Spring and archery

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Nicholas doveva ammettere, con un pizzico di riluttanza, che l'aiuto di William si era rivelato quanto meno provvidenziale. Doveva riconoscere che la sua tanto decantata abilità diplomatica si era rivelata veritiera e, con poche farsi concise e dirette, era riuscito a sedare gli animi bellicosi dei nobili scozzesi almeno fino alla sua partenza per l'Inghilterra, strappando anche la promessa di non attaccare fino a quando non riceveranno sue notizie.

Quando aveva ricevuto quelle lettere le aveva dovute leggere tre volte prima di convincersene, il tutto mentre William ridacchiava divertito in piedi alle sue spalle, leggendo in contemporanea le missive. Il Duca si era sempre ritenuto un discreto uomo diplomatico, ma doveva ammettere che il Principe era riuscito in un'impresa al limite dell'impossibile.

"Congratulazioni. Sai, potresti essere un grande monarca un giorno. Le tue capacità diplomatiche sono eccellenti" si congratulò Nicholas, voltando la testa per osservarlo "Ho detto qualcosa di sbagliato?"

"No, niente affatto" si affrettò a dire il Principe, consapevole di essersi rabbuiato a causa di quello che aveva detto Nicholas "Stavo solo pensando. Mio padre e mio fratello...beh, non sono molto per la diplomazia come ben hai potuto constatare. E poi il titolo di monarca non può passare a me. Sono l'ultimogenito"

"Allora la mia visita a Londra potrà essere provvidenziale. Potrei far capire un paio di cose ai tuoi famigliari" disse il Duca, cercando di sdrammatizzare e riuscendo a strappare un sorriso al Principe "E poi ora che ho scoperto questa tua attitudine... beh, potrei chiederti aiuto un po' più spesso"

"Sarò a tua disposizione" rispose l'altro, chinandosi per lasciare un piccolo bacio sulla guancia del padrone del castello "E sono felice che tu stia cominciando a fidarti un po' di più di me"

"Devo dire che sai essere molto insistente quando vuoi" ribatté scherzosamente Nicholas, guadagnandosi una stretta alla spalla e uno sbuffo da parte di William.

"Punti di vista diversi. Io avrei detto persuasivo" rispose il Principe "Quello che mi preoccupa è che non ci sono stati sviluppi da parte di Magnus e le piste a disposizione sono esaurite"

Nicholas borbottò il suo assenso. Nemmeno con l'aiuto di William erano riusciti a cavare un ragno dal buco: qualunque pista seguissero conduceva sempre ad un fallimento e sia Nicholas che Magnus avevano perso la pazienza. Da mesi cercavano di risolvere il caso dell'attacco, ma chiunque si celasse dietro all'organizzazione di tutto ciò era maledettamente previdente e almeno cinque passi avanti rispetto a qualunque loro mossa. Eppure Nicholas continuava a pensare che prima o poi avrebbe commesso un errore, ma quel momento era ancora lontano.

"Vero e temo che solo quando arriveremo a Londra potremo avere un quadro completo della situazione" mormorò il Duca, pensieroso.

"In che modo?"

"Abbiamo il fattore sorpresa. Chiunque abbia architettato tutto questo vi crede morti e, ipotizzando che l'artefice si trovi a corte, quando vi vedrà tornare sani e salvi non ne sarà felice"

"Credi che possa commettere un passo falso?"

"In verità è quello che spero. È frustrante questa situazione: troppi intermediari, false piste da seguire... è come se avesse previsto tutto, in qualche modo!" sbottò Nicholas, seccato. William cercò di calmarlo leggermente, muovendo piano le mani sulle sue ampie spalle e sembrò funzionare.

"Calmati, Nicholas. Lo troveremo, ne sono certo"

"Lo spero" mormorò Nicholas, appoggiandosi allo schienale della sedia "È solo che non voglio arrivare a Londra e finire in qualche trappola"

"Non pensarci ora. Quando arriverà il momento affronteremo qualunque cosa troveremo a Londra" rispose William, calmo. Nicholas pensò che le mani del Principe avessero un qualcosa di magico: tutte le volte che gli massaggiava le spalle riusciva a togliergli tutta la tensione accumulata "Nicholas?"

Duca Nero (Solangelo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora