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"Berlino." Lo trovo seduto vicino alla radio dove si collega per parlare con il Professore.
"Ehi." Dice vedendomi e invitandomi a sedermi sulle sue gambe.
Cosa che faccio.

"Mi manchi." Mi sussurra all'orecchio mentre lascia un casto bacio nell'incavo del mio collo facendomi sospirare.
"Anche tu..." Gli dico dolcemente all'orecchio.
"Lo so... Mi mancano i nostri momenti di intimità..." Mi alzo dicendo:"Ma pensi sempre a quello?" Chiedi sbalordita.
"No, infatti stavo per dire che mi mancano di più le nostre coccole a letto la mattina." Dice prendendomi una mano e facendomi risiedere su di lui.
"Tre anni fa non avrei mai immaginato di vedere il Berlino freddo e narcisista diventare dolce come lo zucchero." Dico sorridendogli e facendolo subito ricomporre nella sua armatura.
"Non sono dolce." Dice mentre mi guarda.
"Ah no?" Chiedo ridendo di gusto sotto i baffi.
"Preferirei dire passionale e romantico, e magari anche elegante." Mi dice.
"Ma certo mio passionale e romantico signor Andres." 

Ad interrompere il nostro discorso è Palermo che entra nella stanza e allo stesso tempo la radio, il Professore sta chiamando Palermo e Berlino.
Mi alzo dalle gambe di Berlino e lo lascio andare vicino a Palermo.

"Palermo, Berlino mi ricevete?" Chiede il professore.
Palermo risponde e dice:"Ci siamo tutti e due."
"Entreranno, dovete riunire tutti. Ripeto: entreranno." Dice il professore.
Palermo e Berlino si guardano e quest'ultimo prende la radio e chiede al professore:"Quando e che tipo di attacco?" Mi avvicino a loro.
"Non lo so ancora, restate connessi."
Queste sono le ultime parole del professore.

Berlino mi guarda:"Va a chiamare Nairobi." Annuisco ed esco dalla stanza.
Scendo con l'ascensore al piano sottoterra e non appena mi si aprono le porte cammino a passo svelto verso mia sorella, intenta a controllare le pepite d'oro.
"Parigi, cosa succede?" Mi chiede togliensoi i guanti dalle mani e venendomi in contro.
"Devi venire." Dico.
Annuisce e avverte l'uomo a cui lasciamo fare tutto il lavoro, da capo, per il tempo necessario.

"Cosa succede?" Chiede mentre risaliamo con l'ascensore.
"Ha chiamato il professore."
"E cosa ha detto?"
"Entreranno."
"Quando?" La sua faccia è sconvolta.
"Non lo sappiamo. Non sappiamo da dove, come o quando." Dico,  mentre lei starà imprecando in tutte le lingue del mondo.

Raggiungiamo la biblioteca e vediamo Berlino e Palermo davanti a tutti.
"Signore e signori entreranno e sappiamo tutti." Dice Palermo.
"Cosa significa?" Chiede Tokyo con lo sguardo fisso su Palermo.
"Giusto... Mi piacerebbe avere più informazioni, ma sfortunatamente non ne abbiamo." Risponde Palermo.
"Quindi non ci resta che una sola strada: usare la violenza come metodo deterrente."
"Cosa?" Chiedo.
"Quando vedremo apparire il primo blindato lo faremo indietreggiare..." Dice Palermo.
"E' il piano del professore?" Chiedo.
"Abbiamo perso il contatto col professore e non so se è un problema tecnico o qualcosa di più grave." Dice Berlino guardandomi con serietà.
"Il punto è che siamo soli." Tokyo si avvicina ai due dicendo:"Aspetta un attimo... Entreranno e non sapete se lo faranno con i blindati, calandosi dalle finestre o passando per le fogne." Dice Tokyo verso Berlino che la guarda con superiorità.
"Sto con Tokyo."  Dico di punto in bianco, mentre mi avvicino a lei che mi guarda.
Tante volte, durante la prima rapina ci stavamo per ammazzare, ma se c'è una cosa che ho capito è che devo stare con chi credo sia meglio stare senza crearmi troppi problemi.

"Dove cazzo la ce l'hai questi missili? Ma dico siamo tutti impazziti qui! Siamo entrati qui lanciando denaro. Non sarebbe mai una strategia del professore, lui cercherebbe di guadagnare tempo." Dice Tokyo.
"La signora grilletto-facile ora propone di guadagnare tempo!" Esclama Palermo mentre Berlino si passa una mano sulla faccia. "Cosa credi? Lo sai benissimo che se usiamo gli anti-carro non ti daranno mai Rio."
"Finiscila. Il vostro piano è troppo azzardato." Dico guardandolo male, e il suo sguardo è ricambiato.
"Ci bruceranno con il napal! Che cazzo! Svegliatevi!" Urla.

Si crede il capo del mondo.
"Parigi." Mi richiama Berlino che nel frattempo ha preso un arma.
"Lasciami." Dico scrollandomi la sua mano dalla spalla.
"Mi dispiace." Mi dice mentre esce dalla stanza seguito da tutti gli altri.
Alla faccia dell'unità di gruppo.

"Tokyo..." La richiamo vedendola con lo sguardo fisso in un lato impreciso. "Cosa facciamo?"
"Non lo so." Dice veniamo distolte dalla voce del professore alla radio.
"Il professore." Dico mentre mi precipito alla radio.

"Palermo. Palermo, mi ricevi?" Chiede.
"Sono Parigi, Professore."
"Parigi stanno immettendo nella banca gas narcotico." Mi dice.
Guardo Tokyo ed insieme corriamo alla ricerca degli altri.

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Quello che è successo dopo è stato come l'inferno.

Abbiamo costretto i blindati a ritirarsi costringendoli in un luogo senza via d'uscita poi Berlino ha fatto il suo grande ingresso in teatro.
Inutile dire che sono rimasti tutti esterrefatti nel vederlo vivo e vegeto.
Sono stata sempre di fianco a lui, come a fargli capire che c'ero e che ero con lui nonostante la sua testardaggine nel non darmi mai ascolto.
Li abbiamo legati successivamente e costretti a cantare il nostro inno "Bella ciao" per poi mandare il video alla polizia nella tenda.

Ed ora ci troviamo tutti dispersi nella Banca chi ha fare il proprio turno e chi a riposarsi, mentre speriamo che il Professore ci dia buone notizie.

"Ce l'abbiamo fatta!" Urla Tokyo saltandomi in braccio correndo.
"Non ci credo!" A noi si unisce anche Nairobi.
Incredibile come possiamo essere così felici con poco.
Io e Berlino siamo davanti all'entrata insieme agli altri ad aspettare l'arrivo di Rio, l'arrivo tanto atteso quanto sudato.
Stringo la mano di Berlino sorridendo. Dall'esterno si sentono le urla da parte della folla che ci sostiene urlare il suo nome.

Le mani tremano come non mai.
Apriamo le porte da cui facciamo uscire degli ostaggi.
Tokyo scende di sotto e vediamo Rio entrare nella Banca con un grande sorriso compiaciuto e si abbraccia con Tokyo.

"Che cazzo ci fate nella Banca di Spagna?" Chiede mentre si bacia con Tokyo.
"Siamo venuti a riprenderti!" Risponde Tokyo baciandolo ancora. Si vede che si sono mancati.
Sorrido, sono così contenta per loro.

"Chiudete le porte." Dice Denver rivolto verso Helsinki.
Proprio mentre si stavano per chiudere le porte si vede una figura catapultarsi letteralmente tra le due porte pochi secondi prima che si richiudessero del tutto.
Denver ed Helsinki si avvicinano con i fucili puntati e li segue subito dopo Berlino.

"Non sparate! Sono disarmato!" Esclama l'uomo. Questa voce mi sembra così familiare. "Sono Arturo Roman." Continua.
Spalanco gli occhi e mi avvicino.
"Arturito?"  Chiede Berlino in sincronia con Denver.
"Non può essere..." Sussurro. Si alza e lo mettiamo con gli altri ostaggi. Anche se di suo non è un ostaggio, si è buttato nella fossa dei leoni come un vero e proprio deficiente.

Ci disponiamo tutti di fronte a Rio che nel frattempo butta fuori qualche lacrima di gioia e noi che gli battiamo le mani.
"Fottuti pazzi! Potevate starvene fuori a vivere la vostra bella vita da milionari e invece siete venuti qui!" Esclama urlando. "Sapete cosa avete scatenato là fuori?" Chiede sarcastico indicando la porta da cui è entrato. 
"Abbraccia il tuo Helsinki!" Esclama il soldato serbo, a cui si accinge ad abbracciarlo.
Passa poi da Denver e Monica fino ad arrivare a Nairobi.

"Piccolo fatti baciare!" Esclama abbracciandolo e baciandogli la guancia.
"Come stai, bellissima?" Gli chiede cingendogli i fianchi.
"Contenta come se ti avessi partorito!" Esclama la corvina.
"Siete dei grandi." Dice Rio.
"Si, siamo dei grandi, ma ci ha spinti a farlo la tua fidanzatina!" Esclama.

"Berlino, non ci credo!" Esclama vedendo Berlino.
"Rio..." Dice andandogli incontro.
"Berlino ti credevo sotto terra."  Gli dice abbracciandolo.
"Sai com'è: l'erba cattiva non muore mai!" Esclama.
"Parigi stai ancora con questo pazzo?" Mi chiede mentre fa qualche passo verso di me.
Che bello vederlo con il sorriso stampato in volto, un sorriso pieno di gioia.
"A quanto pare. Non mi vuole lasciare andare." Dico ridendo per poi abbracciarlo mentre mi solleva da terra facendomi fare un giro su se stesso.
"Mi sei mancata così tanto. Mi siete mancati tutti!" Dice mentre gli stampo un bacio in guancia.
"Anche tu ci sei mancato." Dico lasciandogli una carezza.

"Dovete scusarmi ma ora è il mio turno.
Torniamo tra un po'." Dice mentre prende sotto braccio Rio e se lo porta via.
Sorrido uno degli obiettivi per cui siamo qui lo abbiamo realizzato.

°♡°
REVISIONATO

Firmato
Animanera🖤

Molto meglio dell'oro.- Berlino Y Parigi./La casa di carta.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora