«sono arrivata» sussurro mentre mi fermo davanti al vialetto di casa mia.
«grazie per questo pomeriggio» mi abbraccia mentre mi passa la mano su tutta la schiena provocandomi un brivido
«sbaglio o sei tu che non volevi ricevere i ringraziamenti?» lo guardo sorridendo.
«hai ragione» ridacchia.
«ecco, non li voglio sentire nemmeno io» gli do un bacio sulla guancia ed entro in casa, è stato gentile; venire qui di venerdì a fare compagnia a me..semplicemente unico.
«ciao tesoro» mi saluta mio papà mentre appendo la giacca alla ringhiera della scala in legno.
«ciao» ricambio il saluto.
«posso chiedervi una cosa?», chiedo scrocchiando le mie dita e infilando lentamente la mano sotto alla
manica della felpa.
«tutto» risponde mio papà togliendosi i suoi soliti occhiali da lettura
«perché non mi avete detto che James sarebbe partito?» sussurro.
«ci ha detto che non dovevamo dirtelo, noi avremmo voluto ma ci ha vietato di farlo finché non avresti letto il quaderno» dice mia mamma chiudendo sempre lo stesso libro che sta leggendo per concentrare l'attenzione sulla conversazione.
«e se fosse colpa mia?» mi siedo sulla poltrona dove di solito si sedeva lui, ha il suo profumo e mi manca sempre di più.
«non è colpa tua, non pensarlo nemmeno, abbiamo provato a convincerlo per un mese e mezzo ma non ci siamo riusciti» mi rassicura mio padre, annuisco e salgo in camera mia, chiudo la porta e poso lo zaino che ho portato su per fare i compiti.
Tolgo dalla mia mente il pensiero di mio fratello con molta difficoltà e libero un po' la scrivania per riuscire a studiare.———
«Soph» bussa mia mamma, apre la porta e la vedo con un leggero sorriso sulle labbra.
«dimmi», la guardo mentre si avvicina a me e si siede sul letto.
«raccontami un po', come è questo Payton?», mi chiede sorridendo sempre di più.
«dai mamma non iniziare», mi giro per continuare a studiare ma la sua insistenza mi costringe a girarmi verso di lei.
«raccontami un po' di lui, sono curiosa», mi scopre le orecchie mettendomi i capelli dietro all'orecchio.
«okay» sussurro mentre poso la matita con cui stavo sottolinenando sul libro di storia.
«è un ragazzo molto dolce, altruista e gentile, a scuola non mi ha vista e quindi è venuto qui», sorrido guardando il tramonto che illumina la mia stanza.
«di sua spontanea volontà?» mi chiede sorridendo.
«si» poso lo sguardo su di lei.
«sono contenta e...anche papà lo è» si alza mentre va verso la porta, da quando gli ho parlato di Payton non fanno altro che incoraggiarmi e sorridermi ogni volta che mi parlano.
Dopo che esce dalla mia stanza cerco di studiare ma ho Payton come pensiero fisso, non riesco a togliermelo dalla testa. É stato così carino, così gentile con me nonostante non ci conosciamo da molto. È venuto qui per me e non so come ringraziarlo, davvero.———
Mia mamma mi ha chiamata per mangiare, stasera non mi va tanto così le ho detto che non scendo e mangio solamente una barretta alla frutta.
Sono sdraiata sul letto, ho convinto i miei a non obbligarmi a mangiare dato che starei ancora peggio se lo facessi. Chiudo gli occhi ma subito li riapro per via di una notifica che mi ha fatto sobbalzare.Payton Moormeier
ehi soph, come stai?Soph!
più o meno, tu?Payton Moormeier
di me non importa, come posso aiutarti?Soph!
tranquillo, non scomodartiPayton Moormeier
Sophie, parlami ti prego! Ti voglio bene e ti voglio aiutare il più possibile...Soph!
posso chiamarti?Payton Moormeier
non chiedermelo nemmeno!!Ho paura di rovinare il rapporto gia subito, sono fatta così, non riesco a parlare, con nessuno, compresa Avani e così si stufano tutti di me. Lo chiamo immediatamente e lui risponde altrettanto veloce, è in camera sua, con le luci spente e la faccia illuminata da un piccolo fascio di luce blu.
«ehi..», sussurro mentre mi mordo le unghie, sono costantemente in ansia e non riesco a non pensare ad altro.
«ehi..cosa hai mangiato?» mi sorride sdraiandosi sul suo letto. Gli dico la verità? Si? No?
«non ho mangiato», dico distogliendo lo sguardo.
«perché?» mi chiede alzando il tono di voce.
«se lo facessi andrei a vomitare tutto» indico il bagno mentre lui guarda altrove. Spero mi capisca e spero non mi giudichi.
«piccola..», attira la mia attenzione. Lo guardo arrossendo lievemente.
«provaci, fatto per te. Fallo per il tuo bene, non continuare così...il tuo corpo se no reagisce in modo inverso e magari qualche problema si aggiunge a quelli già presenti, devi provarci, quando stai per dirigerti verso il bagno, pensaci e fermati», è inutile dire che forse ho appena trovato chi mi aiuterà più di tutti e poi..chi mai mi ha chiamata piccola? Neanche mio papà mi ha mai chiamata così.
«oggi non è giornata», ridacchio io mentre chiudo le tende per non svegliarmi con la luce del sole che sorge domani mattina.
«dai Soph, non dire così, poi..siamo usciti insieme e hai riso tanto; fallo anche ora. Non avere vergogna con me...» abbassa il tono di voce.
«gra-», esulto.
«no!!», scatta in piedi, scoppio a ridere facendo spuntare un piccolo sorriso sulle sue labbra.
«sei bellissima», sussurra pochi minuti dopo essere stati in un silenzio imbarazzante.
«grazie», rido.
«So! No!», si tappa le orecchie.
«perché non vuoi che te lo dica?», mi siedo sul davanzale della finestra.
«perché per te le cose le faccio con piacere e non per dovere», annuisce.
«devo trattenermi dal dirlo ma sappi che ora come ora te lo direi», sorrido.
«ti voglio bene», esulta bevendo della coca cola dopo essere sceso in cucina con anche sua mamma presente.
«ti voglio bene», sussurro.
«Pay! Con chi parli?», esulta una ragazza rossa che spunta nell' inquadratura del cellulare.
«Sophie, la mia compagna di classe e la mia nuova amica», sorride, la saluto con un gesto di mano cercando di nascondere il mio imbarazzo.
"buonanotte" sussurro a Payton pochi minuti dopo, apre gli occhi e sorride.
"buonanotte piccolina" sussurra attraverso lo schermo.
Chiudo la chiamata con il sorriso, metto il telefono in carica e mi metto nel letto dopo aver preparato lo zaino, spengo la luce e cerco di addormentarmi pensando solo a lui e alle sue parole dolci.