Capitolo 30

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POV LIAM
Dei raggi di luce mi illuminano il volto. Mi sento stanco, come se il mio corpo fosse inchiodato al letto e non riuscissi a muovermi. Guardo il soffitto sopra di me ed è bianco. Muovo lateralmente la testa per cercare di capire dove mi trovo e quando sento un dolore alla testa, ricordo tutto: io e Ross in moto, i nostri sguardi, poi il camion e i suoi occhi.
Non so bene cosa sento ma dopo pochi secondi inizio a singhiozzare. Erano anni che non piangevo e non so cosa mi sia preso ma le lacrime non accennano a fermarsi.
"Liam" mi chiama una voce femminile e spero con tutto il cuore che sia Ross ma davanti a me compare Gemma.
Non le rispondo e continuo a fissarla.
"Ti sei svegliato finalmente"
"Ehi non ti senti bene?" Continua a dire mentre mi asciuga le lacrime.
"Ross?" Sussurro.
I suoi occhi si riempiono di lacrime e il mio battito aumenta. Che cosa le è successo? Perché non mi risponde?
"Ross?" Chiedo di nuovo con voce più supplichevole.
"Lei è in un'altra stanza. Vado a chiamare il medico" dice e corre via. Passo i successivi 20 minuti con il dottore che mi spiega che ho avuto un incidente in moto perché un camion mi è venuto contro ma l'autista è stato arrestato. Sono stato incosciente per due giorni ma non ho né danni celebrali né altro. Devo solo stare a riposo per un pò. Tutte le parole che mi dice compreso il fatto che continua a ripetermi che sono stato fortunato, non mi toccano. Voglio solo sapere dov'è Ross.
"Ross?" Ripeto ancora.
"La signorina Styles è ancora incosciente e quindi non possiamo dire se ha subito o no danni. Posso dirle che più passa il tempo e più si alzano le probabilità che questi danni ci siano perché il coma è un tentativo da parte del corpo di difendersi e ripristinare condizioni di funzionamento ottimale"
Tutti paroloni inutili. L'unica cosa che ho capito è che lei è in coma e che è colpa mia e di quella maledettissima moto.
"Voglio vederla" dico più deciso.
"Non è possibile per ora" mi dice il medico e poi va via seguito dalla sua schiera di infermiere.
"Voglio vederla" ripeto guardando Gemma che abbassa il suo sguardo sul pavimento perché non sa che dirmi.
Poi la porta sia apre e vedo Harry che si avvicina al mio letto. Ha gli occhi rossi e due profonde occhiaie. È pallido e i capelli sono più scombinati del solito. Arriva davanti al mio letto, mi guarda e mi getta le braccia al collo. Le lacrime riprendono a scendere e sento le braccia di Harry stringermi di più.
"Scusami" riesco solo a dire.
"Non è colpa tua. Ne sono certo"
"No invece. Non dovevo portarla in moto"
"Non dire idiozie. Lei sta così per colpa di quell'autista. Non tua. E saresti potuto essere anche tu nelle stesse condizioni. Quindi non è colpa tua."
"Voglio vederla" ripeto. Mi sento davvero un pappagallo.
"Non puoi. Neanche io posso. Sono due giorni che aspetto davanti alla sua porta ma non mi fanno entrare.
"Ma io.." non riesco a finire che entra un'infermiera che ordina a tutti di andare via perché l'orario di visite è finito.
"brutta babbiona" dice Gemma al mio orecchio mentre mi abbraccia velocemente e riesce a strapparmi l'accenno di un sorriso.
Quando resto solo la mia mente inizia a vagare. Ripenso all'incidente e a cosa avrei potuto fare per evitarlo ma non trovo soluzione. Penso a come possa stare Ross e davvero mi sento di impazzire a non sapere realmente come sta.
Aspetto e continuo ad aspettare e nella mia testa c'è sempre e solo lei. Alla fine quando ormai è notte, decido di andare da lei. Devo almeno provarci perché glielo devo. Voglio la mia Tata.
Scendo dal letto e mi accorgo di indossare quegli orribili camici d'ospedale. Sento l'aria fredda toccarmi la schiena e scommetto che Ross riderà quando mi vedrà conciato così. Perché lei mi vedrà. Vero?
Cammino lentamente e mi poggio prima al letto e poi alla parete per combattere le vertigini. Abbasso piano la maniglia della porta e quando sto per uscire, un'infermiera arriva in lontananza. Richiudo la porta e aspetto. Dopo qualche minuto riapro la porta ed esco. Ho sentito prima il medico dire ad Harry che la sorella sarebbe rimasta ancora per qualche giorno nella stanza 22B del reparto femminile.
Stranamente arrivo senza difficoltà al reparto femminile e ci entro ma appena ci metto piede, un'altra infermiera appare nel corridoio.
"Ehi tu che ci fai qui?" Dice avvicinandosi. Posso vedere che non è la solita infermiera antipatica ma una signora anziana e sembra gentile.
"Devo assolutamente vedere la mia ragazza"
"Sai che non puoi"
"Per favore" le dico quasi con le lacrime agli occhi. "È importante"
"Come ti chiami?"
"Liam"
"Vedi Liam, in tanti vengono qui ogni giorno per vedere i propri cari ma non è possibile se il medico noi da l'ok"
"Ma io devo vederla. È colpa mia se sta male" dico sedendomi e prendendomi la testa tra le mani.
"Cosa dici caro?" Mi chiede sedendosi vicino a me e iniziando a massaggiarmi la schiena.
"Abbiamo avuto un incidente in moto. Guidavo io. E lei ora sta male mentre io sono qua. Ci eravamo appena messi insieme. Io non posso perderla" dico e questa volta le lacrime mi bagnano le guance. Sto diventando una femminuccia.
"Non dire questo. Vedrai che starà bene." Cerca di consolarmi.
"Non posso stare tranquillo finché con la vedo. Finché non vedo la mia Tata"
"D'accordo. Vieni con me. Resta per qualche minuto ma poi va via."
"Grazie" le dico tirando su con il naso.
Si alza e mi fa strada verso le stanze.
"Come si chiama la tua fidanzata?"
"Ross Styles"
"È davvero carina" mi dice voltandosi verso di me e sorridendomi.
"È la più bella di tutte." Rispondo con aria sognante.
"Hai l'aria innamorata"
Non rispondo. Non so se sono innamorato però se essere innamorati significa sentire una stretta alla bocca dello stomaco quando la vedi, sentire una mandria di rinoceronti invaderti quando la baci, sentirti a casa quando poggi la testa nell'incavo del suo collo, stare bene solo con lei e considerare come tuo scopo nella vita il farla sorridere, allora si sono innamorato.
Arriviamo davanti alla stanza ed entro. Mi ghiaccio sul posto appena la vedo.
È li stesa con gli occhi chiusi e a pancia in su. So che questa è una posizione che odia perché le piace dormire sul lato destro. Sembra così piccola in quel letto enorme ed è così pallida che la sua pelle si confonde con il lenzuolo.
Mi avvicino e la guardo. Ha una fasciatura alla testa e qualche ematoma qua e là ma sembra serena. Ma allora perché non si sveglia se la accarezzo? Perché non mi manda a quel paese se le do un pizzicotto? Perché le sue guance non arrossiscono e le sue labbra non si muovono se le do un bacio?
Una lacrima mi cade dalla guancia e arriva sulla sua. Mi siedo sul letto e prendo le sue mani tra le mie. Le bacio le nocche e le accarezzo i dorsi. Poi la guardo.
"Ciao Tata. Se mi vedessi ora rideresti. Non solo perché indosso uno stupido camice ma perché sto piangendo. Si, tu mi hai fatto piangere perché mi hai fatto preoccupare. Cazzo, devi svegliarti perché dobbiamo fare un sacco di cose insieme. Dobbiamo andare a mangiare il gelato, andare al cinema, devi portarmi a fare shopping e io devo lamentarmi e poi entrare di nascosto nel tuo camerino e baciarti finché la commessa non ci richiama. Dobbiamo litigare e fare pace, devo comprarti dei fiori, portarti a cena fuori, farci delle foto, festeggiare il primo anniversario, devo riempirti di regali e tu devi arrossire, dobbiamo fare l'amore e dobbiamo andare in vacanza insieme. Devo aiutarti a studiare e tu devi fare lo stesso. Dobbiamo andare al luna park e scegliere casa nostra e poi dobbiamo sposarci. Voglio vederti con un vestito bianco addosso mentre avanzi verso l'altare dove ti aspetto vestito come un pinguino e sorridente più che mai perché sarai la visione più celestiale del mondo. E poi dobbiamo avere dei bambini. Un maschietto e una femminuccia come minimo. Dovranno avere i tuoi occhi e il tuo sorriso e la tua allegria contagiosa. Magari la mia ironia e il mio fascino anche se neanche tu sei male. Quindi per favore svegliati e facciamo tutto quello che ti ho detto"
Quando finisco, alzo la testa e la guardo. È ancora nella posizione di prima. Non posso lasciarla. So che dovevo rimanere pochi minuti ma io e il mio cuore non riusciamo a separarci da lei.
Mi siedo sul letto a pian piano la sposto verso il bordo. Non ha flebo al braccio, quindi la metto su un lato così come piace a lei e mi poggio accanto a lei abbracciandola da dietro e facendo aderire il mio petto con la sua schiena. Poggio la testa nell'incavo del suo collo e sento il battito regolare del suo cuore. Mi addormento così, cullato da quel dolce rumore.
La mattina dopo vengo svegliato da qualcosa che stringe il mio dito. Quando apro gli occhi guardo verso la mia mano poggiata sulla pancia di Ross e vedo che la sua manina stringe il mio pollice. Non mi sembra vero e con l'altra mano mi stropiccio gli occhi. Guardo di nuovo verso di lei e sembra che stia schiudendo pian piano gli occhi.
Le bacio delicatamente le palpebre e sento i miei occhi umidi. Finalmente è tornata e da ora in poi non la lascerò più. Non so perché ma sono contento e il mio ego mi suggerisce che un pò di merito è mio.
Lei si gira a pancia in su e poi mi guarda. Dopo qualche istante di silenzio, parla.
"Chi sei?" Mi dice. Il mio cuore perde un battito, non può non riconoscermi. Non posso perderla dopo averla trovata e ritrovata.
"Davvero non ti ricordi di me?" Chiedo con gli occhi lucidi.
"No. Chi sei?"
"Tuo.. tuo.."
"Tutto bene?" Dice e inizia a sorridere prima e ridere leggermente poi anche se si vede che le fa male tutto.
"Tu ti ricordi tutto, vero?" Chiedo meravigliato.
Lei annuisce e mi sorride. "Non potevo dimenticarmi di un rompipalle come te" dice. Riprendo a respirare lentamente e prima che me ne renda conto le mie labbra sono sulle sue. E questa volta non hanno intenzione di lasciarla.

Little Things - Liam PayneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora