Magnus Eunson

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So a cosa pensate e, no, non ha niente a che fare con Magnus Bane (anche se, lo ammetto, un po' mi sono ispirata a lui), Magnus Chase o qualunque altro Magnus vi venga in mente. Questo è un personaggio realmente esistito, cercate pure su internet se non mi credete. Fatta questa premessa, mi scuso per i ritardi nelle pubblicazioni, ma l'università mi sta tenendo davvero impegnata. Vi chiedo di portare pazienza.
Detto questo, vi lascio al capitolo. Spero sia di vostro gradimento.
 

Era l'alba e il sole era sorto da poco, illuminando il cielo terso e preannunciando una bella giornata sulle Highlands. Nicholas incitò il suo cavallo per farlo andare più veloce, facendolo saettare nella foresta innevata. Il rumore dei suoi zoccoli era ovattato dalla coltre di neve, che si alzava ai lati del cavallo al suo passaggio. Il Duca amava cavalcare all'alba, così da godersi quel panorama unico e il silenzio che precede il risveglio degli uomini e degli animali. Cavalcava a pelo, senza sella né redini, immergendo le mani nella lunga criniera dello stallone in parte per sentirsi un tutt'uno con lui e in parte perché il cavallo odiava il morso delle redini, così come la sella. Certo, in occasioni importanti lo sellava per necessità, ma per il resto preferiva cavalcarlo a pelo: gli dava una sensazione di libertà unica.

Windstorm emerse dal bosco poco dopo, galoppando poi sulla fine sabbia della spiaggia. L'oceano si stagliava grigio agli occhi del Duca, anche se poco alla volta si stava schiarendo, prendendo i caldi colori dell'alba.

"Fermo" disse Nicholas, tirando delicatamente la criniera del cavallo, il quale rallentò fino a fermarsi. Scese dalla groppa dello stallone e camminò lentamente sulla spiaggia, mentre il vento aumentava sempre si più mano a mano che si avvicinava alla riva. Chiuse gli occhi, inspirando la fredda aria salmastra, sentendo il mantello e i capelli turbinare alle sue spalle. Sentì lo stridio acuto di Altair e, quando aprì gli occhi, vide il suo girfalco volteggiare sopra l'oceano per poi virare nuovamente verso la foresta.

Con gli occhi fissi sull'orizzonte il Duca ripensò ai giorni caotici dopo l'attacco e il salvataggio dei Principi: non aveva avuto un momento di pace da allora. Dopo la conversazione avuta con loro aveva mandato delle lettere ai più importanti nobili scozzesi, avvisandoli delle nuove tasse senza però menzionare la sua fonte. Aveva ricevuto alcune risposte, tutt'altro che amichevoli, per non parlare delle visite inaspettate: c'erano stati alcuni nobili che si erano presentati al castello pretendendo spiegazioni. Nicholas gliele aveva fornite, ma aveva avuto l'impressione che non li avesse convinti del tutto.

Si era decisamente ritrovato una bella gatta da pelare: i due Principi d'Inghilterra nel suo castello! Come se non avesse abbastanza problemi! Certe volte si chiedeva se il destino si divertisse a incasinagli in quel modo la vita. E per concludere, come ciliegina sulla torta, avrebbe dovuto ospitare le due teste coronate fino a primavera. Le strade stavano diventando lentamente impercorribili mano a mano che l'inverno avanzava e il mare era spesso mosso, per di più il dottore aveva detto che non erano nelle condizioni per affrontare il lungo viaggio di ritorno a Londra. In aggiunta doveva inviare un suo ambasciatore con una missiva, accompagnata dall'anello del Principe, alla famiglia reale per spiegare la situazione e assicurando loro che sarebbero tornati in primavera.

Sapeva che una volta tornato al castello avrebbe dovuto farlo, ma ora voleva solo godersi quel piccolo momento di pace e silenzio, lontano da tutto e da tutti. Quello era il suo posto segreto dove si recava tutte le volte che aveva bisogno di calmarsi o di riflettere, e solo il mare riusciva a sortire quell'effetto. Quando Victoria e Gabriel erano più piccoli si assentava tutte le volte che poteva dal castello per cercare un po' di quella pace che, con loro, era impossibile trovare. Voleva bene ai figli, ovvio, ma a volte aveva davvero bisogno di rimanere da solo senza nessuno che dipendesse da lui.

Inspirò a pieni polmoni l'aria salmastra, voltando la testa verso un promontorio a picco a oriente dove si intravedeva una sottile roccia rettangolare sulla cima, resa nera dal sole che sorgeva alle sue spalle. Per un osservatore poco attento poteva sembrare solo una pietra come tante altre, totalmente priva di importanza, ma per il Duca aveva un significato ed era legato a dei ricordi dolceamari. Tenne lo sguardo puntato sul promontorio fino a quando il sole non si levò sopra di esso poi, con un leggero cenno del capo, si allontanò e rimontò sul dorso di Windstorm, incitandolo a correre verso il castello.

Duca Nero (Solangelo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora