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Ci guardiamo tutti.
Non sappiamo come agire, come intervenire.
La priorità è uscirne tutti vivi e senza lesioni.
In tutti i casi Nairobi ne uscirebbe... Morta, e non solo lei.
Non mi fido di Gandia non si fermerà. Non si arrenderà così. Non così facilmente. Non mi fido, qualcosa mi dice che  se scegliessimo l'opzione uno lui sparerà e se potrà ci farà fuori tutti.
Nairobi ridacchia per quanto possibile e gli dice:"Che cretino! Che idiota!" Continua:"Gandia, tesoro, non ne sei capace. L'altro girno sono arrivata con la mia amica e ti abbiamo fregato alla grande." Gli dice. Sa che così facendo lo farà innervosire.
"Sta zitta." Le intima.
"Perchè Tokyo ti ha fatto un trucchetto di merda con l'acqua per terra..."
"Nairobi ora sta zitta." Cerco di farla stare in silenzio.
"La maniglia ti ha preso in pieno la faccia, e tu sei finito KO. Dove sono finite le tue palle da super macho spagnolo." Dice.
"Perchè sta facendo così?" Chiede Helsinki sussurrando.
"Vuole salvare Tokyo." Dico asciugandomi le lacrime che fino ad adesso rigavano le mie guance.
"Sei un incapace, davvero Gandia." Continua a dirgli.
"Sa che se la uccide, noi lo uccideremo." Dice Berlino all'auricolare.

"E' tutta la vita che aspetti questo momento, non è così Gandia? Con i tuoi soldatini del cazzo ben addestrati, poi però arrivano due ragazze e ti fanno il culo per bene."
"Ti sparo adesso?" Gli chiede.
"Sorprendimi." Detto ciò mi allontano come se fossi scottata dalla scena. Con le mani nei capelli. Perchè lo sta facendo? Per quale cazzo di motivo lo sta facendo?
Non sento nessuno sparo solo due mani, delicate che mi prendono per le spalle. E' Stoccolma.

"Parigi..." Mi richiama.
La guardo ma la sua figura mi appare offuscata.
"Per quale cazzo di motivo sta facendo così? Muore dalla voglia di farsi ammazzare da quel bastardo. Incapace di rispondermi mi riporta con gli altri.

"Dobbiamo tirarla fuori, subito." Dico verso Berlino e Palermo.
"Se lo lasciamo uscire, farà quello che vuole non credo alla sua parola." Risponde Palermo. "Dobbiamo aspettare." Sussurra.
"Cosa cazzo vuoi aspettare? E' li per colpa tua. Tu hai liberato quell'assassino figlio di puttana. Dobbiamo liberarla. Siete tutti d'accordo?" Chiedo attraverso l'auricolare.
Annuiscono tutti così Berlino richiama Gandia.
"Ti lasciamo uscire."
"Bene, molto bene." Dice.
"Ecco come funziona, vedrete sempre Nairobi. Andremo avanti con la mia pistola puntata alla sua testa. Quando mi dirà che siete tutti contro il muro a destra usciremo. A partire da quei due idioti lassù!" Dice urlando e riferendosi a Rio e Denver.

"Denver, Rio avete sentito? Scendete subito." Dice Berlino attraverso l'auricolare.
Si sentono strisciare per un minuto e dopo poco li vediamo arrivare.
Si avvicinano a lei e Denver gli chiede:"Come stai?" 
"Mi è saltato... Qualche punto." Gli dice.
La faccia di Nairobi è stanca e pallida.
"Dove sta?" Gli chiede.
Scuote la testa e dice:"Non lo so." 
"Dov'è?" Gli ripete.
Continua scuotere la testa per poi dire:"Non lo so Denver, non lo so."
"Denver." Lo richiamo con calma comprendendo benissimo il suo stato d'animo.
"Siamo qui, grandissimo figlio di puttana." Gli dice Denver per farsi sentire.
"E l'altro?" Domanda e Rio gli risponde:"Ci sono, sono qui."
"Bene, inizierò a slegare Nairobi." Dice e poi, seppur piano, sentiamo dire da Gandia:"Meticcia vuoi dire qualcosa prima che si aprimo le danze? No? Va bene." 
Ci mettiamo tutti alla parete.
La testa di Nairobi si leva da quello stupido buco e ne esce fuori con Gandia la tiene con una cordicella intorno al collo.

Il mondo mi crolla addosso. Non è la mia Nairobi. Non è la Nairobi di sempre.
So che ha una ferita d'arma da fuoco, so che la situazione che sta vivendo di certo non migliora il suo stato di salute ma più la guardo e più mi viene da pensare: Perchè a lei? Perchè quel proiettile doveva colpire lei? Perchè non ha dato ascolto al professore e andare dritta in biblioteca? Li sarebbe stata al sicuro. Li non avrebbe rischiato lei la sua vita.
Ed io? Io darei la vita per lei e se ce ne sarà bisogno, sono certa lo farò. Lei si è presa sempre cura di me, ed ora è lei quella in pericolo.
Lei ha bisogno del mio aiuto.
Adesso.

Ha la pistola di Gandia puntata alla testa. E' lei che ha la fredda pistola puntata ma è come se stesse succedendo a me. Non mi fido di Gandia, nessuno si fida di Gandia.
Se non fosse per lui che la tiene ben salda cadrebbe a terra.

"Vi voglio contro il muro, e le armi abbassate." Dice.
Sono l'unica a non avere un'arma con me e mi sento esposta, avendola data a Manila non ho pensato a procurarmene un altra.
Berlino mi tiene dietro di se, con fare difensivo.

"Mi conosco vi chiederei di buttarle a terra, ma vedervi disarmati mi farebbe andare fuori di testa." Dice. "Di conseguenza mostriamo un po' di rispetto reciproco."
"Abbassatele." Dice Berlino. "Non essere infame Gandia."
"Sappiate che ho altri caricatori, il giubbotto antiproiettile e la pistola puntata alla sua testa. Che vi basti a voi per non essere infami con la vostra amica Nairobi."
Procediamo lentamente lungo il corridoio.
Un passo lento e straziante. Un passo che fa aumentare il mio battito cardiaco.

"Abbassa quell'arma idiota." Dice rivolto verso Denver.
Appoggio il palmo della mano sulla canna della pistola che tiene impugnata saldamente.
Faccio una leggera pressione e abbassa la pistola.

Finalmente entriamo nell'atrio.
"Balliamo un po'? Dai su balliamo." Dice Gandia facendo fare dei passi sommessi come se stesse danzando a Nairobi.
Lo guardo con disprezzo.
"Tesoro così cadi però." Si rivolge a Nairobi che tira su con forza facendogli rilasciare un sospiro di dolore a causa dell'operazione che ha subito.
Un conato di vomito mi assale. Il disgusto che sto provando ora è inimmaginabile.
"Ops, scusa." Gli dice ironicamente.
"Basta così Gandia. Hai dato spettacolo ora lasciala." Gli intima Berlino che tiene ancora il fucile abbassato.
"Guarda il tuo amico grassone, fai ciao." Gli dice.
"Basta così, liberala."  Gli dice Bogotà.
"Con calma." Risponde.
"Con calma un cazzo Gandia, abbiamo un accordo." Gli dico irritata.
"Tranquilla, sta tranquilla.
Ora la libero. Ora la libero." Dice mentre toglie la corda dal suo collo.

Mi protraggo verso di lei. Vengo fermata da Berlino che mi blocca per un braccio, lo scosto andando verso mia sorella che è zoppicante e si trascina sulle sue stesse gambe.

"Meticcia... ti avevo detto che ti avrei uccisa."

È stato un secondo.
Due spari.
Uno spargimento di sangue.
Niente intorno a me ha più forma o colore.
Non c'è nessuno... Vi è solo il nulla.
Intorno a me niente ha più un suono. Solo l'immagine sfocata di mia sorella a causa delle lacrime, cado in ginocchio.

Non sono consapevole delle mie azioni.

°♡°
🙈
Niente è come sembra.

Considerazioni su questo capitolo???

•Prossimo aggiornamento Domenica•

Firmato
Animanera🖤





Molto meglio dell'oro.- Berlino Y Parigi./La casa di carta.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora