Prisoner

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William camminava rabbiosamente da mezz'ora avanti e indietro, tanto che a breve avrebbe persino lasciato un solco nel bel mezzo del suo studio, borbottando improperi contro suo fratello. Non era nemmeno passato un giorno dall'incarcerazione di Nicholas e lui si stava adoperando per trovare un modo per farlo uscire. Lo scorso pomeriggio era ritornato nella biblioteca e aveva spiegato ai presenti quello che era successo nella sala del trono. Erano rimasti tutti impietriti e inorriditi, soprattutto Victoria e Gabriel e William poteva capirli. Magnus era stato il primo a riscuotersi e, con voce calma e calcolata, aveva fatto presente che si sarebbero dovuti muovere in fretta per trovare il vero colpevole prima che Octavian giocasse loro qualche altro brutto tiro.

"Creare un solco nel pavimento e appestare l'aria con quei borbottii non porterà da nessuna parte, a meno che questo non sia il vostro piano per liberare Nico" commentò Magnus, seduto dietro la scrivania con i piedi appoggiati sul ripiano in legno. Nicholas gli aveva accennato a quella brutta abitudine dell'amico, consigliandogli di ignorarlo. William gli scoccò un'occhiataccia "Era solo un'idea. Dio, ora capisco come mai Nicholas si trova così bene con voi: avete lo stesso senso dell'umorismo pari a zero"

"Zio, non credo che questo sia il momento di scherzare" mormorò Victoria, seduta composta dall'altra parte della scrivania.

"Scusa, tesoro. È che sono nervoso" disse Magnus con un sospiro "La cattura di Nico è stata un fulmine a ciel sereno e mi chiedo quanto tempo ci metterà Octavian a far imprigionare anche noi"

"Dici che lo farà sul serio?" chiese Gabriel, in piedi al fianco della sorella.

"No, non lo farà" rispose in modo risoluto Elijah, le braccia incrociate al petto.

"La tua determinazione è ammirevole, ragazzo, ma è meglio stare all'erta" li mise in guardia il distillatore, giocherellando distrattamente con un tagliacarte. William si passò una mano tra i capelli, lasciandosi sfuggire un verso frustrato.

"Ci sono cose che non capisco" borbottò il Principe all'improvviso "Perché mio padre ha designato Octavian come erede? E come mai quella boccetta di veleno si trovava proprio nella camera di Nicholas?"

"Per la seconda domanda, è ovvio che qualcuno sapeva delle abilità di nostro padre di preparare unguenti e altro, così lo ha utilizzato come capro espiatorio" rimuginò Victoria con un sospiro "Ma per quanto riguarda la prima domanda... non ha senso"

"E se... qualcuno avesse manomesso il testamento?" propose Gabriel, attirando su di sé gli sguardi di tutti i presenti "Pensateci: ci sono troppe coincidenze in questa storia. Il re viene avvelenato poche settimane dopo il nostro arrivo e la colpa ricade casualmente su nostro padre. E poi, come ciliegina sulla torta, il Principe Octavian si scopre essere l'erede al trono. Insomma, è tutto un po' strano, non trovate?"

"Il ragazzo potrebbe avere ragione" Magnus indicò il nipote con il tagliacarte "Ma come facciamo a provarlo?"

"Elijah, sai dove tuo nonno teneva i documenti importanti?" chiese Victoria e il ragazzo ci pensò un attimo prima di rispondere.

"Sì, dietro una finta fila di libri della libreria. Si può provare a guardare lì"

"No, se il testamento è stato sostituito di sicuro non si troverà più lì" disse Gabriel.

"E Octavian dove tiene i documenti importanti?" domandò Magnus a William.

"Credete...?"

"Vostro fratello non mi sembra esattamente il più intelligente della famiglia. Può essere che abbia nascosto il vero testamento nel suo ufficio" Magnus si strinse nelle spalle.

"Si può fare un tentativo e, so che vostro padre sarebbe contrario, ma ve la sentite di aiutare anche voi?" domandò William rivolto ai due giovani Duchi. Fratello e sorella annuirono, complici.

Duca Nero (Solangelo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora