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Tokyo e Rio se ne vanno da qualche parte. Probabilmente a pomiciare e a parlare, non si sono visti per mesi e non oso nemmeno immaginare come mi sentirei se fosse successo a me a Berlino.
Probabilmente sarei crollata al solo pensiero che gli stessero facendo del male... Non posso nemmeno pensarci.

Ci rimettiamo tutti a lavoro.
Un capogiro improvviso mi colpisce violentemente la testa e mi costringe a fermarmi al centro del corridoio che previene l'ascensore.
Mi appoggio al muro tenendomi la fronte con una mano cercando di riprendere lucidità.

"Bea... Cosa succede?" Mi chiede mia sorella avvicinandosi e tenendomi per un braccio, scrutando la mia faccia in cerca di indizi.
Quando sento che la terra sotto di me non fa più qua e là alzo la testa strizzando gli occhi più volte.
"Un capogiro, nulla di che." Dico staccandomi dal muro, ma per un passo che faccio il corridoio comincia a girare intorno a me.
Cosa mi sta succedendo?
"Solo?" Mi chiede Nairobi vedendo che afferro la sua spalla per evitare di cadere a terra.
"Sarà solo stanchezza, andiamo." Dico. Ma ad ogni passo mi reggo a Nairobi che mi guarda e dice:"Questa cosa mi puzza. Da quanto non riposi come si deve?" Chiede.
"Non lo so..." Rispondo.
"Lo sai che quando lavoriamo laggiù ci stanchiamo e abbiamo bisogno di dormire un po'. Facciamo a turno a posta per questo." Mi dice arrabbiata, fermandosi e guardandomi come una sorella maggiore guarda la sorella minore.

A volte mi capita di pensare al nostro rapporto.
E' speciale. Non siamo quelle che si abbracciano e si baciano dimostrandosi affetto, ma posso affermare che è molto gelosa e lo so che ci tiene a me e si preoccupa per me proprio per questo.

"Hai ragione, appena scendiamo mi prendo il panino che avevo per pranzo. Sarà un calo di pressione o qualcosa del genere." La rassicuro mentre ricominciamo a scendere.
La testa sembra così pesante, faccio fatica persino a tenere gli occhi aperti... Ma non mi sento stanca, solo questi stupidi capogiri mi stanno facendo venire anche il mal di testa.

Mi siedo a terra chiudendo gli occhi e stringendo tra le mani la bottiglietta in plastica di acqua.
Apro per un attimo gli occhi e vedo la figura slanciata di Berlino venire verso di me, dopo che finisce di parlare con Nairobi che lo starà informando dei progressi ma anche del mio stato. 
Quest'ultima cosa mi fa venire il nervoso... Comincerà con la solita ramanzina sul fatto che non mi riposo, penso solo agli altri e mai a me stessa.

"Come stai?" Chiede guardandomi dall'alto.
"Meglio." Dico io sospirando.
"Sul serio?" Chiede abbassandosi alla mia altezza costringendomi a guardarlo, poichè mi prende per il mento.
"Si... Ho solo qualche capogiro." Dico stappando la bottiglia e prendendo un sorso d'acqua nella speranza che abbia qualche effetto di beneficio su di me.
"Sai che non mi piacciono le bugie, e tu ora me ne stai raccontando una. Voglio la verità Beatrice." Dice sussurrando il mio nome per non farsi sentire. "Nairobi mi ha detto che quasi cadevi prima e che sei scesa appoggiata a lei."
"Si è vero. Non mi sento benissimo,ma sarà lo stress." Dico.
"Vieni con me, voglio che ti riposi su un divano e che ti prenda qualcosa."
"Berlino, aspetta." Dico mentre sento una strana sensazione dentro.
Un brutto presentimento forse? 
Reprimo questi pensieri e gli dico:"No, nulla." Sorride e mi aiuta a camminare.

Raggiungiamo la biblioteca e mi da una pillola ed un bicchiere di acqua.
"Grazie." Dico mandando giù la pastiglia bianca.
"Tutto per te. Questo sarebbe il minimo." Mi dice, sorrido e appoggio la testa sul suo braccio.
"Non vedo l'ora di uscire di qui." Gli dico sincera.
"Perchè? Ti sei già stancata?" Mi chiede.
"No, l'adrenalina  e la paura che ti fotte un po' mi mancava dalla prima rapina."
"E allora qual'è il problema?" Chiede mentre mi accarezza i capelli.
"Non mi dispiaceva quella casetta che avevamo comprato. Le giornate passate a prendere il sole, i bagni, le passeggiate... Per non parlare delle belle feste a cui andavamo... A te non manca?" Chiedo.
"Mi manca passare il tempo da solo con te. Non vedo l'ora di essere da soli su un'isola deserta con un motoscafo per andarcene quando vogliamo." Dice baciandomi. 
Quando mi stacco un'immagire di una casetta in riva al mare e Berlino con imbraccio una bambina dai capelli marroncini e gli occhi chiari.
"E i bambini?" Chiedo con aria sognante.
Sento il suo corpo irrigidirsi e guardarmi.

"Scusa, non dovevo." Dico ricordando la sua opinione su questo ambito della vita di coppia.
"Tranquilla..." Abbasso lo sguardo. 

Da piccola sognavo sempre di avere dei bambini che gironzolavano nella mia casa dei sogni... Certo non credevo sarei arrivata ad essere una criminale.
Il mio sguardo triste, seppure camuffato, si può notare a chilometri di distanza.

"Sai cosa penso riguardo i bambini." Mi dice, non ha un tono duro, cattivo ma bensì dolce mentre mi accarezza delicatamente una guancia. 
"Lo so... Ho sbagliato io non intendevo dire ch-..." Mi blocca mettendo un dito sulle labbra.
"Ma... Con te ho cambiato prospettiva su tante cose." Alzo lo sguardo sul suo viso.
"P-perciò?" Chiedo balbettando.
"Un figlio con te mi migliorerebbe solo la vita." Spalanco gli occhi. 
Non ci posso crede. In tre anni di relazione non ne abbiamo mai parlato proprio perchè sapevo cosa pensava a riguardo, e una cosa così mi tocca il cuore facendomelo esplodere direttamente nel petto dall'emozione.
"Sul serio?!" Chiedo incredula.
"Si, ti amo così tanto che voglio un figlio con te più di tutto."  Dice. "Ti amo più dell'oro." Mi dice guardandomi.
Sorrido e gli dico:"Tu sei molto meglio dell'oro."

 Ci baciamo fino a ritrovarci uniti da un legame che mai si spezzerà. Il nostro non è 'fino a che morte non ci separi, io credo che continuerò ad amarlo anche dopo la morte.

"Ti amo." Dico mentre si sistema meglio sul divano che ci sta ospitando da più di due ore.
"Ti amo anche io Andres. Non immagini nemmeno quanto." Gli rivelo.
"Dobbiamo andare." Dico cominciando a rimettere la tuta e passandogli la sua.
"Ci daranno per dispersi." Dice.
"Che lo pensino, a me basta stare con te." Gli rispondo sprgendomi e facendo unire le mie labbra con le sue in un bacio.
Chi lo avrebbe mai detto di vedere Berlino in questo stato?
Sorrido e quando siamo entrambi pronti usciamo dalla biblioteca.

I capogiri sono spariti del tutto, ma ho ancora un lieve mal di testa. Nulla di che, è sopportabile. Qui dentro mi potrebbe accadere di peggio di un semplice mal di testa.

"Tutto bene?" Mi chiede.
"Si, sto bene." Gli dico rassicurandolo, o almeno cerco di farlo.
"Sicura?"
"Solo un leggero mal di testa. Passerà." Mi guarda preoccupato, gli prendo le mani fermandolo e gli dico:"Tranquillo. Sto bene, non ti preoccupare. Ok?" Gli chiedo e lui dopo aver stentato un po' mi risponde.
"Va bene, ma al minimo malessere me lo devi dire."
"Certo, signor capitano. Tu devi andare altrimenti Palermo potrebbe prendere il tuo post." dico ridacchiando.
Sorride ed insieme andiamo ognuno a fare il proprio lavoro.

Infatti scendo nel sotteraneo dove trovo Nairobi che subito mi tempesta di domande.
"Sto bene, sul serio. Voglio darmi da fare." Gli dico e solo allora mi da dei guanti.
Non vedo l'ora di essere fuori di qui.

°♡°
Parigi si sente male e Nairobi, da buona sorella quale è,  chiama subito Berlino...
Cosa succederà?🤫
Un semplice malore o qualcosa di più grave?🥺
Vi lascio con il dubbio, vi amo ahahah💖

REVISIONATO

Firmato
Animanera🖤

Molto meglio dell'oro.- Berlino Y Parigi./La casa di carta.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora