Elijah si mosse nel letto e aprì piano gli occhi. Batté velocemente le palpebre per abituarli alla penombra in cui era immersa la stanza, fiocamente illuminata dalle fiamme del camino e da qualche candela. Provò a muoversi, ma si accorse che il corpo non rispondeva ai suoi comandi. Abbassò a fatica lo sguardo e vide che il braccio destro era fasciato e steccato sul suo petto. Provò nuovamente a muoversi, e questa volta il corpo gli rispose, ma una fitta lancinante alla testa e al braccio lo fecero ricadere nel letto.
"State fermo, cercate di non muovervi" disse una voce al suo fianco e il ragazzo alzò lo sguardo, incrociando quello scuro del dottore. Elijah annuì e richiuse gli occhi, sperando che il dolore passasse in fretta "Andrew, rimani qui con loro. Vado a chiamare il Duca"
"Sì, dottore" rispose l'apprendista e, poco dopo, il giovane sentì la porta aprirsi e chiudersi. Elijah grugnì di dolore e volse la testa verso il ragazzo che era con lui "Avete bisogno di qualcosa?"
"Acqua" gracchiò lui, sentendo la bocca secca e arida. Andrew annuì e, pochi minuti dopo, si sedette sul bordo del letto e, posandogli una mano dietro la schiena per rialzarlo leggermente, fece bere il giovane Principe. Il ragazzo sospirò grato dopo che finì di bere l'acqua, riappoggiandosi al cuscino, voltandosi verso il letto del padre.
"Mio padre... se la caverà?" mormorò Elijah, preoccupato nel vedere il volto del genitore completamente irriconoscibile per i colpi ricevuti.
"Sì, stia tranquillo, se la caverà" lo rassicurò Andrew, poggiando il bicchiere su un tavolo, poco prima che la porta della stanza si riaprisse nuovamente. Elijah osservò preoccupato i nuovi arrivati e una figura nera che si muoveva alle loro spalle.
"Come vi avevo detto, mio Signore" disse il dottore all'uomo al suo fianco, parzialmente in ombra.
Il Duca, così l'aveva chiamato il dottore, si avvicinò al letto del ragazzo e si sedette, mostrando così il suo volto. Anche se dava le spalle alla luce del camino, il ragazzo riuscì comunque a riconoscerne le fattezze: era giovane, probabilmente aveva la stessa età di suo padre, il volto era affilato dagli zigomi alti e dalla pelle chiara. Occhi scuri come la notte lo scrutavano curiosi, i capelli neri gli incorniciavano il volto come una cascata di tenebre. Quando si portò una mano per scostarsi una ciocca di capelli dal viso notò che portava un anello all'anulare sinistro e, sull'orecchio, c'era un piccolo orecchino ad anello in argento. Era strano che un nobile portasse un simile gioiello: solo le donne li indossavano, a corte.
"Come ti senti?" domandò il Duca, posando una mano sulla sua gamba. Se il volto dell'uomo non aveva detto nulla ad Elijah, la sua voce risvegliò qualcosa in lui. Rammentava quella stessa voce che lo calmava e gli suggeriva di rimanere sveglio, di non chiudere gli occhi. Non avrebbe potuto dimenticarla: era profonda e con un leggero accento che non sapeva identificare, ma che gli faceva capire che l'inglese non era la lingua con la quale era cresciuto.
"Posso dire di aver passato momenti migliori" borbottò il ragazzo, facendo una leggera smorfia. L'ombra di un sorriso saettò sulle labbra del Duca.
"Posso immaginarlo. Cosa ricordi dello scontro?"
"Non molto" mormorò il giovane, abbassando lo sguardo "Ricordo la fuga e mio padre che mi incitava a correre e a non guardarmi indietro. Ricordo l'attacco a me e a mio padre e poi voi che mi portavate qui al castello"
"Nient'altro?" incalzò il Duca, inarcando le sopracciglia.
"Al momento solo questo. Forse domani potrebbero venirmi in mente altri particolari" rispose Elijah, gli occhi che cominciavano a chiudersi e il dolore che cominciava ad affievolirsi.
"Va bene. Riposa, domani continueremo questa conversazione" acconsentì l'uomo, alzandosi e schioccando leggermente le dita per richiamare la sagoma scura. Uscì dalla stanza, subito dopo aver scambiato qualche parola col dottore. Vide quest'ultimo avvicinarsi e fargli bere qualcosa, dopodiché sprofondò nel mondo dei sogni.
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Duca Nero (Solangelo)
FanfictionLe impronte sulla neve si confondevano tra loro: gli zoccoli dei cavalli, le zampe di Sirio durante l'attacco e le impronte degli stivali si mescolavano tra loro senza un senso logico. Grandi chiazze di sangue si erano allargate sotto i freddi cadav...