8.☁︎

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Il giorno dopo era domenica, quindi non dovevo andare a scuola.

Mi svegliai a mezzogiorno, come facevo quasi tutte le domeniche, e andai al piano di sotto e trovai mio fratello cucinare il pranzo.

'Buongiorno bella addormentata' disse in tono ironico e stampandomi un bacio sulla fronte.
'Buongiorno fratellone'
Mi avviai verso il bagno e mi lavai la faccia e i denti.

Levi finí di preparare il pranzo e mi chiamò per sedermi a tavola.

Finimmo di mangiare ed io lavai i piatti.
Andai in salone e mi sedetti sul divano.
Accanto al mio divano, c'era Levi che stava guardando la partita di calcio.

Mentre gli stavo dicendo che quello sport era stupido e tutto il resto appresso, mi arrivò un messaggio da parte di Jean.

Lo notai subito e quindi presi il telefono e andai sui messaggi.

-Ciao Cheryl, come va?-

-Bene, tu invece?-

-Tutto bene, ti volevo chiedere se oggi eri libera-

-Certo che sono libera! È domenica dopotutto-

-Allora possiamo incontrarci al bar vicino al nostro istituto?-

-Certo, per me va benissimo!-

-Perfetto! Ci vediamo lì alle 4:30?-

-Va bene, a dopo!-

Non mi aspettavo che mi chiedesse di uscire, però accettai lo stesso perché volevo conoscerlo meglio.
Alla festa non abbiamo avuto la possibilità di conoscerci per bene.

Salii le scale per andare al piano superiore e mi diressi in camera mia per scegliere dei vestiti.
Presi una felpa corta bianca con delle strisce nere alle maniche; un jeans azzurro strappato alle ginocchia e dei stivaletti neri.

Scesi giù ed avvisai Levi che dovevo uscire. Lo salutai con un bacio sulla guancia e uscii di casa.

Le foglie degli alberi, come in ogni autunno, cadevano sulle strade e anche sulle macchine.
Il vento era fresco e leggero.

Mi era sempre piaciuto l'autunno: era un misto fra estate ed inverno.
Peccato che durava poco, anche se l'inverno iniziava il ventuno dicembre, il freddo invernale cominciava già a metà ottobre.

Dopo una ventina di minuti arrivai al Bar all'orario stabilito e trovai Jean seduto ad un tavolo.
Presi posto di fronte a lui che, intanto, mi salutò.

'Sai, sei una di quelle poche ragazze che non arrivano in ritardo' disse con tono scherzoso.
'Non sono mai stata una tipa ritardataria. È più forte di me'
Poco dopo arrivò la cameriera a chiederci cosa dovevamo ordinare: io presi un caffè con la schiuma sopra e dei dolcetti, Jean invece prese un caffè macchiato senza zucchero.

Venne da noi con i nostri ordini successivamente e ce li appoggiò sul tavolino.
'Vedo che ti piacciono i dolci' disse Jean guardandomi ingozzare un biscotto con le gocce di cioccolato.
'I dolci sono buonissimi rispetto al tuo caffè senza aggiunta di zucchero!' gli dissi puntando l'indice contro la sua bevanda.
'Come dici tu, ma le cose amare sono meglio di quelle dolci' disse Jean alzando le spallucce.
Io feci il finto broncio. Non ero veramente "arrabbiata" con lui, però volevo far finta di esserlo tanto per vedere la sua reazione.

'Sei molto carina quando ti arrabbi, sai?'
Divenni rossa in viso in un attimo.
Aveva veramente detto questo? O forse stavo solo sognando? Oppure i dolci mi avevano fatto questo effetto?

Nessun ragazzo mi aveva mai detto una cosa del genere riguardo al mio carattere.
Molti dicevano che ero scontrosa ed arrogante, ma non avevano mai saputo il motivo.
Parlavano solo e a me dava fastidio ma non lo facevo vedere.

'G-grazie' dissi con gli occhi rivolti verso le mani, che avevano trovato molto di più interessanti le mie mani.

Non volevo fargli vedere come stavo, non volevo fare la parte della bambina.

Un attimo dopo arrivò la cameriera di prima con il conto da pagare. Jean decise di offrire, ma io glielo impedì dicendogli che potevo pagarlo anche da sola.

Dopo tanti tira e molla, si arrese e diede alla cameriera solo i suoi soldi per il caffè ed io feci la stessa cosa.

Uscimmo dal locale ed iniziammo a fare una passeggiata verso la piazza accanto alla scuola.

'Oggi è una bellissima giornata, non pensi?' disse Jean richiamando la mia attenzione.
'Sì, io ho sempre amato l'autunno! È sempre stata la mia stagione preferita. Tu invece?'
'Io invece amo l'inverno, puoi stare sotto alle coperte e guardare netflix accompagnato da una cioccolata calda. L' ho sempre trovato rilassante.'
Non pensavo fosse un tipo del genere, però mi piaceva.

Parlammo del più e del meno e, infine, arrivammo davanti casa mia.
Lo salutai ed entrai dentro casa.
Trovai Levi dormire e quindi decisi di mettergli una coperta, non tanto pesante, addosso.

Andai in camera mia a chattare con Mikasa e le raccontai della mia uscita con Jean.
Iniziò a dire che saremmo stati perfetti insieme, ma io le dissi che eravamo solo amici e niente di più.
Anzi a dire la verità mi aveva fatto piacere conoscerlo meglio.
Era così simpatico e gentile con me.

Mentro ero immersa nei miei pensieri, un messaggio di Mikasa richiamò la mia attenzione.
Ma cosa stavate facendo tu ed Eren ieri sera?
"Cavolo. Mi sono completamente dimenticata di dirle quello che era successo fra me ed Eren."
Però non volevo raccontarle della mia "paura" di guardare le stelle.
Lo sapevo che era la mia migliore amica, ma non potevo dirglielo adesso via messaggio.
Decisi quindi di scriverle solo l'essenziale e poi parlammo di un altro argomento.

Il giorno dopo

Ero davanti all'entrata della scuola ad ascoltare la musica fin quando non arrivarono Mikasa e Ymir.
Parlammo finché la campanella suonò ed entrammo nell'istituto.

Le prime trascorsero velocemente ed io e le mie amiche andammo nel cortile centrale, dove lì incontrammo Jean ed Armin.

"Dove sarà mai Eren..?"

'Armin, dov'è Eren?' chiese Mikasa rivolta al biondino.
'Sta parlando con Annie' le rispose Armin.
Annie era una loro compagna di classe. Ho avuto la possibilità di conoscerla alla festa ma non abbiamo parlato molto.

Poco dopo arrivarono sia lui che lei e ci mettemmo a parlare.
È solo che Eren non mi rivolse neanche uno sguardo, non mi salutò neanche quando se ne andò.

"Perché si comporta così?"

Decisi allora di andare verso di lui inventando una scusa ai miei amici e lo raggiunsi.

Pov's Eren
Stavo andando via quando qualcuno mi prese per la manica.

"È Cheryl.."

Non l'avevo neanche salutata quando me ne andai, però non avevo il coraggio di parlarle.

'Mi spieghi perché ti comporti in modo strano?' mi chiese Cheryl.

Dopo quel giorno mi resi conto che io e Cheryl, anche se non sembra, avevamo delle cose in comune.
E poi quando riuscì a guardare le stelle, i suoi occhi erano pieni di gioia.
Sembrava una bambina che vedeva un aereo nel cielo.
Era così dolce..
I suoi occhi erano come una calamita: ti attraevano ad essi.

Proprio in questo momento lo stanno facendo, ed io non voglio che lo noti.

'Perché non ti ho dato il buongiorno, vero nanetta?' dissi io abbasandomi alla sua altezza.
'Prima di tutto, non mi parlare come se fossi una bambina di cinque anni e poi non mi interessa affatto del tuo "buongiorno".'
'Va bene nanetta, però non te la prendere con me se non ti ho salutato.'
'Tsk, come se mi importasse di te. Non si può neanche essere gentili con te che tu subito rifiuti. Sei impossibile.' disse poi girandosi e andandosene.

Forse aveva ragione, ma non volevo ammetterlo.
Ero sempre stato così, però non mi accorsi che lei voleva solo fare amicizia.

"È vero quello che dici.. Sono proprio un caso perso.."

𝔓𝔢𝔯𝔠𝔥𝔢́ 𝔭𝔯𝔬𝔭𝔯𝔦𝔬 𝔱𝔲? ᴇʀᴇɴxᴏᴄ (1 ʟɪʙʀᴏ)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora