato ogni mio amico e amica, li vedo solamente quando vengono a trovarlo.

Non esco da qui da una settimana e non ho intenzione di farlo, se mai si sveglierà vorrei essere qui, con lui e abbracciarlo all'instante.

Il piccolo bip della macchinetta che lo tiene in vita mi frulla nella testa da giorni ormai, da mesi, e spero che questo rumore non diventi uno unico.

"signorina, deve andare a casa"
entra l'infermiere del mio ragazzo, toccandomi una spalla, ho superato i giorni per cui posso dormire qui.

"posso solo dirgli una cosa?"
sussurro, annuisce uscendo dalla stanza, mi avvicino alle labbra di Payton.

"qualsiasi cosa accada, tu sarai per sempre nel mio cuore, ti amo"
gli lascio un leggero bacio sulla guancia, prendo le mie cose e esco dalla stanza a testa bassa, non posso guardarlo negli occhi, starei ancora peggio, vederlo con la testa girata verso la porta, che si sposta a volte grazie agli infermieri.

Torno a casa a piedi, sotto il sole cuocente di Los Angeles, prendo solamente un mezzo, che mi porta in periferia, dove vivo.

"tesoro, vieni qui"
sussurra mia mamma, appena entro in casa, lascio cadere le mie cose e la abbraccio, è l'unica che forse mi sta aiutando più di tutti, dopo la mamma del mio ragazzo.

"mi manca, tantissimo"
scoppio in lacrime, per una millesima volta, mio fratello si avvicina a me passando una sua mano sulla mia schiena.

"vedrai che si sveglierà"
sorride mio padre, annuisco deglutendo rumorosamente, mi siedo sul divano per riprendermi dal giramento di testa.

"tesoro, vuoi qualcosa da mangiare?" chiede mia mamma, annuisco e mi porta un trancio di pizza, che mangio molto lentamente, ma riesco a ingerire.

.
.

Sono circa le 2am e ho appena ricevuto un messaggio che ha fatto accendere il telefono illuminando la stanza con la sua luminosità molto alta.

Lo spengo ma appena noto che viene da Payton, sblocco il telefono spalancando gli occhi, quasi lacrimanti e molto stanchi.

Piccolo mio

Indovina chi è pronto
a baciare la sua piccola?

then - payton moormeierDove le storie prendono vita. Scoprilo ora