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LEGGETE L'ANGOLO AUTRICE. È IMPORTANTE!
Buona lettura!🥰

"Parigi! Resisti."  Continua a dirmi, sento che potrei svenire da un momento all'altro.
"Bogotà! Bogotà!" Sento che sta chiamando Bogotà e spero solo che possa arrivare presto perchè nonostante stia cercando ti tirarmi su per le gambe non è molto efficace.
"Bogotà nella biblioteca corri!" Continua a dire attraverso l'auricolare.
Cerco di resistere e prendere aria dai polmoni. I miei occhi fanno uscire delle lacrime copiose.
In una manciata di secondi arriva Bogotà che riesce a tirarmi di poco su, ma il cappio stringe e continua a non farmi prendere aria nei polmoni.
"Resisti!" Mi dice mentre da un coltello a Tokyo che sale le scale. "Taglia la corda, veloce!" 
E' questione di pochi secondi. Secondi che valgono come oro.
Bogotà mi afferra stendendomi a terra ed urla:"Gandia! Figlio di puttana!" 

Pian piano riprendo il respiro, lentamente e l'esofago brucia ad ogni manciata d'aria che prendo.
Afferro il braccio di Bogotà stringendolo in parte felice di avere ancora aria nei polmoni.

"Berlino..." Dico vedendolo arrivare.
"Cosa cazzo è successo?" Chiede in preda al panico.
"Gandia, ha tentato di ucciderla." Spiega Bogotà.
"I-io... Non respiravo." Dico ansimando in preda a degli spasmi.
"Stai tranquilla, ora ci sono io e non ti lascerò sola mai più." Mi dice Berlino lasciandomi un bacio sulla fronte riempita da delle goccioline di sudore.
Lentamente mi toglie la corda annodata dal collo cercando di non farmi male, ma il collo pizzica ed è tutto indolenzito a causa dei minuti in cui mi sono ritrovata senza piedi a terra. La testa continua a girare copiosamente e Berlino dopo alcuni secondi mi aiuta ad alzarmi. 

Lungo il corridoio mi ritrovo a rimettere in un vaso, mentre Berlino mi tiene i capelli accarezzandomi la schiena.
"Cazzo, che merda." Sussurro appoggiandomi al muro cercando di non fare caso al dolore al collo, ma risulta quasi impossibile portare a termine questa azione.
"Da quanto stai così? Nairobi mi ha detto che ancora ti persistono le nausee, i giramenti e le vertigini." Mi dice accostandosi a me.
"Credo sia un virus e poi prima..." Cerco di spiegare.
"Voglio che tu ti riposi." 
"Andiamo ora." Devio la sua affermazione, non posso stare con le mani in mano. Soprattutto ora che Gandia gira a piede libero.

Arriviamo nella stanza dove risiede Nairobi.
Respiro ancora leggermente affannata e non appena mi vede si lascia sfuggire un imprecazione poco carina.
"Parigi io ti uccido." Dice facendomi segno di sedersi vicino a lei su una sedia depositata a sinistra.
"Sorellina mia, su quello non ti preoccupare che già ci ha pensato Gandia e ci è quasi riuscito." Dico.
Mi siedo e subito Berlino prende parola verso l'infermiera:"Puoi guardargli il collo?" Chiede.
"Ma certo." Si avvicina con una crema ed una pastiglia.
"Questo è un anti-dolorifico. Se senti molto dolore puoi prenderla." Il dolore non è molto forte, è al limite del sopportabile.
"Non gli serve un anti-dolorifico ma un tes-" test di gravidanza. Questa parola si illumina nella mia testa prima che Nairobi riesca a finirla infatti prendo subito il braccio di lei e lo stringo, non molto forte, ma gli faccio intendere di stare in silenzio.
"Una tes... Testa nuova." Dico ridendo nervosamente. "Sai sono molto testarda di mio." L'infermiera annuisce non cogliendo il punto della mia frase, inventata su due piedi.

"Cosa ti è saltato in testa Rio?" Inizia ad inveire Denver contro il più piccolo della banda, ma anche uno dei più fragili. 
Mi spiego, da quando Rio è entrato nella Banca lo vediamo in modo decisamente diverso. E' taciturno, con delle espressioni che non rispecchiano il Rio sorridente della prima rapina alla Zecca di Sato. E' sempre stato un po' fragile ma addirittura far scappare un'ostaggio che sapevamo fosse pericoloso... 
"Non lo so. Mi sono bloccato." Dice Rio.
"E perchè ti sei bloccato?" Chiede Tokyo avvicinandosi.
"Dovevi sparargli." Continua a dire ad un palmo dal suo naso.
"Non sono un cazzo di assassino." Commenta.
"Non dovevi essere un assassino." Gli dice Denver.
"Non posso mirare al petto di un uomo per poi sparare come se niente fosse." 
"Non dovevi sparargli per ucciderlo ma almeno ferirlo. Sparagli ad una cazzo di gamba, o ad un piede!" Gli urla in faccia.
"Non ci sono riuscito, va bene?!" Urla voltandosi. " Non sono come te. Non sono come tutti voi! ha cominciato a parlarmi della famiglia, di suo figlio... Io non ci sono riuscito. Era disarmato, non ho potuto."
"Non hai potuto perchè hai un cazzo di trauma! Ecco perchè!" Continua ad urlare. "Ed io lo avevo detto, ed ora abbiamo un cazzo di assassino a piede libero che a momenti uccideva Nairobi e Parigi!" Urla.
"E non si fermerà. Me lo ha detto prima di andarsene e..." Faccio un sospiro e dico:"E lasciarmi li con un cappio al collo. Ci ucciderà tutti e non si fermerà davanti a nulla." 
"Dobbiamo attuare un piano." Inizia a dire Berlino che finora era stato in silenzio in disparte a riflettere come suo solito fare.
"Rio ci ha avvisati e Nairobi e Parigi ora sono vivi. E' questo che conta." Dice Tokyo facendo zittire Denver.

"C'è una cosa che ti dovrei chiedere Rio." Berlino si sposta davanti al ragazzo.
"Tu hai portato Gandia al bagno." Sentenzia.
"Si, e allora?" Risponde con acidità nel tono di voce.
"Quando lo hai riportato le hai messo bene le manette?" Chiede.
"Certamente." Risponde.
"Certamente! Cosi come è certo che Gandia è riuscito a togliersi le manette per magia."
"Per chi mi hai preso eh? Per uno stupido!" Rio protrae contro Denver.
"Per chi ti ho preso?! Dimmelo tu? Chi sei?! Da quando ti abbiamo liberato sei cambiato. Non sei più lo stesso! Sei più pappamolle." Gli dice quasi sussurrando l'ultima parola.
"Un deficente. Eccone chi mi hai preso!" Gli urla contro.
"Ora basta!" Urla Berlino destando un minimo di pace tra le due anime piene di fuoco dentro.
"Ha ragione Berlino. Ormai quello che è stato fatto non si può cambiare." Dico alzandomi e mettendomi di fianco a Berlino. "Dobbiamo trovare una soluzione invece. Sappiamo che Gandia non ha paura di ucciderci tutti, anzi lo farebbe con tanto di sorriso in volto mentre ci guarda dissanguarci uno ad uno o chissà cosa... Perciò invece di litigare come dei bambini crescete e pensiamo a cosa fare per prendere quel bastardo." Dico accorgendomi di aver zittito tutti e di aver puntati gli occhi di ognuno addosso a me.

"Sono d'accordo con Parigi. Dobbiamo pensare a Gandia.
Berlino." Lo richiama e lui si avvicina alla radio, mentre tutti siamo sugli attenti.
Il collo continua a fare male ma cerco di ignorarlo.

"Sono qui." Dice Berlino mentre il Professore dall'altra parte sta controllando tutte le videocamere che abbiamo posizionato all'interno della Banca.

A volte rifletto su questi anni, su come la mia vita sia cambiata.
In meglio ma anche in peggio.
Insomma essere ricercata dalla polizia non è molto bello. Non vivrò mai in pace ma così ho un gruppo di persone che considero la mia famiglia e darei la vita per loro. Sopratutto per Nairobi, ma anche per Berlino.
Se quel giorno in cui il professore venne a casa mia e di Nairobi non avrei mai avuto tutto quello che ho ora.
In questi casi penso sempre di essere realistica e mettendo tutta la situazione su un piano non sta andando bene. Non sta andando affatto bene.

L'andamento della rapina è critico non tanto per il rapporto con la polizia, ma quanto più per Gandia.
Lui è un arma a doppio taglio. Mentre attacca da una parte ne ferisce un'altra, e seppure noi siamo,si, più di lui, lui è più astuto e dobbiamo pensare a come prenderlo il prima possibile o non moriremo per mano della polizia con un colpo in testa o in prigione... Ma bensì per  Gandia che non si farà scrupoli a ucciderci tutti.

°♡°
In ritardo ma eccolo qui.
Fatemi sapere come è questo capitolo.

Vi faccio una domanda:
Avete visto/vi piace la serie "The umbrella academy" ?
Perché sto scrivendo una storia basata su questa e penso di farla uscire non appena finita questa sulla casa di carta, ma ancora sono indecisa. Fatemi sapere!!

Firmato
Animanera🖤

Molto meglio dell'oro.- Berlino Y Parigi./La casa di carta.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora