Little Things - Liam Payne

Capitolo 1

"Ross devo chiederti una cosa: è da molto tempo che provo qualcosa per te e.."

"Perché non parli più?" Mi sveglio di soprassalto dopo che un calzino usato di mio fratello ha raggiunto il mio viso e la sua puzza il mio naso.

"Si può sapere perché mi hai portato via dal mio sogno con Cristiano Ronaldo?"

"Perché è ora di andare a scuola ed è cattivo tempo quindi ho pensato di accompagnarti. Muoviti o ti lascio andare a piedi sotto la pioggia"

"Simpatia portami via"

"Non brontolare, sbrigati" detto ciò sbatte la porta.

L'energumeno che mi ha dato il buongiorno è mio fratello, Harry. Ha 21 anni ed è un perfetto idiota. Purtroppo le ragazze non riescono a resistergli: saranno gli occhi verdi, i capelli ricci e trasandati che gli danno un aspetto da bad boy o le fossette che gli spuntano agli angoli della bocca quando sorride. Non posso dire che è un brutto ragazzo ma alcune volte mi viene il dubbio che nella sua testa invece che i neuroni ci sia un criceto che non fa altro che girare sulla sua ruota.

Beh, quella che parla invece sono io, Ross. Ho 18 anni e ho appena cominciato l'ultimo anno di Liceo Scientifico. Ancora mi pento di non aver optato per l'istituto alberghiero, almeno tra un anno avrei iniziato a lavorare. Comunque sono alta normale, con corporatura normale, capelli castani lunghi normali, tutto normale! Ho gli occhi castani e le ciglia lunghe: qualcosa di positivo, non devo usare il mascara! Mi piace vestire in modo neutrale, non con cose larghe informi ma con cose normali (giusto per restare in tema) che mi facciano passare inosservata. Mentre vi ho parlato di me, mi sono alzata e vestita e sono pronta per salire in macchina con quell'orso di mio fratello.

"Andiamo" dico a mio fratello scendendo le scale. E' ancora intento ad inzuppare i biscotti nel latte, bambinone! Senza rivolgermi la parola si alza e esce dalla porta. "Com'è loquace" penso.

No, non pensate che siamo due orfani. I nostri genitori sono perennemente fuori per lavoro: nostra madre è una fotografa e segue nostro padre in giro per il mondo mentre lui cerca l'ispirazione per qualche nuova opera d'arte. Quanto a me e mio fratello, ce ne stiamo da soli per gran parte dell'anno in un'enorme villa alla periferia, zona tranquilla ma vicina al cuore della città.

Mentre vi racconto di noi, sono salita in macchina e siamo partiti. Devo ammettere che il tempo è davvero pessimo stamattina ma stranamente io adoro le giornate nuvolose e piovose perchè mi sembra il modo in cui la natura cerchi di condividere la mia malinconia. Si, posso sembrare sempre allegra e logorroica ma per me la vita non è sempre stata facile.. ci sarà tempo per parlare di questo!

Rimaniamo in silenzio per dieci minuti buoni: gli unici rumori nella macchina sono i nostri respiri e i tergicristalli che si muovono. D'un tratto ci fermiamo davanti ad una casa.

"Non vorrei sottrarti ai tuoi pensieri profondi ma vorrei avvisarti che questa non è la scuola"

"Lo so. Stiamo aspettando un amico. Passa dietro"

"Non pensarci neppure. Sono tua sorella e sto davanti e non ti permetterò di farmi sentire una bambina portata all'asilo solo perché uno dei tuoi stupidi amici, stupido come te, deve prendere il mio posto." Non finisco neanche di parlare che una mano mi scompiglia i capelli.

"Dimmi che il tuo amico non è dietro di me" chiedo a Harry mentre il mio viso diventa rosso e lui inizia a ridere.

"È proprio dietro di te". Me lo indica con l'indice.

Mi giro lentamente e due occhi dolcissimi entrano nel mio campo visivo. Un ragazzo moro, con un bel ciuffo e un sorriso smagliante. Sembra divertito dalla scenetta mentre io non riesco a togliergli gli occhi di dosso. Si, sono abituata a stare a contatto con bei ragazzi visto che mio fratello possiede questa qualità ma lo spettacolo che mi si presenta davanti in questo momento non ha nulla a che fare con il monocefalo seduto a fianco a me. Penso di essermi incantata, infatti dopo alcuni secondi noto una mano che sta sventolando davanti ai miei occhi. Mi riprendo dallo stato di trance e torno in me.