Pov's Jean
Oggi ero al bar di fronte alla mia scuola a prendere un caffè prima di ritornare a casa.
Non so bene il perché, ma decisi di non rimanere nel cortile e parlare con i miei amici e mi ero avviato prima del solito.
Posai la tazza contenente quel liquido nero e amaro e pagai il conto al barista.Uscii dal locale sentendo, oltre alla voce degli altri clienti, dei singhiozzi incessanti.
Non riuscivo a capire da chi provenissero, infatti mi girai intorno per vedere chi era ma senza risultati.
Finché non notai quel suo corpicino seduto sulla panchina con le mani davanti alla facca e la schiena curva.
Notai i suoi capelli neri sparsi dietro al suo dorso e alcune sue ciocche davanti al suo viso.
Anche se ci conoscevamo da poco, solamente a vederla piangere mi faceva salire la rabbia.Mi avvicinai lentamente a lei e, cercando di non far rumore, mi sedetti sulla panchina accanto a lei.
Involontariamente misi la mia mano dietro alla sua schiena accarezzandola e, dopo un pó di tempo, chiederle come stava.
Sapevo che era una domanda stupida vedendo le sue condizioni, ma era l'unica cosa che riuscivo a dire.
La corvina, che si sentí richiamata, alzò lo sguardo verso di me con gli occhi rossi e il viso bagnato dalle lacrime.
Subito dopo iniziò ad asciugarsi la faccia con il palmo delle mani facendo finta di niente.
Intanto che lo faceva, io la bloccai e lei si girò di scatto verso di me.
I nostri visi erano vicinissimi e il suo, pian piano, stava diventando rosso.
Senza far caso al suo rossore, le dissi: 'È inutile che cerchi di nasconderti, ormai ti ho vista e non puoi più scappare'
Sembrava una frase di minaccia, ma non lo era.
Volevo solamente che lei si sfogasse con me.
Anche se non avesse spiegato perché stesse piangendo, a me non avrebbe interessato.
Dopo un pó di tempo, Cheryl cominciò a parlare.
'Hai presente quella sensazione in cui ti aspetti un cambiamento o qualcosa da una persona, però poi rimani deluso perché non ricevi quello che ti aspettavi?' disse ancora fra i singhiozzi.
'No, non ho mai avuto questa sensazione'
Credimi, l'ho avuta molto spesso
Lei fece un grande sospiro e disse: 'Beato te che non l'hai mai avuta. Perché io l'ho appena ricevuto e, credimi, fa male.'
Tutta la frase era accompagnata da un pizzico di delusione e dolore.
Questi due sentimenti stavano rispecchiando la sua espressione, ormai a pezzi.
Non riuscivo a capire chi fosse quella persona, ma volevo scoprirlo al più presto.
Non sapevo che cosa gli avrei fatto, ma gliel'avrei fatta pagare per quello che aveva fatto a Cheryl.
Ma perché sono così protettivo con questa ragazza? Ci siamo visti pochissime volte e già voglio starle accanto per sempre.
'Senti Cheryl, non voglio entrare nei dettagli ma, adesso, ti riporto a casa così non faremo preoccupare tuo fratello e potremmo fare una chiacchierata in macchina'Pov's Cheryl
Jean era davvero gentile con me, si preoccupava anche se ci conoscevamo appena.
Non sapevo come ringraziarlo per tutto il bene e il conforto che mi stava dando.
Mi sentivo così in colpa perché si mostrava molto dolce nei miei confronti e non volevo stressarlo.Durante il tragitto iniziai a parlargli di come mi sentivo, però le lacrime cessarono.
Lui mi stava ascoltando con attenzione, rivolgendomi qualche sguardo comprensivo o anche triste per quello che stavo passando.
Però mi sentivo libera, come si fosse tolto un peso dal mio corpo.
Questo è solo per un stupido ragazzo.. pensai mentre stavo guardando in basso.
Quello che richiamò la mia attenzione fu Jean chiamandomi mentre guardava ancora la strada.
'Sappi che, se ti succederà qualcosa, io ci sarò sempre. Anche se ci conosciamo da poco, é come se fossimo connessi. Ma mi va bene così, voglio conoscerti di più.'
Dopo che finí di parlare gli rivolsi un grandissimo sorriso.
Era l'unica cosa che potevo donargli in quel momento, e spero tanto che lui l'accetti.Ero stesa sul mio letto ad ascoltare la musica dal mio telefono a tutto volume.
Intanto mio fratello era giù in salone con Hanji.
Per fortuna entrambi non notarono i miei occhi rossi, così mi sembrava.
Dopo mangiato andai subito sopra per rilassarmi un pó.
Non volevo pensare a quello che era successo oggi, né tanto meno a lui.
E se fossi io quella che stesse esagerando? Forse mi sto arrabbiando troppo con lui che non siamo neanche fidanzati o partner
La mia attenzione, poi, fu richiamata da una notifica del mio telefono.
Controllai e vidi che era di whatsapp.
Ed era dell'ultima persona dalla quale volevo ricevere un messaggio.
Quelle sue parole sul display..
Quel suo messaggio.
Ci possiamo incontrare?
Avrei voluto tanto rispondergli di no, ma una parte di me voleva delle spiegazioni.
Digitai sulla tastiera un sì che lui subito lesse.
Allora ci incontriamo nel parco di ieri.Avevo avvisato Levi ed Hanji che uscivo con la scusa che dovevo andare al bar con Mikasa, infatti le devo dirle che, se la chiama Levi, deve dirgli che sta con me.
Stava iniziando a far freschetto, come in ogni solito autunno/inverno e per fortuna mi ero portata con me una giacchetta abbastanza calda per riscaldarmi le braccia e il busto.
Alle gambe, invece, ci pensavamo i pantaloni senza strappi.Dopo un pó di tempo, guardai l'orario: erano le 16:00 e l'incontro era alle 16:15.
Per fortuna ero quasi arrivata, anche se ero a piedi.
Mentre ero quasi vicina al parchetto, mille emozioni percorrevano nella mia mente.
Chissà cosa mi dirà dopo quello che era accaduto? Cosa farà appena mi vedrà? E se finiremo per litigare e non parlarci mai più?
Avevo così tanta ansia e domande nella testa che iniziò a farmi male.
Arrivai davanti al parchetto e il castano era già lì.
Da quanto tempo sta qui? Eppure è un ragazzo piuttosto ritardatario.
Aveva lo sguardo fisso sul terreno e non aveva intenzione di alzarlo.
Lo alzò finché non lo chiamai (con il suo soprannome, ovviamente).
'Ehy, ciao..' il suo sguardo era spento, come anche i suoi occhi.
Erano diventati di un grigio scuro che ritraevano le nuvole che erano sopra di noi.
'Allora, passiamo al punto: perché mi hai voluto incontrare?' facevo finta di non sapere niente, però lo sapevo fin troppo bene perché lui mi voleva vedere.
'Stai scherzando, vero Cheryl?' disse Eren con un pizzico di rabbia.
'Sei andata via correndo, con le lacrime agli occhi dopo avermi visto.. Beh sai' disse cercando di non farmi ricordare dell'accaduto.
'E se non stessi piangendo per te?'
Perché sto dicendo questo?
È ovvio che stavo piangendo per te, quella scena mi aveva spezzato il cuore in mille pezzi.
Ma allora perché faccio finta di niente?
Non volevo mostrarmi debole davanti ai suoi occhi, e non l'avrei mai fatto.
'Cheryl, fai la seria.'
'Sono serissima' dissi facendo le spallucce.
Per un attimo, notai che nei suoi occhi non c'era più dolore ma rabbia.
Rabbia incontrollabile.
'Bene Cheryl, vuoi fare così? Allora quando ho baciato Akira mi sentivo benissimo! Anzi una meraviglia! E visto che a te non interessa, e stavi piangendo per un' altra cosa, allora non ti devo dare più spiegazioni.'
Sentii dinuovo quella sensazione, una sensazione di vuoto.
Per un attimo mi sembrava di aver sentito il mio cuore frantumarsi in migliaia di pezzi.
Per delle semplici frasi.
Uscite da una bocca.
Ma non da una qualsiasi.
Dalla sua.
E mi sentivo presa in colpa perché sono stata io a farglielo dire, ma comunque mi fecero sentire male.
Come se il mondo intorno a me stesse crollando, ma non volevo farglielo vedere.
Non volevo che anche lui si sentisse in colpa.
'Infatti e penso che questo nostro incontro sia stato molto inutile'
Basta, non dire più niente
'Allora posso ritornare a casa senza darti nessuna spiegazione'
Ci stiamo distruggendo a vicenda, Eren..
'Ottimo, allora io me ne vado.'
Ma io non voglio andarmene
'Perfetto, me ne vado anch'io' disse poi per allontanarsi da me.
Sembrava che mi stesse abbandonando.
Come se una mamma avesse abbandonato il proprio figlio.
Mi sentivo così in questo
momento.
E, appena sentii i suoi passi allontanarsi ancora di più, mi accovaciai a terra, a buttare tutta la rabbia; il dolore e la tristezza che stavo provando in quell'istante.
Mi ero trattenuta troppo e stavo quasi per esplodere davanti a lui.
Ero seduta sull'erba del parco che si stava bagnando a causa delle mie lacrime che sembravano non cessare.
Adesso non c'era Jean, non c'erano le mie migliori amiche a sostenermi e nemmeno lui.
Ero da sola, a soffrire come non avevo mai fatto.
E questo l'effetto che provoca l'amore, mamma e papà?
Fa così male?
È davvero un dolore infinito..
Lo avevo sempre saputo che l'amore era solo per i deboli. Ed io ero diventata come loro.
'Mi sento così stupida..'Spazio autrice:
Non chiedetemi perché ho pubblicato alle 12:23, ma volevo assolutamente pubblicarlo adesso.
Come promesso, vi ho dato un capitolo più lungo del precedente!
Adesso mi sento in colpa per aver fatto litigare Cheryl ed Eren T-T.
Ah e comunque vi volevo ringraziare per le 158 visualizzazioni! 😍💞
Grazie mille per il vostro supporto e ci vediamo al prossimo capitolo💜
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𝔓𝔢𝔯𝔠𝔥𝔢́ 𝔭𝔯𝔬𝔭𝔯𝔦𝔬 𝔱𝔲? ᴇʀᴇɴxᴏᴄ (1 ʟɪʙʀᴏ)
Fanfic«sᴇ ʟ'ᴀᴍᴏʀᴇ ᴇ́ ᴘᴇʀ ᴅᴇʙᴏʟɪ, ɪᴏ ᴄᴏᴍᴇ sᴏɴᴏ ᴅɪᴠᴇɴᴛᴀᴛᴀ ᴜɴᴀ ᴅɪ ʟᴏʀᴏ?» ~Le relazioni sentimentali fra i sedicenni sono così complicate: ci sono le storie che in un attimo terminano; altre invece che sono solo dei passatempo; e infine quelle più belle, cioè...