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-Prima che Gandia sparasse-

Pov's Berlino

Stiamo resistendo. O almeno ci stiamo provando, siamo alle strette.
Tengo dietro di me Parigi,  ha dato la sua pistola a Manila, la cugina di Denver.
Arriviamo nell'atrio, sento il respiro di Parigi arrivare a forza. Non sopporta vedere sua  sorella così.
Non abbiamo mai parlato molto di lei e Nairobi, sul fatto che sono sorelle ma da subito, sin dal primo istante, ho visto che sono legate.
Se una è in pericolo l'altra rischierebbe la vita in qualsiasi caso. Questo mi mette paura.
Ho paura che possano commettere entrambe delle pazzie inutili non stando bene attente alle loro azioni.

"Balliamo un po'? Dai su balliamo." Dice Gandia facendo fare dei passi come se stessero effettivamente danzando con Nairobi.
"Tesoro così cadi però." Si rivolge a Nairobi che tira su con forza facendogli rilasciare un sospiro di dolore a causa dell'operazione che ha subito da poco più di un giorno.
Posso solo immaginare cosa frulla in testa a Parigi.

"Ops, scusa." Gli dice con sarcasmo evidente nel tono di voce.
"Basta così Gandia. Hai dato spettacolo ora lasciala." Gli dico tenendo ancora il fucile abbassato come vuole lui.
"Guarda il tuo amico grassone, fai ciao." Gli dice riferendosi a Helsinki.
"Basta così, liberala."  Gli dice Bogotà.
"Con calma." Risponde.
"Con calma un cazzo Gandia, abbiamo un accordo." Ribatte irritata Parigi.
"Tranquilla, sta tranquilla.
Ora la libero. Ora la libero." Dice mentre toglie la corda dal collo di Nairobi.
Fa dei lenti passi, e vedo Parigi allungarsi verso di lei.
Istintivamente la tengo per un braccio bloccandola,  non può sbagliare  adesso.
Lo sposta bruscamente facendola lasciare, vorrei prendere tutto il coraggio che ho per ribattere adesso e ricordargli quanto è importante restare razionale.
Raggiunge Nairobi zoppicante e probabilmente piena di dolori.

In un attimo in cui tutto sembra risolto, in cui sembra che Gandia sia davvero convinto di mantenere la parola sull'opzione che abbiamo scelto che chiama Nairobi.

"Meticcia... ti avevo detto che ti avrei uccisa."
Parigi è voltata di spalle e la vedo spingere a terra Nairobi, come se sapesse già cosa succederà.
Due spari riecheggiano nell'aria.
Uno a Nairobi e uno a Parigi.kk
Sento il cuore perdere non un battito, ma perdere definitivamente la sua attività motoria.
La vedo cadere a terra, priva di sensi.

Un urlo si staglia sulle labbra di tutti membri della banda ad eccezione di me.
Tutti cominciano a sparare, io li imito con la mano tremolante e la vista appannata.
Non lei, non la mia lei.
Una delle  poche persone che io abbia mai amato davvero. Forse l'unica.

Vedo Denver avvicinarsi e correre contro Gandia, non ho il coraggio di contestare o di dare ordini.
Mi avvicino a Parigi di corsa, mentre una macchia rosso scarlatto si estende sul pavimento.

Volgo lo sguardo verso Nairobi. Non oserò nemmeno immaginare la reazione che avrà Parigi sempre che lei non sia... Scaccio via i brutti pensieri.

"Bogotà, Stoccolma!" Li richiamo a gran voce.
"Eccoci Berlino." Mi dice la donna.
"C'è polso ma sta perdendo molto sangue." Constata Bogotà.
"Facciamo in fretta." Dice Stoccolma.
"C'è forse di uscita." Dico controllando che il proiettile sia fuoriuscito.
Una cosa che va a nostro vantaggio. Non ci sarà bisogno di operare per tirare fuori il proiettile per fortuna. Ma allora... "Perché non si sveglia?" Chiedo spalancando gli occhi.
"Berlino devi stare calmo. La pressione non aiuta al momento, e poi nel suo stato tutto questo stress non fa bene." Dice. "Dobbiamo contattare il Professore." Lo blocco. Cosa intende con 'il suo stato'? Sta male, cosa aveva? Comincio a pensare al peggio.
"Bogotà... Nairobi..." non finisco la frase che mi ferma dicendo:"Lo so. Ucciderò quel figlio di puttana con le mie mani." Una  lacrima gli solca il viso, e così a me.

Molto meglio dell'oro.- Berlino Y Parigi./La casa di carta.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora