Capitolo 3 Parte 4

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Pov's Daryl

Daryl:Un giorno tu mi spiegerai come fai se fino a ieri sembrava che ti fosse caduto un palazzo sopra al tuo corpo!

Fa spalluccie e ritorna a fare ciò che stava facendo. Forse è meglio che vi spiego tutto con calma, allora la situazione è questa : stamattina quando ci siamo svegliati l'ho aiutata a farsi la docci perchè non riusciva da sola ,non pensate male perchè non abbiamo fatto niente, e dopo averla aiutata a lavarsi e adesso non so come riesce a stare in piedi senza cadere e senza che io l'aiuti a soreggersi e vi dico pure che sta indossando i TACCHI.

Capite adesso, spero di si perchè non so come faccia e come se non fosse mai stata rapita.

Dopo un po' a casa di Desy

La guardo mentre mangio e ha lo sguardo in un punto fisso persa tra i suoi pensieri, metto una mano sulla sua facendo intrecciare le nostre dita. Mi guarda e le sorrido leggermente e lei ricambia.

Daryl:A cosa stavi pensando?

Desirè:A tante cose.

Annuisco e finiamo di fare colazione in silenzio. Vorrei tanto sapere cosa la tormenta, entrare nella sua testa per vedere cosa pensa anche se è impossibile.

Desirè:Non ti conviene fidati!

Daryl:Come?!

Desirè:So che vorresti entrare nella mia testa per sapere cosa penso e se vuoi sapero te lo dirò. . .vieni!

Ci spostiamo e ci sediamo sul divano uno di fronte all'altro.

Desirè:Come già saprai non ho avuto un passato per niente facile.  Avevo 5 anni quando mio padre uccise mia madre tagliandole la testa e dopo mi violentò. . .ricordo che io e i miei fratelli ci occupamo di seppelire il corpo di nostra madre ormai morta. Dopo quel giorno era tutto diventato parte della nostra routine quotidiana. . .Dereck mio padre, si drogava, beveva e quando tornavamo da scuola era già ubriaco fradicio, poi si alzava da dov'era seduto e saliva andando al piano di sopra facendoci cenno di seguirlo e non avevamo scelta altrimenti era peggio.

La vedo deglutire mentre ha lo sguardo perso nel vuoto e le stringo la mano per darle forza e continu.

Desirè:Lo seguivamo al piano di sopra dritti in quella stanza, lui la chiamava la stanza delle torture e in effetti lo era. Gli altri a mia differenza non avevano paura di ciò che gli avrebbe fatto ma ciò che avrebbe fatto a me perchè a loro non ha mai osato sfiorarli invece a me si. . .hai presente tutti gli oggetti che hai visto ieri quando siete venuti a salvarmi da quel bastardo?

Dice e annuisco insicuro e temendo il continuo.

Desirè:Bene. . .erano gli stessi che c'erano in quella stanza e li usava su di me, tutti. . .dal primo all'ultimo. Dopo un po' non urlavo e i ragazzi che erano obbligati a guardare non piangevano più perchè ormai ci eravamo abituati tutti e 6.

Dopo due anni che continuava quella storia decidemmo di fuggire ma non ando tutto secondo i piani perchè Dereck ci scopri ed essendo ubriaco s'incazzo tantissimo.

Ricordo che Cameron, Jackson e Jason iniziarono a urlargli contro come non vevano mai fatto ma fu tutto inutile.
Li picchio tutti e cinque e poi se la prese con me come faceva tutti i giorni solo che c'erano più tagli e pugni del solito.

Poi prese un coltello e mi fece un taglio profondo sul taglio destro e fu li che iniziai ad urlare, non so come ma riusci ad allontanarlo e dissi ai ragazzi di muoversi e di scappare.
Uscimo da quella casa e iniziammo a correre il più veloce possibile che potevamo, ci fermamo quando funno ormai fuori città.

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