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Stretta nella salda presa di Lisbona scendo le scale e quando tutti sono alcuni passi più avanti rispetto a noi la fermo e lei non capendo mi dice:"Cosa succede?" 
"Tranquilla, solo devo dirti una cosa. Il Professore credo che lo sappia perchè Berlino glielo ha detto." Dico.
"Non farmi stare in  pena, dimmi." Mi intima a continuare.
"La prima cosa è: Berlino mi ha chiesto di sposarlo, una volta fuori di qui." I suoi occhi diventano lucidi. Mi guarda sorridendo, e poi dice:"La seconda cosa?"
La guardo e poi dico:"Sono incinta, Raquel." Una moltitudine di lacrime si formano sul suo volto facendo commuovere anche me.
"Sul serio?" Annuisco felice e lei mi abbraccia.

Siamo sole in un ufficio, parlando di tutto quello che gli è capitato.
"Poi quando sono stata trovata dalla polizia hanno finto il mio omicidio e mi hanno portato alla tenda. Mi hanno tenuta lì senza far sapere niente a nessuno ma poi Sergio ha trovato il modo per farmi uscire. Ciò che ti sto per dire ti sembrerà assurdo ma... in dieci ore hanno scavato un tunnel di circa dieci metri e costruito una famosa parete, così perfetta che nessuno si è accorto di niente." Finisce il suo racconto.
"Wow, le ultime ore non sono state movimentate solo qui dentro allora." Dico destandomi dal mio stato di ascoltino assoluto silenzio.
"Già." Mi dice.
"Chi ti ha interrogato nella tenda?" Chiedo con curiosità.
"A volte entrava Tamajo, ma era sempre Alicia Sierra a cercare di estorcermi informazioni." Rivela. "Stava per farmi fare il numero di telefono per chiamare mia madre e Paula ma poi un membro della polizia è riuscito ad entrare e subito ho riconosciuto il suo orologio." 
"Alicia..." Dico riflettendo. "Sai qui dentro io e Berlino abbiamo meno tempo per parlare in generale ma sento come un collegamento." 
"Collegamento?" Chiede con fronte corrucciata. Nemmeno io capisco cosa sento o penso a riguardo ma so per certo che Alicia Sierra oltre ad essere una persona crudele, senza sentimenti, che tortura le persone senza provare niente. 
Rio ha raccontato, in un momento di massima confidenza, di quanto lei si accanisse su di lui ma non in modo fisico come spesso si vede fare nei film ma lo abbindolava con le parole.
Certo, lo torturavano anche a livello fisico ma la vera tortura agiva a livello psicologico.

'Se mi dici il nome di un trasportatore, anche solo uno, avrai qualcosa in cambio.'

'Dove si trova il Professore? Se me lo dici ti lasceremo in pace.'

Queste erano le frasi che quella donna diceva a Rio. E' incinta ance lei, e da quanto ne so gli manca poco per partorire, e dare alla luce il suo piccolo.
Le donne incinte di solito sono dolci, mentre lei è crudele.

"Si, come se Berlino fosse collegato a lei in qualche modo. Non mi ha mai detto cosa pensa di lei, insomma il professore ci aveva accennato qualcosa su di lei e sul suo conto ma se io accennassi solo a lei, lui, svierebbe il discorso." Dico fino ad ora guardandomi le mani:"Non capisco." 
Esita nel rispondere per poi dirmi :"Magari è solo un tuo presentimento.
Già, forse è solo un mio presentimento. Magari è tutto nella mia testa.
"So che stai cercando di parlare di tutto tranne che di lei." Dice pochi minuti dopo, spezzando il silenzio che si era creato.

Lei.
Forse è così, forse non ne voglio parlare. 
Forse non voglio affrontare il problema, i miei sentimenti, ciò che sento in questo momento.

Non dice nulla ma so che sta aspettando che io inizi a parlare perchè tra noi è così. Quando una o l'altra sta male e deve dire qualcosa che la turba, e la fa stare male, aspetta. Quando ovviamente non se ne vuole parlare ma poi alla fine cediamo sempre perchè entrambe siamo consapevoli di essere delle tombe su determinati argomenti.
Argomenti delicati, quelli che ci toccano il cuore, quelli che ci impegnano la testa tutto il giorno non facendoci fare niente.
A dire la verità non saprei nemmeno come spiegare questa situazione che si crea, ma è un po' come una seduta dal psicologo. Il medico sta in silenzio aspettando che il paziente si apra esponendo l'argomento, il problema che causa tanto "cattivo umore".

"Lei non doveva morire. Ho provato a salvarla ma non è servito." Dico chiudendo gli occhi e mettendo entrambe le mani su essi. Non dice nulla, segno che il silenzio vale più di mille parole. Mi sta intimando di andare avanti. "Lei era mia sorella, l'ottimista, positiva e sempre allegra Nairobi. E lo sai quale è il problema?" Dico con le lacrime agli occhi. 
Scuote la testa in segno di negazione e allora continuo:"Dentro di me provo una rabbia indescrivibile, quel figlio di puttana gli ha sparato e lei era disarmata, ferita. Uscita da poco da un'operazione. Vorrei uccidere con le mie mani quel figlio di puttana e non mi interessa delle conseguenze vorrei solo vederlo soffrire mentre stringo le mie mani sul suo collo, mentre ripensa a sua moglie a suo figlio." Dico con lo sguardo perso nel vuoto.
"Parigi, cerca di restare con la mente lucida." Mi suggerisce. Ma questo lo so già.
Restare a mente lucida. Perfetto.
"Lo so, e lo farò solo per il bene della rapina perchè avrebbe fatto così Nairobi. Ma se mi fermo a pensare... Ha sofferto? Qual'è stata l'ultima cosa che ha pensato? E quella che ha visto? Mi avrebbe detto 'ti voglio bene'?" Chiedo ormai piangendo a dirotto.
"Ascolta non tenerti tutto dentro, non ti fa bene. Anzi ti fa male, malissimo e se devi urlare, urla. Se devi piangere, piangi. E, mi prenderai per pazza, ma se vuoi ridere , ridi. Ma non ti bloccare mai. Certo il dolore ci sarà, questo è ovvio. Forse se ne andrà domani, forse tra un mese o forse non se  ne andrà mai questo vuoto che ti comprime il petto ma non ti fermare mai. Vai avanti, cadi ma rialzati. Il dolore ti fa bene perchè ti aiuterà a superare il lutto ma vivi per lei, perchè sono sicura che lei vive in te. E sarà sempre qui." Dice poggiando la sua mano all'altezza del cuore. "Ne sono sicura, lei ti voleva bene. Anzi ti amava. E non ti vorrebbe vedere mai così per lei. Lo sai, e forse meglio di me." Le sue parole mi aprono gli occhi ma allo steso tempo mi fanno male. Sento uno squarcio nel cuore. Una ferita che sembra non volersi richiudere.
"Ti ringrazio." Dico semplicemente per poi farmi trasportare in un abbraccio colmo di bene. Questo mi aiuta a superare questi momenti ma ho paura che non supererò mai la sua morte. Non supererò mai la morte di Agata. Non supererò mai la morte di mia sorella, perchè da quando lei non c'è un pezzo di cuore se ne è andato e nessuno mai sarà in grado di colmare questo vuoto.

°♡°
Buona domenica!!
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Animanera🖤

Molto meglio dell'oro.- Berlino Y Parigi./La casa di carta.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora