30.✈️

298 17 14
                                    

Pensavo che me ne sarei andata più tardi da quella città.
Pensavo che sarei andata all'estero per studiare oppure in qualche posto distante da Tokyo.
Ma avevo passato solamente tre/quattro mesi da quando ero lì.
Il tempo era volato così in fretta che erano successe un sacco di cose.
Cose meravigliose, stupende e allo stesso tempo dolenti e brutti.
Volevo rimanera là per sempre: vedere le mie amiche ogni giorno a scuola o fuori; scherzare con i miei compagni di classe.
Non mi interessava se ci sarebbe stato lui in quel stesso istituto, restare lì sarebbe stata la cosa più bella e importante della mia stessa vita.
Ma Levi non poteva rimanere là senza aver nessun lavoro.
Era stato licenziato, ma almeno aveva un'opportunità a Kyoto.
Andando lì avrebbe potuto guadagnare qualcosa di più visto che il locale era quello più famoso della città.

Quando lo dissi alle mie amiche, tutte loro iniziarono a piangere.
Non mi sarei mai aspettata una reazione del genere: significava che loro ci tenevano veramente a me.
Soprattutto Ymir e Mikasa che cercavano in tutti i modi di non farsi veder singhiozzare.
Anche se non volevo piangere davanti a loro per non peggiorare la situazione, lo feci e ricevetti un abbraccio da tutte loro quattro.
Ero così affranta dal fatto che non potevamo vederci il Natale, cioè fra una settimana.
Io e Levi avremmo voluto passarlo a Tokyo e poi andarcene, ma non riusciva a pagare le bollette in tempo e poi doveva assolutamente pagare i biglietti per il volo.
Anche Hanji sarebbe dovuta venire con noi, non voleva lasciarci entrambi da soli e aveva trovato ingiusto quando il loro capo aveva linceziato mio fratello senza nessun motivo.
Ammiravo tanto la sua generosità verso me e Levi: appena ci conobbe ci accolse come una mamma accoglie i suoi figli quando ritornano a casa.
Non saprei mai come ringraziarla per tutte le cose che faceva per me.

Sarei dovuta partire il giorno dopo quindi io e le mie amiche decidemmo di darci i regali.
A Christa le regalai un rossetto rosso; a Sasha un pigiama unicorno; a Ymir una camicetta a quadri e, per ultima, a Mikasa le diedi una collana con un ciondolo a forma di cuore.
Erano rimaste estasiate dai regali che le feci dicendo che erano proprio quello che desideravano.
Poi arrivò il mio turno.
Mi donarono delle cose fantastiche tra cui libri, mascara ecc.
Anche se mi conoscevano da poco, era come se ci frequentassimo da una vita.
Dopo il regalo di Ymir, venne il turno di Mikasa.
Mi regalò un maglione che chiedevo da mesi ormai.
Questo maglioncino era turchese con una scollatura a V non molto evidenziata.
Lo amavo da impazzire quando lo vidi per la prima volta in vetrina.
Accanto a me, infatti, c'era Mikasa che dovette subire i miei scleri sul capo.
Diedi ad ognuna di loro un grande abbraccio, e sapevo che non era l'ultimo che ci saremmo date ma volevo rimanere a lungo fra le loro braccia.

Dopo cena se ne andarono tutte quante, promettendoci di vederci il giorno seguente per salutarci.
L'unica che rimase, e che se ne andò più tardi, fu Mikasa.
Rimanemmo a parlare per un pó finché non tirò fuori dalla sua tasca una scatolina.
'Senti Cheryl, so che non avrei dovuto farti un secondo regalo ma.. Ecco a te' disse porgendomi la scatola con un espressione quasi.. Triste.
'Miki, ci eravamo promesse che-'
'Lo so, lo so. Ma ti prego, aprilo.' insistette la corvina.
Non sapevo perché si comportasse in questo modo, ma presi il regalo e lo aprii.
Rimasi meravigliata dal contenuto: era un anello con una luna con dentro una stella.
Era bellissimo.
'Oddio, grazie mille Mikasa' dissi quasi urlando e avvolgendola in un grande abbraccio.

Pov's Mikasa:
Chiamai immediatamente Eren quando uscii dalla casa di Cheryl.
Mi disse che lo avrei dovuto telefonare appena me ne sarei andata da casa sua.
Dopo vari squilli, rispose.
<Ehi, com'è andata?> mi chiese il castano titubante.
'È andato tutto a gonfie vele, le è piaciuto' dissi io tranquillizzandolo.
'Mi fa piacere' disse contento il ragazzo.
Ci fu un silenzio tombale, davvero imbarazzante per entrambi.
E da lì che sentii qualcuno piangere dall'altra parte.
Ovviamente, era Eren.
Incominciò a singhiozzare e provò a dire qualcosa ma la sua voce era spezzata.
Mi sentivo così in colpa per lui, anche se avevo fatto quello che mi aveva richiesto.
Mi fermai ed iniziai a piangere anch'io, anche se lui mi disse di smetterla.
E continuammo così per tutta la sera, dandoci la colpa ad ognuno di noi sentendoci presi in causa.
Che era colpa sua se Cheryl se ne sarebbe andata via, quando aveva fatto il suo meglio.
Che era colpa mia perché lo lasciai da solo quel giorno.
Non parlavamo così da un sacco di tempo che mi erano mancati quei momenti.
Anche se erano completamente tristi, mi erano mancati.

𝔓𝔢𝔯𝔠𝔥𝔢́ 𝔭𝔯𝔬𝔭𝔯𝔦𝔬 𝔱𝔲? ᴇʀᴇɴxᴏᴄ (1 ʟɪʙʀᴏ)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora