4

4.2K 110 21
                                    

«finalmente» indietreggio la sedia appena suona la campanella. Mi alzo insieme a Payton e mentre parliamo ci mettiamo la giacca e usciamo dalla scuola insieme ridendo.
«a domani», mi abbraccia appena usciamo dal portone della scuola. Mi stringe appoggiando le mani sulle mie spalle e avvolgendole al mio collo mentre io le adagio sui suoi fianchi. Lentamente scorre la mano sul mio braccio e poggia le labbra sulla mia tempia fredda. Abbiamo pochissima confidenza ma questa sua attenzione nei miei confronti mi piace e non voglio scappare.
«a domani», lo guardo seria, ma alla fine gli sorrido, mi da un bacio sulla guancia e si dirige verso i suoi amici contento, questa scena mi provoca un sorriso mentre cerco i miei amici i miei amici.
Li vedo e corro verso Avani che appena mi vede mi abbraccia facendo scontrare i nostri petti.
«scusami per come ti ho trattata», la guardo dispiaciuta sperando che mi scusi.
«non fa niente», mi guarda sorridente, sono fortunata ad averla, mi aiuta sempre mentre io appena succede qualcosa me la prendo subito.
«ci vediamo domani, mia mamma mi sta bombardando di messaggi», ride insieme a me.
«volevo dirti che ho fatto amicizia con Payton», la inseguo fuori dal portone della scuola.
«sono fiera di te», sussurra.
«ma ora devo proprio andare...ti chiamo dopo così mi racconti!», esulta mettendosi a correre verso il pullman. Sorrido guardandola salire su di esso con il fiatone e i capelli azzurri tutti scompigliati.

A passo veloce mi avvio anche io verso casa dato che ho un po' fame; non so come e non so quando mi sia arrivata ma ho voglia di mangiare qualcosa e di dissetarmi dato il forte caldo che c'è qui oggi.
«ciao papà», dico entrando in casa e togliendo le chiavi dalla serratura per poi metterle nella tasca della giacca.
«ciao, come stai?», mi chiede vedendomi sorridente, sto pensando proprio a lui, si a Payton, non mi aspettavo fosse così e non mi aspettavo che volesse fare amicizia con una depressa del cazzo, che ha sempre paura e che si spaventa anche con la sua ombra.
«bene», vado a sedermi vicino a lui sul divano aspettando che mia madre prepari il pranzo che come al solito avanzerò.
«cos'è successo? Ti vedo felice» , si gira verso di me chiudendo il giornale e togliendosi gli occhiali per poi appoggiarli delicatamente sul divano.
«ho fatto amicizia con un mio compagno», sorrido dopo averlo detto e togliendomi il cappuccio della felpa, ho i capelli un po' scompigliati dato che l'ho tenuto tutto il giorno
«sono fiero di te», mi abbraccia stringendomi a lui, mia mamma ha sentito e viene ad abbracciarmi. Non ci posso credere, tutti e due mi stanno dimostrando qualcosa. Falsi. Troppo Falsi.
«siamo, fieri di te», sussurra mia mamma con la voce tremolante.
«dai venite, c'è il pranzo pronto», sorride mio papà alzandosi dal divano con la mia mano nell'ansia. Ci sediamo e insieme iniziamo a mangiare.
«papà, io ci provo» dico prendendo la forchetta mentre lo guardo sperando di non ricevere un suo brutto sguardo.
«Soph, non sei costretta a mangiarlo tutto, tranquilla..ma almeno provaci», mi rassicura. Faccio solamente tre bocconi, non riesco, è più forte di me, è come se il mio stomaco si chiudesse e mi mettesse un divieto.
«è già un passo avanti», sorride mia mamma baciandomi la fronte dopo aver portato il piatto in cucina.
«brava», mi guarda mio padre ancora seduto a tavola, annuisco coprendomi la pancia e salendo in camera mia.
Come al solito mi chiudo a chiave per stare tranquilla, c'è un fascio di sole che entra in camera mia tramite la finestra sopra la scrivania, mi avvicino ad essa e trovo un quaderno, a pensarci assomiglia a quello sui cui stava scrivendo sopra James ieri. Lo apro iniziando a sfogliare le grosse pagine che lo compongono. Ci sono molte frasi stampate su di esse come: non trasformare i tuoi pensieri nelle tue prigiono o a non buttarsi si butta una vita. Mi siedo sul letto rivolta verso la finestra e continuo a sfogliarlo, finché non arrivo alle ultime cinque pagine scritte a mano.

"Ciao Sophie, penso tu lo abbia capito..sono James
Inizio con il dirti che sei la persona più dolce di questo mondo e sono fortunato ad averti,  anche se non abbiamo più quel rapporto che ci legava molto di tanto tempo fa..ti ricordi? Ti ricordi quando ti rincorrevo fino in camera tua e arrivavo a metterti nell' angolino a farti il solletico? O ti ricordi quando saltavamo sul letto e una volta lo abbiamo rotto? Cazzo, la mamma stava per ucciderci...
Quando sei nata ammetto che ero contentissimo, avevo chiesto alla mamma di darmi una sorellina a tutti i costi e sei arrivata te, adesso, il regalo più bello di tutta la mia vita.
Sei cresciuta con me che ti facevo gli scherzi e ti prendevo in giro, mi dispiace se ti ho ferita qualche volta ma non è mai stata mia intenzione.
Hai iniziato le superiori ormai tre anni fa e sei cresciuta tanto e sei cambiata tanto, sia in meglio che in peggio.
Sei stata il mio punto di riferimento, quando cadevi da piccola e ti rialzavi subito, ho imparato da te ma qualche volta non funziona"

Noto una piccola macchia più scura sul foglio la quale ha reso l'inchiostro nero sbiadito e quasi illeggibile.

"Questa volta non ha funzionato e non mi sono più alzato dopo tanto tempo. Sono partito per l'Italia e non tornerò più, mi sono lasciato per motivi che forse è meglio che non ti spiego.
Sei forte e continuerai anche senza di me, rialzati come hai sempre fatto e parla con qualcuno che ti possa aiutare..
ci sarò per sempre per te
ti amo tanto sorellina"

«cosa?!»
sfoglio le altre pagine con le frasi e una lacrime cade su una

"la vita è come un libro.
Quando qualcosa va storto, non chiuderlo ma semplicemente volta pagina"

«la vita è come un libro, quando qualcosa va storto non chiuderlo ma semplicemente volta pagina»
sussurro leggendo la frase a bassa voce.
Mio fratello se ne è andato da me, sarà colpa mia? Cosa gli avrò fatto? Cosa gli avrò detto per farlo scappare?
Il suo maledetto ragazzo, quanto gli spaccherei la faccia. Lo ha fatto soffrire innumerevoli volte ma il suo cuore gli diceva di non lasciarlo andare, e come diceva sempre, lo amava talmente tanto che anche con il più brutto dei dispetti non lo avrebbe lasciato.
Vorrei tanto ricevere un suo abbraccio, ricevere una sua piccola carezza o essere consapevole che se mai dovessi aver bisogno lui sarebbe qui con me ma..non sarà più così.
Mi accascio sul letto e mentre penso a lui il mio cellulare suona per via di una notifica; lo afferro immediatamente sperando che sia James ma è Payton. Gli dico la verità?
Potrei semplicemente dirgli che sto bene ma mi sentirei in colpa e non avrei più la possibilità di guadagnarmi la sua fiducia...
Apro la chat appena iniziata e, quel "come va?" mi fa sorridere. Non so come abbia reperito il mio numero ma  forse significa che tiene a me.

Payton Moormeier

Soph!
potrebbe andare meglio...

Payton Moormeier
cosa è successo?

Soph!
mio fratello è..scappato di casa

Payton Moormeier
scherzi?!

Soph!
Magari, è tutta colpa mia.

Payton Moormeier
ehi, non è colpa tua; tuo fratello ti ama e di certo avrebbe parlato con te prima di andarsene. Sei sua sorella e allontanarsi da te in questo modo non avrebbe nessun senso se effettivamente fosse colpa tua..non credi?

Payton Moormeier
vuoi che vengo a farti compagnia?

Soph!
No, non disturbarti

Payton Moormeier
ehi..io vorrei essere tuo amico e vorrei che tu fossi mia amica! Chiamami se hai bisogno Sophie, sono qui per aiutarti

Soph!
grazie Payton..

Payton Moormeier
figurati

Spengo il telefono e lo poso sul comodino, incrocio le gambe e porto le mani sul mio viso, mi sento uno schifo, magari aveva bisogno di aiuto e io non gliel'ho dato. Cazzo! Quando le capirò mai le cose?

then - payton moormeierDove le storie prendono vita. Scoprilo ora