Capitolo 33

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Cosimo

Aprì gli occhi lentamente e cercai di muovere il braccio sinistro addormentato per la posizione scomoda che avevo assunto durante il sonno. Guardai il corpo di Alex seminudo accanto a me e mi venne voglia di farle le peggior cose, ma quando provai ad allungare il braccio destro qualcosa mi fermò. Guardai la flebo attaccata al mio corpo e gemetti frustrato.

"Alex" provai a chiamarla, ma si mosse solo girandosi verso di me e facendo abbassare la spallina della canottiera che indossava. Mi morsi il labbro osservandole i capezzoli turgidi attraverso il tessuto, immaginai le sue labbra carnose intorno al mio pene e strinsi nella mano la mia erezione. Da quanto tempo non lo facevamo? Provai a pensarci un attimo, mentre continuavo a toccarmi lentamente osservandola. Mi bloccai all'improvviso quando qualcuno aprì la porta, senza bussare.

"Sei sveglio, finalmente" Fabio entrò nella stanza e lo guardai male.

"Dovresti imparare a bussare" gli sibilai.

"Ci siamo alzati un po' acidi" alzò un sopracciglio.

"Ho fame, perché cazzo ho ancora attaccata questa merda?" sbottai indicando la flebo accanto a me.

"Smettila di urlare" gemette Alex accanto a me, coprendosi le orecchie con le mani.

"La principessa si è svegliata di cattivo umore" Fabio mi prese in giro e lei ridacchiò guardandomi con gli occhi ancora gonfi di sonno.

"È perché ho questa cosa attaccata che mi ha impedito di muovermi per raggiungere Alex e scopramel-" mi interruppi vedendo mia madre entrare in stanza schiarendosi la voce.

"Non è questo il linguaggio che ti ho insegnato" scosse la testa venendo vicino e smanettando con l'ago ficcato nel mio braccio.

"Parlo di sesso, droga e alcol nelle mie canzoni da ormai anni. Non dovresti essere scandalizzata se dico che ho voglia di scop-" Alex mi tappò la bocca sorridendo imbarazzata. Mossi un po' il braccio ormai libero dalla flebo.

"Se tolgo la mano, non finire la frase" sussurrò guardandomi attentamente.

"La colazione è pronta" annunciò mia madre trascinando via Fabio e chiudendosi la porta alle spalle. Sorrisi ad Alex, le afferrai i polsi e l'attirai su di me a cavalcioni, premendola contro il mio bacino per farle sentire la mia erezione che quasi scoppiava.

"Prima di fare colazione.." sussurrai disperatamente baciandole il collo facendola gemere di piacere "..una cosa veloce.." continuai abbassandole le spalline e scoprendo il suo seno "..sto scoppiando" ansimai mordendole la pelle.

"Non mi sembra il momento.. Cosimo" mi richiamò cercando di spostarsi da me "per favore" terminò sistemandosi si nuovo la maglia ed alzandosi in piedi accanto al letto. Sospirai chiudendo gli occhi e poggiando la schiena contro lo schienale.

"Dammi qualche minuto" dissi semplicemente per calmarmi dallo stato di eccitazione in cui mi trovavo. Poi mi alzai lentamente, toccandomi la ferita quando la sentì pungere "sono miei?" chiesi indicandole i pantaloncini troppo grandi sul suo corpo e annuì semplicemente facendomi poggiare a lei per aiutarmi a camminare.

"Ce la fai?" chiese Fabio venendomi subito incontro quando uscimmo dalla porta.

"Aspetta, ti do una mano" anche Domenico venne vicino. Li guardai male e fecero un passo indietro.

Hidden - Guè PequenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora