Venom

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Due settimane dopo aver scoperto la verità sul passato di Octavian, gli eventi cominciarono a precipitare. Il re si era ammalato. Stando al medico di corte si trattava di una malattia intestinale, dato che presentava solo febbre alta e vomito, e stavano cercando di curarlo il più in fretta possibile. La regina passava tutti i giorni al suo fianco, lasciando ai suoi figli il compito di destreggiarsi tra i vari impegni reali. Octavian e William avevano deciso di collaborare per il quieto vivere, suddividendosi equamente i compiti, mentre Artemisia aiutava dove poteva, ma passando la maggior parte del tempo insieme alla madre.

"C'è qualche miglioramento?" chiese Nicholas, passando di fronte alla stanza del re, incontrando Artemisia.

"No, nessuno" sussurrò lei, affranta, chiudendosi la porta alle spalle. Nicholas riuscì solo a vedere un piccolo scorcio della regina, seduta al fianco del letto mentre parlava sottovoce al dottore "e questo mi preoccupa"

"Hanno detto che si tratta di una malattia intestinale. Sono certo che il medico riuscirà a curarlo" la tranquillizzò lui "Vi andrebbe di fare una passeggiata nei giardini? Vi farebbe bene pensare a qualcos'altro"

"Sì, forse può aiutarmi" ammise Artemisia, accettando il braccio che Nicholas le porgeva. Rimasero in silenzio fino a quando non uscirono nei giardini, il profumo dei fiori che li avvolgeva dolcemente. Nonostante il caldo che continuava a stringere la città in una morsa soffocante, i giardini reali offrivano zone d'ombra dove potersi riposare al fresco. Si sedettero all'ombra di un grande albero dalle ampie fronde, riparandosi dai caldi raggi del sole.

"Sono in pensiero per lui" mormorò Artemisia, giocherellando con un anello che portava all'anulare destro. Comparato con le dita affusolate della donna, il gioiello in oro risultava enorme, soprattutto la parte superiore finemente cesellata in delicati disegni.

"Così come tutti, Altezza" rispose Nicholas "ma sono certo che vostro padre si rimetterà presto. È di tempra forte"

"Sì, ma ormai non è più giovane come un tempo" Artemisia alzò gli occhi e rimirò i giochi di luce e ombra delle foglie dell'albero, mosse da una lieve brezza "Temo che se dovesse succedergli qualcosa... le conseguenze potrebbero essere peggiori del previsto"

"Cosa intendete dire?" domandò il Duca, inarcando un sopracciglio.

"Probabilmente nulla" la donna scosse la testa, lasciando che un sorriso mesto le distendesse le labbra "Vi prego di perdonarmi, ma oggi non sono di buona compagnia"

"La vostra famiglia è a conoscenza della malattia di vostro padre?" chiese Nicholas, permettendole di accantonare i discorsi di poco fa.

"Li ho avvisati, ma i miei figli sono ancora impegnati con il loro Grand Tour, anche se potrebbero comunque tornare a casa e mio marito... è ancora in viaggio presso le corti europee" disse lei, storcendo la bocca in una smorfia nel nominare il marito.

"La loro compagnia potrà esservi di conforto"

"Lo spero" Artemisia prese a giocherellare con il tessuto dell'abito "A volte vorrei poter aiutare i miei fratelli con i loro doveri reali. Potrebbero distrarmi abbastanza da tutto questo"

Nicholas rimase in silenzio, non sapendo cos'altro poter dire per alleviare lo stato d'animo della donna.

"Suppongo di dover tornare. Ho chiesto al dottore il permesso per dare la medicina a mio padre, ed è quasi ora" disse la donna, alzandosi in piedi, subito imitata dall'uomo "Vostra Grazia, vi sono riconoscente per avermi concesso questo momento di libertà"

Nicholas la osservò allontanarsi, mentre il vento portava con sé il profumo dell'estate.


Duca Nero (Solangelo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora