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"arrivederci" dico alzandomi, la campanella è suonata due minuti fa e stiamo uscendo dalla classe.
In questi giorni ho disegnato per tutto il tempo, guardavo fuori o prendevo appunti sotto le coccole di Payton che sentiva il mio cuore battere forte.
"amore, dove andiamo a mangiare" mi chiede Payton salutando i suoi amici.
"non lo so, io pensavo di cucinare la pasta a casa" dico, alzo lo sguardo e vedo che non è più al mio fianco e mi giro.
Lo vedo parlare con una ragazza, è bassa, ha i capelli lunghi, ed è molto bella in confronto a me. Ignoro tutto e torno a casa sotto il suo sguardo interrogativo, che parli con la sua amichetta. Entro in casa e lui mi prende il braccio facendomi fermare.
"che succede" mi chiede con il fiatone.
"nulla" dico chiudendo la porta dopo che è entrato, so che ci ha solo parlato a quella ragazza ma mi sembrava felice. Faccio per avviarmi in cucina ma mi prende il polso fermandomi.
"dimmi cosa ti prende o me ne vado" dice guardandomi negli occhi.
"che palle! sono gelosa! okay?!" sbuffo guardandolo. incrociando le mie piccole braccia al petto.
"di chi?" sorride lui con lo sguardo interrogativo.
"della biondina con cui parlavi prima" dico andando in cucina seguita da lui.
"Anne? Ma è sono un mia amica! Anche lei si è trasferita dal North Carolina e l'ho solamente salutata" dice scrollando le spalle, ho troppa paura di ferirlo, di fargli pensare che io non mi fido di lui.
"sembravi molto felice con lei" dico aprendo l'acqua per poi prendere la pentola della pasta.
"Soph, io voglio te, io amo te, non lei..la conosco solo perché mia madre è amica con la sua, per il resto non è nessuno" sussurra giocando con i lacci della mia felpa bianca.
"lei è molto più bella di me" dico facendo spallucce e incrociando il suo sguardo.
"ma dai, non fare la stupida, non dire ste cavolate Soph, lo sai benissimo che tu per me sei tutto e non devi stare in soprappensiero per ste cose, perché se mi sono messo con te non amo lei non pensi?" si siede sul tavolo.
"hai ragione, scusami" dico appoggiando la pentola sul fuoco e andandolo ad abbracciare.
"non ti fidi di me" dice stringendomi fortissimo, scuoto la testa girandomi verso di lui.
"non dire questo! sei l'unico di cui mi fido!" lo guardo con gli occhi spalancati.
"ti odio" dice appoggiandomi una mano sul sedere e dandomi un bacio.

Ci mettiamo a ridere e aspettiamo che l'acqua per la pasta sia pronta, come al solito, la pasta la faccio solo per lui, ieri sera ho vomitato, non gliel'ho detto per non fargli "paura" e per non farlo preoccupare.
Quei popcorn che ho mangiato ieri sera, quel maledetto cibo, non riesco a guardarlo, non voglio contagiare anche il mio ragazzo con la mia "malattia" , la mia fobia del cibo, la mia emetofobia, quella merda, i miei genitori non mi hanno insegnato a mangiare così il cibo è diventato una paura.
"ehi, ci sei?" mi sventola una mano davanti alla faccia, spero di non aver riflettuto ad alta voce, come il mio solito.
"si, scusami" sussurro abbassando lo sguardo, sono entrata stamani nel mio periodo e ho molti più sbalzi d'umore del solito.
"tu non hai fame vero?" mi chiede prendendo un mandarino che appoggia sul tavolo, mi ha detto che ama la frutta e io l'ho presa apposta per lui.
"no" dico guardando l'acqua che è sul limite di bollire.
"dovresti provarci lo sai?" dice.
"lo so, dovrei provarci da circa tre anni ma se ci provo qualcosa in me mi dice cosa stai facendo! il cibo è il tuo nemico! e quindi mi ritrovo davanti al cesso" mi siedo.
"sei tu che te lo fai dire, sono le tue fisime" dice alzandosi e mettendo la pasta nell'acqua, sbuffo, neanche lui mi capisce, a chi posso dirlo....?
"lo so Payton, lo so meglio di te...grazie" dico giocando con le mie unghie.
"però, tu ricordati sempre che ti amo, cazzo se ti amo" dice sedendosi di nuovo davanti a me alzando lo sguardo dal pezzo di pane che stava per mangiare.
"anche io" sorrido, si sporge e mi da un bacio sulle labbra, che bello essere in possesso delle sue piccole labbra, so quante persone le desiderano, e sono fortunata ad averlo, con così poco, altre ragazze ci hanno provato tantissimo e non hanno avuto risultati e...le sue ex che l'hanno fatto soffrire, cavolo quanto provo rancore per loro, hanno ferito il mio ragazzo, il ragazzo più dolce che io conosca e non ho paura di dirlo.

Sono così fiera di lui, della sua vita, come lui è fiero di me, sa che con lui sto facendo grossi passi, molto lentamente ma ogni giorno qualcosa imparo con lui e riuscirò a passare anche questa....secondo lui.
"ci sono compiti per domani?" mi chiede imboccando la pasta e spegnendo il cellulare appoggiandolo sul tavolo, si accende e ha sempre la stessa foto come sfondo.

Il sorriso che ho quando sto con lui non l'ho mai visto, nessuno l'ha mai visto, neanche mio fratello, o Avani, ne sono grata

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Il sorriso che ho quando sto con lui non l'ho mai visto, nessuno l'ha mai visto, neanche mio fratello, o Avani, ne sono grata.
Semplicemente lo amo, spero che riconosca il fatto che è tutto per me, non solo perché sta con me, ma io ed che senza di lui non avrei il sorriso, non avrei riso ogni giorno o non avrei smesso di pensare al suicidio costantemente...
Con lui sto vivendo esperienze che non ho mai fatto, e sto vivendo esperienze di amore, esperienze di baci, esperienze di essere toccati da qualcuno e esperienze di dire "sono fidanzata", con la persona che amo, si, perché la amo.
"amore? Ci sono compiti per domani?" come al solito mi perdo nei miei pensieri, succede ogni volta.
"si" ridacchio guardandolo, annuisce.
"li fai con me?" mi chiede sorridendo, le sue fossette sono qualcosa di stupendo, mentre le sue grinze che si formano quando sorridono mi fanno pensare a mio fratello.
"certo" dico alzandomi e andandolo ad abbracciare, mi avvicino al suo orecchio.
"ma..." sussurro.
"ma?" mi chiede.
"se...ti dicessi che...sono felice con te e mi fido al massimo di te?" gli chiedo aprendo la mia mano sul suo petto, mi guarda sobbalzando e sono spalanca gli occhi.
"veramente?" mi chiede alzandosi, annuisco e mi bacia, credo di averlo reso ancora più felice.
"ti amo amore mio" sussurro guardandolo negli occhi.
"mi fai piangere così piccola" dice abbracciandomi, sorrido e scolo la sua pasta per farlo mangiare dato che sento il suo stomaco brontolare.
"tieni" dico, mi ha fissata mentre andavo da lui per dargli il piatto, quanto sono fiera.
"grazie, però ne mangi un po' con me" sussurra guardandomi mentre mi siedo.
"no, Pay, ho lo stomaco chiuso" dico.
"tu non dici cavolate e mangi con me, prendo una forchetta, tieni, e fai un boccone" dice ridendo, mi faccio coraggio e provo a mangiare.
"che buona!" esulta lui, annuisco titubante

then - payton moormeierDove le storie prendono vita. Scoprilo ora