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Mi stacco dall'abbraccio durato dei secondi, sento chiamare me e mia sorella.

"Nairobi, Parigi!" E' Tokyo con la muta da sub slacciata sul davanti ed un aria poco sobria.
Prende me e Nairobi e ci abbraccia.
Uno sbuffo da parte di Nairobi segna la puzza d'alcool, tipico delle delusioni d'amore. Immagino che Rio abbia davvero fatto quello che ha detto a me e a Stoccolma.
"Tokyo, cosa hai combinato?" Gli chiedo cercando di staccare le sue braccia dal mio collo.
"Che c'è?" Chiede Nairobi.
"Ormai siamo entrambe single... Lei sta con Berlino. Come fai a stare con il narcisista?" Chiede, la guardo con le sopracciglia aggrottate. Ha decisamente bevuto.
"Mh... Si. Che cosa hai fatto?" Continua a chiedere mia sorella.
"Potremmo prendere dei gattini." Dice Tokyo rivolta verso Nairobi che la guarda annuendo.
"Si cara, che è successo?" Chiedo intromettendomi.
"Niente amiche mie, è che l'amore finisce per tutti." Dice mettendomi un braccio intorno al collo e non lasciandomi.

Nairobi la prende per un braccio e la porta con se verso Denver.
"Vieni con me, avanti." Dice.
"Ehy ragazzi! Siamo venuti qui con la cavalleria e perchè mi mandasse a cagare." Dice ridendo da sola. sta proprio messa male, ma in parte lo comprendo e mi metto nei suoi panni. Ha investito tempo in questi tre anni per creare un rapporto con Rio.
Ma anche Rio non ha tutti i torti.
"Ascoltami bene!" Gli dice Nairobi che la prende per le guance e gli dice:"Ora vai di sopra e ti prendi un caffè per farti passare questa sbornia." Dice.
"Sai qual'è il colmo Parigi?" Mi chiede girandosi verso di me.
"Tokyo..." Tento di fermarla dal dire inutili cazzate ma continua a dire:"Ho mosso mari e monti per salvare Rio e lui... Mi ha lasciata." La guardo mentre mi si butta addosso.
Nairobi la prende e gli dice:"Ne parliamo dopo, ok? Cerca di calmarti. Denver! Portala su." Gli ordina e Denver la porta al piano superiore.

"Invece riguardo a te... sappi che più tardi facciamo quella cosa." Parla in codice per non farsi capire dagli altri.
Rido e dico:"Sappi che mi dovrai dei soldi per questo. Ti accorgerai che ho ragione."
Dico ridendo e cominciando ad aiutare dove possibile.
"Tanto ne abbiamo in quantità." Dice anche lei ridendo.

Devo solo resistere per pochi giorni.
Tutto finirà. Mi fido del professore, so che ce la posso fare. So che posso andare avanti.
So che il mio futuro con Andres sarà meraviglioso... E chissà magari con qualche piccolo Berlino o qualche piccola me che corriamo verso la spiaggia e ci buttiamo tutti in acqua ridendo.
Nella mia immaginazione vedo un futuro clemente e bellissimo con Berlino.
Vedo un futuro pieno dei sogni che da sempre   ho nel cassetto.
Quello di vivere con un uomo che io ami e che lui mi ami altrettanto... Creando una famiglia.
Questo è il mio sogno.
Questo è il mio posto felice, formato da persone che amo.
Certo il nostro essere ricercati non aiuterà di sicuro ma ce la faremo restando uniti.

Il piano Alcatraz è andato a buon fine. La polizia ora è sicura del fatto che Berlino è vivo e si chiedono proprio come abbia fatto vista la sua malattia mortale.
Abbiamo liberato Sophia, il furetto dove all'interno del suo piccolo vestito da Dalì abbiamo messo il geolocalizzatore e li abbiamo fottuti alla grande.

Sono alla ricerca di Berlino, lo trovo in quella che prima era la Sala di aspetto della Banca di Spagna ora trasformato nel luogo che ospita gli ostaggi.
Lo vedo mentre parla con Helsinki e Palermo di non so che cosa.
Non voglio disturbarlo, cosi mi siedo sulle lunghe scalinate ad aspettare. Lo osservo nella sua solita statura composta e piena di eleganza anche se porta una pistola ed è vestito di rosso.
Sorrido e lo vedo girarsi verso di me, fa cenno a Helsinki di andare e a Palermo di parlare più tardi. Viene verso di me e si siede per terra.

"Come stai?" Mi chiede ed io, guardandolo negli occhi rispondo:"Meglio... Io credo sia stato solo a causa dello stress prima." Dico arrivando subito al punto. Sono sicura che tanto me lo avrebbe chiesto.
"Sicura? Se ti vuoi riposare-" Lo fermo e gli dico:" Tranquillo, sul serio sto bene. Mi sento una favola e sono felice che il piano continui bene." 
"Non vedo l'ora di essere fuori di qui con te." Rivela.

L'amore fa miracoli.
Tre anni fa avrei riso se mi avessero detto che Berlino mi avrebbe detto una cosa del genere, che sia a me o ad un altra persona.

"Anche io. Voglio dedicarmi solo ed esclusivamente a noi." Dico e facciamo combaciare le nostre labbra perfettamente, come sempre.
"Ora tu vieni con me e mangi." Dice facendomi ridacchiare per il suo preoccuparsi per me.
"D'accordo." Acconsento e insieme andiamo in un ufficio dove trovo due tramezzini e due bottigliette di acqua.

"Non mi dire che avevi già elaborato tutto." Affermo con un sopracciglio alzato.
"Già, se fossimo stati fuori al posto del tramezzino probabilmente avresti trovato altro." Rivela.
"Tipico." Dico ridendo e ricordando tutte le volte che negli anni mi ha portato fuori a cena. Dove vivevamo non c'erano molti ristoranti a cinque stelle, però mi accontentavo anche delle feste con tanta musica.
A volte ero io stessa a portarlo fuori, uscivamo vestiti per il red carpet e poi andavamo a divertirci e a ballare come matti. E' stata la prima volta che ho visto Berlino spogliarsi della maschera di durezza che porta costantemente.

Prendo il tramezzino e lo mangio chiacchierando allegramente con Andres e ridendo, un senso di nausea mi sale lungo la gola e corro nel bagno che c'è collocato all'ufficio seguita da Berlino.
Mentre rimetto il poco che ho mangiato un dubbio mi sale spontaneo... O sono veramente incinta o non so cosa stia accadendo al mio organismo ma di sicuro niente di buono.
"Cosa ti sta accadendo?" Mi chiede mentre mi accarezza la testa preoccupato.
"Andres..." Dico mettendogli una mano sulla sua che nel frattempo si è soffermata sulla guancia. "Sto bene, sul serio. Sarà lo stress." Dico.
"Non mi fido. Voglio che appena usciamo fuori di qui ti fai controllare." Dice serio e con tono autoritario.
"Vuoi scommettere che appena usciremo mi sarà passato tutto?" 
"Vuoi scommettere che ti ci porto di peso dal medico? O chiunque possa aiutarci a capire cosa tu abbia." Dice.
"Devi stare tranquillo, okay?" Chiedo cercando di calmarlo e alzandomi in piedi riacquistando le capacità motorie.
"Sai che sulla salute sono intransigente." Mi dice.
"Lo so, ma è la mia vita e faccio quello che voglio!" Dico urlando irritata.

Da dove mi è uscita fuori questa frase? e soprattutto questa rabbia.
Sospiro e mi metto una mano tra i capelli tirandoli indietro. Chiudo gli occhi e mi appoggio al lavandino. Due lacrime solcano il viso.
Sono passata dall'essere felice per il preoccuparsi di Andres, all'irritazione al pianto in meso di un minuto. Bene direi che di bipolarismo ce n'è abbastanza.

"Non so cosa mi succede." Rivelo mentre mi raggiunge. "Non mi sento bene... Ho paura che qualcuno possa farci del male. Ho così tanti pensieri per la testa che nemmeno io riesco a starmi dietro a me stessa, figurati tu." Esterno i miei sentimenti con non so quale coraggio.
Nonostante siamo insieme da anni, sono ancora la solita Beatrice solitaria che si tiene tutto dentro e in questi ultimi mesi ho tanti pensieri negativi che mi pesano sul petto.
"Ci sono io. Sai che per me non sei un peso." Rivela.
"Ma io mi sento così." Sta per rispondere quando sentiamo qualcuno entrare, è Palermo che dice:" Affacciatevi alla finestra."

Mi asciugo le lacrime e mia alzo dirigendomi con Berlino verso la finestra.
Noto la figura di una donna dai capelli rossicci dirigersi verso la Banca con un'orsetto in braccio. Quel pupazzo mi è così familiare.
Quel pupazzo lo avevamo regalato io e Nairobi ad Axel.

"Merda." Dico soltanto prima di andare alla ricerca di mia sorella.

°♡°
Nuovo capitolo.
Parigi si apre con Berlino esternando ciò che sente, ma cosa succederà
in futuro? 🤷🏻‍♀️🤔
Lasciate un commento per farmi sapere come vi sembra questo capitolo e cosa ne pensate della storia.♥️

Firmato
Animanera🖤

Molto meglio dell'oro.- Berlino Y Parigi./La casa di carta.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora