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Entro nella sala operatoria e vedo Tokyo che si toglie la mascherina dal volto, asciugandosi con la mano il sudore che gli cola dalla fronte.
Accanto a lei c'è Helsinki che invece sistema dei tubicini per poi allontanarsi e sorridermi leggermente. Mi posa una mano sulla spalla e mi dice:"È andata bene." Sorrido con le lacrime agli occhi piena di felicità.
Nonostante ci vorrà un po' per far sì che si rimetta, ora sta bene.
Non rischia la vita.

Mi avvicino a Tokyo e senza dire una parola mi fiondo tra le sue braccia amiche.
Molte volte ci siamo trovate in disaccordo ma ha salvato la vita a Nairobi.
Non so la motivazione del mio comportamento, del non essere stata presente ma sentivo come se la mia presenza fosse stata di troppo.
"Grazie..." Sussurro tra le lacrime. "Davvero grazie, grazie..." Dico.
"Ho fatto quello che dovevo." Dice lasciandomi una carezza lieve sulla guancia sinistra.
"Suppongo ora sia meglio far riposare Nairobi." Mi dice ed io annuisco uscendo con lei.

Scendendo al piano sottostante vediamo Palermo vestito di tutto punto, con un completo nero che blatera strane frasi sulla sua uscita di scena.
Ma dove diavolo sei Berlino?
Con il suo fucile Tokyo spara un colpo preciso sul pulsante che permette di aprire la porta principale.

Alza le mani in segno di resa quando Palermo si accorge della sua presenza.
Stiamo perdendo tutti la testa, il piano sta andando a puttane... chi ce lo ha fatto fare di tornare a rischiare la vita? Potevamo trovare un'altra modo per salvare Rio... Insomma!

"Tranquillo, Palermo. Adesso parliamo con calma. Ma tu da qui non te ne andrai."
Palermo non la accolta e quando sta per premere di nuovo quel maledetto pulsante, Tokyo spara un altro colpo facendo sussultare tutti gli ostaggi. Alcuni urlano sommessamente.
"Fanculo Tokyo, hai fatto un colpo di Stato cosa cazzo vuoi da me?!" Domanda urlando Palermo.
"Io assumo il comando ,insieme a Berlino, militare e tu quello tecnico. Sono sicura che Berlino accetterà." Dice Tokyo avvicinandosi di qualche passo.
"Quello tecnico? Cosa pensate che io sia, eh? Una specie di ingegnere con gli occhiali? " domanda gesticolando leggermente.
"Che tipo di ordini dovrei dare laggiù. Ora si fonde, ora non si fonde... Batiscafo fuori, batiscafo dentro. Non mi prendere per il culo Tokyo!" Dice. "Non sono qui per queste stronzate, me ne vado.
Ora apro la porta con la manuale, e ti sto facendo un favore perché se dovessi rimanere considerati morta. Sono fuori dalla banda." Termina verso Tokyo.
"Il favore lo sto facendo io a te, la mia prossima mossa sarà premere il grilletto e spararti."
"Io credo di no." Contrasta Palermo.
"Io credo di sì."

Dalla tasca tira fuori un telecomando con due o tre pulsanti sopra.
Riconosco a terra due mine, non so di che genere siano.
Il mio guardo punta su di lui. Non lo può fare veramente, solo perché non abbiamo ubbidito subito ai suoi ordini.

Metto la mano sulla pistola che ancora non ho afferrato in mano.
"Mine Claimore, e sono direzionate tutte e due verso di te." Dice.
"Non puoi tradirci così." Dico.
"Vogliamo aprire le scommesse?" Domanda ironico.
"Non fare cazzate Palermo. Siamo una squadra, non puoi farlo." Dico cercando di avvicinarmi, quanto meno per togliergli dalla mano questo maledetto telecomando.
"Stiamo perdendo tutti la pazienza, qui dentro siamo tutti con le emozioni a mille... Ma dobbiamo restare uniti." Tento di farlo ragionare.
"Uniti?! Davvero? Non lo avrei mai detto!" Esordisce con fare teatrale. "La verità è che siete tutti bastardi. Bastardi idioti!" Urla.

"Palermo! Fermo!" Una voce urla e raggiunge la hall. È Helsinki.
Per quanto i due siano legati temo che non gli darà molto ascolto, sopratutto per la testardaggine di Palermo.
Sento Berlino avvicinarsi a me con fare protettivo.
"Oh ma che bello! È arrivato anche la principessa a salutare il suo principe alla stazione. Dignità Helsinki."

"Palermo, cosa cazzo stai facendo?" Gli chiede Berlino con un enorme punto interrogativo in fronte.
"Voglio uscire. Non faccio più parte della banda." Gli spiega.
"Palermo non dire stupidaggini." Commenta il soldato, o meglio ex-soldato serbo.
"E che ne sai tu!" Gli urla contro.
"Vai a farti sparare? O a vendere i tuoi compagni?" Gli chiede ancora Helsinki.
"Non venderò nessuno. Ho il mio lascia-passare." Dice mostrando una valigetta con i segreti di Stato. "Non vi tradirò." Prego con tutta me stessa che Helsinki riesca a farlo ragionare perché se uscisse realmente non finirebbe bene per nessuno di noi.

Berlino sta per controbattere, ma lo fermo.
"Uscire è tradire,lasciarci qui è tradire." Commenta Helsinki.
"Non ti muovere, non voglio ucciderti!" Dice Palermo quando si accorge che si avvicina sempre di più a lui.
"Non vuoi uccidermi?" Chiede retorico, così prende le due mine portandosele al petto.
Palermo trema leggermente e dice:"Cosa fai?"
"Ti giuro Palermo che se tu esci io farò:boom,boom e ciao. Te lo dico sul serio, io lo farò."
Un abbraccio riparatrice si staglia tra i due ma di conseguenza.
Tokyo si avvicina e gli prende il telecomando dalle mani per poi darlo a Berlino.

"Palermo... Helsinki, legalo." Dice Belrino.
"Dobbiamo parlare con il Professore." Dice Berlino riferito a Tokyo che annuisce.
"Va bene." Risponde Tokyo.
"Aspettami davanti alla radio in biblioteca."
Gli dice e successivamente mi porta in disparte.

"Ti senti bene?" Mi chiede.
"Si, credi di sì... " Rispondo.
Nemmeno io so come mi sento.
"Sicura? I giramenti, le nausee-." Lo blocco sorridendo e dico:"Va meglio, sul serio Berlino. Stai tranquillo."
"Va bene, mi fido di te." Dice.
"Ti amo." Dico lasciando un bacio casto sulle sue labbra.
Non soddisfatto di questa mia azione mi prende con forza per i fianchi e approfondisce il bacio.
Ci stacchiamo dopo dei secondi che avrei voluto non finissero più.

"Wow! Mi eri mancata..." Dice.
"Ci vediamo sempre." Commento sorridendo e agganciando le mie braccia al suo collo.
"Mi ero abituato a vederti girare per casa con le mie camice bianche, o semplicemente in intimo..." Mi provoca.
"Berlino... Sai che torneremo ad essere felici come prima." Dico sorvolando il fatto di girare per casa in intimo. Ma cosa ci si aspetta? Insomma vivevamo in una casa in riva al mare e faceva caldo!
"Più di prima." Aggiunge.
"Ma certo... Però ora va, altrimenti Tokyo fucilata anche noi." Dico ridendo per la prima volta.
Se ne va e sento il bisogno di andare da mia sorella. Probabilmente ancora sotto l'effetto dell'anestesia.

Salgo le scale con una calma estrema.
Dovrei essere ai forni per pensare all'oro ed uscire quanto prima di qui, ma mia sorella è di sopra, ferita, stabile ma pur sempre ferita da un arma da fuoco.

Entro nella stanza e la vedo distesa sulla barella, coperta da un lenzuolo e con la maschera per l'ossigeno.
Vederla così fa un male assurdo e l'unica cosa che mi viene da pensare è: perché lei? Perché non me?
Avrei preferito sparassero ame anziché lei.
Lei è unica, la persona che mi è stata più accanto di tutte.

Ancora ricordo quando andando per la prima volta a Toledo per la rapina alla Zecca mettemmo le lucine di Natale sopra al letto, lasciandole accese di notte, anche se il periodo natalizio non era ancora inoltrato poiché era appena Giugno.
I nostri balli su basi di canzoni da discoteca, oppure le bottiglie di tequila scolate durante la notte per poi svegliarsi la mattina entrambe con il mal di testa ma riuscendo sempre a sorridere.
Quando uscivamo per fare la spesa, il lavoro che mi ero trovata non bastava a pagare tutto e poi con l'arrivo di Axel le cose si complicano.
Arrivò poi il carcere per Nairobi e mi trovai a far fronte a tutto da sola ma in un modo o nell'altro cercammo sempre di andare avanti, ed insieme ci siamo riuscite.
Forse è per di tutto il bene e i sentimenti che sento da parte sua sono tutti veritieri.

La sua presenza migliora le giornate.
Lei è la parte più profonda di me.
Quella parte indelebile, insomma anche Berlino è importante ma con lei è diverso.
Un compagno, un fidanzato può sempre lasciarti ,per quanto i due si amino l, ma una sorella resta.
Sempre.
Nonostante tutto.

°♡°
Ho scritto questo capitolo, o meglio l'ultima parte pensando a mia sorella.
Lei è più piccola di me, ma il legame che si costruisce è indivisibile nonostante tutto.
Spero di aver esternato al meglio il rapporto e tutto il bene che Parigi vuole a Nairobi.

Detto ciò spero che il capitolo vi sia piaciuto e scusate gli eventuali errori di grammatica.

Firmato
Animanera🖤

Molto meglio dell'oro.- Berlino Y Parigi./La casa di carta.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora