Under the weeping willow

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Due giorni dopo la loro conversazione i rapporti tra Nicholas e William si erano raffreddati. Parlavano poco e non passavano più molto tempo insieme come prima: William rimuginava continuamente su quello che gli aveva detto il Duca quella sera, mentre Nicholas continuava a chiedersi come poter rimediare per non perdere almeno l'amicizia con quell'uomo.

"Padre?" lo chiamò Victoria, risvegliandolo dai suoi pensieri.

"Sì?"

"Ecco... è la terza volta che vi chiamo. State bene?"

"Sì... Sì, sto bene" rispose Nicholas, ignorando di proposito l'occhiata accusatoria che Maria gli aveva lanciato da sopra il bordo della tazza mentre sorseggiava il suo the mattutino.

"Non si direbbe viste quelle occhiaie" borbottò Gabriel, a voce abbastanza alta perché tutti lo sentissero, mentre prendeva un biscotto. Quando alzò lo sguardo si accorse che lo stavano fissando tutti "Cosa? È la verità padre. Sembrate non dormire da giorni e ci siamo accorti che il rapporto col Principe si è... Ahia!"

"Zitto!" sibilò Victoria dandogli un colpo alla gamba sotto il tavolo. Il Duca si passò stancamente una mano sugli occhi, maledicendo la perspicacia dei suoi figli. Sapeva benissimo che aspetto avessero i suoi occhi: infossati, iniettati di sangue per la mancanza di sonno e cerchiati di nero a causa delle occhiaie. Erano stati due giorni abbastanza difficili e nemmeno la conversazione con sua madre era riuscito a rasserenarlo.

"Grazie Gabriel, ma sto bene. Ho solo fatto fatica a prendere sonno in questi giorni" disse Nicholas in tono definitivo. Gabriel fece un sorriso di scuse e riprese a fare colazione proprio nel momento in cui William ed Elijah entravano nel salone. Elijah sorrise e salutò educatamente, mentre William si limitò ad un cenno del capo. Nicholas lo osservò prendere posto e notò che anche il Principe sembrava aver avuto problemi a prendere sonno, a giudicare dalle occhiaie scure. Questo lo rincuorò un po'.

La colazione si svolse abbastanza sottotono. Se non fosse stato per le conversazioni dei giovani, ci sarebbe stato un silenzio tombale dato che nessuno degli adulti aveva intenzione di parlare.

"Padre, noi abbiamo finito. Possiamo alzarci?" chiese Victoria.

"Ma certo. Potete andare a lezione" rispose Nicholas, osservando i suoi figli seguiti da Elijah lasciare la stanza. Da qualche giorno anche il giovane Principe aveva preso parte alle lezioni dei figli del Duca "Elijah!"

"Sì?" il ragazzo rientrò velocemente nella stanza, richiamato dal Duca Nero.

"Volevo avvisarti che oggi pomeriggio non ci sarà il nostro consueto allenamento. Devo sbrigare alcune faccende urgenti, ma recupereremo domani"

"Certo, va bene" Elijah annuì e lasciò la stanza.

"Vostra Altezza?" lo chiamò Nicholas. William non disse una parola, ma lo osservò in attesa che parlasse "Vorrei che più tardi passaste nel mio studio. Vorrei mostrarvi una lettera che è arrivata da Londra"

"Certo" rispose William asciutto, sorseggiando il suo the. Maria osservava alternativamente i due uomini, domandandosi quando si sarebbero decisi a chiarire una volta per tutte. Conoscendoli, si disse la donna, avrebbero avuto bisogno di un altro piccolo aiuto.


Venti minuti dopo i due uomini si ritrovarono soli nello studio del Duca. Entrambi ebbero una specie di dejà vu, ricordando bene che l'ultima volta che si erano ritrovati da soli in quella stanza.

"Quindi? Di che lettera volevate parlarmi?" domandò William con impazienza. Si sentiva nervoso nel rimanere da solo con il Duca. Nicholas non rispose ma gli mise di fronte la missiva con il sigillo reale. Il Principe spalancò gli occhi per la sorpresa e, senza aspettare, la afferrò e spezzò il sigillo di ceralacca. La aprì velocemente, gli occhi azzurri che si muovevano rapidi mentre leggeva.

Duca Nero (Solangelo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora