William non riusciva a prendere sonno quella sera, continuando a rigirarsi nel letto, pensando solo a quel bouquet di fiori. Aveva ipotizzato che fossero per la Duchessa Madre o per la sorella, ma i suoi sospetti furono presto smentiti. Sapeva bene che non aveva diritto di immischiarsi negli affari del Duca Nero, ma non riusciva a non pensare per chi fossero. Un amante segreto? Probabile, ma non aveva le prove per testare la sua tesi. Rassegnato, si tolse le coperte di dosso e si alzò dal letto con un sospiro, indossando la vestaglia, e si avvicinò alla finestra per osservare la luna piena. Era una notte serena senza nemmeno una nuvola, con le stelle che puntellavano il cielo notturno come diamanti.
Il rumore di una porta che si chiudeva lo riscosse dai suoi pensieri, facendolo avvicinare di soppiatto alla sua e aprendola cautamente. Dalla piccola fessura notò una figura camminare lungo il corridoio nella sua direzione, con un bouquet di fiori tra le braccia e un lungo mantello scuro che si muoveva alle sue spalle: il Duca. William chiuse piano la porta e, senza pensarci due volte, si infilò gli stivali e prese il suo mantello dalla panca ai piedi del letto per poi uscire dalla stanza facendo il più piano possibile. Scese rapidamente le scale e, arrivando nell'atrio vuoto, intuì che Nicholas doveva già essere uscito. Si affrettò a fare lo stesso e, chiudendosi piano la porta alle spalle, lo vide quasi al limitare del bosco con Sirio al suo fianco. Lo seguì cercando di stare non troppo lontano, ma nemmeno troppo vicino per rischiare che lo scoprisse. Si addentrarono nel bosco innevato e la neve fresca attutiva i suoi passi quel tanto che bastava perché il lupo non lo sentisse. Con il senno di poi si domandò se non avesse fatto un errore. Di certo non era normale seguire qualcuno in un bosco, nel cuore della notte e senza nemmeno sapere dove stesse andando. Per l'ennesima volta William maledì nuovamente la sua insaziabile curiosità: se il Duca lo avesse scoperto non era sicuro che sarebbe stato indulgente come le volte precedenti.
Rischiò di perdere l'equilibrio, ma si aggrappò prontamente al tronco di un albero per non cadere: aveva cominciato a camminare senza bastone, ma le sue gambe non si erano ancora rafforzate abbastanza per permettergli di camminare autonomamente e, come uno stupido, aveva dimenticato il bastone al castello. Nicholas, davanti a lui, continuava a camminare spedito con il vento che gli gonfiava il mantello, facendolo frusciare incontrollato alle sue spalle. William si strinse addosso il suo e continuò a camminare: ormai aveva perso la cognizione del tempo e non poteva nemmeno basarsi sulle stelle perché le fronde degli alberi coprivano il cielo. Dopo quelle che gli parvero ore vide gli alberi diradarsi, aprendosi lentamente su un alto promontorio a strapiombo sul mare. In verità non vedeva l'oceano, ma il rumore delle onde che si abbattevano sulle rocce era inconfondibile. Sulla cima del promontorio c'era qualcosa, ma era talmente scura e talmente lontana che William non seppe dire cosa fosse. Magari era solo una roccia.
Talmente impegnato a cercare di capire cosa fosse quella sagoma scura che non si accorse di una radice rialzata. Inciampò e finì lungo disteso nella fredda neve e, come se non bastasse, il rumore aveva fatto sì che Nicholas e Sirio lo notassero. Il ringhio del lupo lo fece subito immobilizzare ma, quando alzò lo sguardo per incrociare quello argenteo dell'animale, quest'ultimo si calmò subito avendolo riconosciuto.
Sentì i passi dell'uomo avvicinarsi e, poco dopo, le punte degli stivali neri del Duca entrarono nel suo campo visivo. Alzò lentamente lo sguardo e lo vide squadrarlo dall'alto della sua posizione senza dire una parola. Doveva offrire uno spettacolo davvero imbarazzante: lì, lungo disteso nella neve colto sul fatto da Nicholas mentre lo pedinava di nascosto nel cuore della notte. William si mise lentamente sulle ginocchia, tenendo il viso basso per non far vedere all'altro il suo imbarazzo, anche se sentiva il suo sguardo bruciargli sulla nuca.
"Prendete la mia mano" la voce gelida del Duca lo indusse ad alzare la testa e vide che gli porgeva una mano per aiutarlo ad alzarsi. La afferrò e Nicholas lo aiutò a tirarsi in piedi senza troppi sforzi.
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Duca Nero (Solangelo)
FanfictionLe impronte sulla neve si confondevano tra loro: gli zoccoli dei cavalli, le zampe di Sirio durante l'attacco e le impronte degli stivali si mescolavano tra loro senza un senso logico. Grandi chiazze di sangue si erano allargate sotto i freddi cadav...