Capitolo 2

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Alex

Gli sorrisi maliziosamente e lo vidi avvicinarsi frettolosamente gettando gli ultimi abiti che gli restavano.

"Come ti è venuto in mente?" salì gattoni sul letto e mi raggiunse posizionandosi tra le mie gambe e abbassandosi leggemente su di me mettendo le mani ai lati della mia testa.

"Mh, so quanto ti piaccia il viola.." lo provocai sollevando il bacino verso di lui, che preso alla sprovvista, ansimò e mi tenne ferma contro il letto poggiando una mano sul mio fianco destro.

"Sei tu che mi fai impazzire, non il viola" sussurrò facendo scendere lentamente la sua mano verso il basso, provocandomi la pelle d'oca.

"La conduttrice aveva il vestito viola" affermai prima di gemere leggermente sentendo il suo dito stuzzicarmi il clitoride da sopra le mutandine.

"Respira" sorrise sulle mie labbra facendomi rendere conto di trattenere il respiro, quindi sospirai lentamente.

"Sei gelosa?" mi chiese mordendosi il labbro. Mi mossi sotto la sua mano, ora ferma.

"No" sbottai istericamente mentre lui tolse la mano dalla mia intimità.

"Aveva un bel vestito" continuò stuzzicandomi con la stessa mano un capezzolo. Sollevai le sopracciglia e mi baciò all'improvviso permettendomi di nuovo di sollevare il bacino verso di lui, mentre anche lui spingeva il suo contro di me. Il bacio diventò ancora più ricco di passione, la sua mano strinse il mio seno mentre con l'altra si reggeva per evitare di schiacciarmi con il suo peso. Le mie dita finirono tra i suoi capelli e protestai con un mugolio quando si staccò un attimo da me solo per togliermi velocemente le mutandine. Il fruscio delle banconote intorno a noi si placò quando lui scese a stuzzicarmi i capezzoli con i denti.

"Cosimo.." ansimai vedendolo andare più giù e soffiare sul mio punto più sensibile e umido.

"Sei già tutta bagnata" senza darmi il tempo di assimilare quelle parole, leccò il mio clitoride facendomi sobbalzare per la sorpresa e il piacere. Afferai le lenzuola tra i pugni e il mio battito cardiaco accellerò insieme al mio respiro. Quando la sua lingua continuò a leccare un punto che mi sembò più sensibile, mi agitai più del dovuto comunicandogli silenziosamente di essere vicina all'orgasmo.

"Non senza di me" sussurrò sollevandosi all'improvviso, lasciandomi con gli occhi sbarrati e tremante di piacere.

"Stronzo" gemetti ansimante chiudendo gli occhi e cercando di riprendermi e ritornare lucida.

"Come?" la sua mano sul fianco mi strinse più a sè e aprì gli occhi in tempo per vederlo avvicinarsi alla mia entrata con la sua erezione pronta tra la mano sinistra.

"Ho detto che sei stronzo" ripetei con convinzione.

"E tu sei gelosa" sollevando le spalle per sembrare indifferente, giocò con la punta del suo pene contro la mia entrata, facendomi impazzire ancora di più.

"Sei mio" affermai sollevando il bacino per fargli capire quanto fossi pronta per accoglierlo "ma comunque sempre stronzo" conclusi sollevandomi appena sui gomiti per guardarlo meglio in faccia. Vidi i suoi occhi stringersi appena per osservarmi meglio e il suo labbro si curvò leggermente all'insù, con una spinta improvvisa e pronfonda mi riempì tutta facendomi gemere forte.

"Lo sono" confermò. Non ebbi il tempo per capire a quale delle mie due affermazioni si riferì, presa dalle sue spinte sempre più veloci e profonde. Ansimai lasciandomi ricadere sul letto e inarcando la schiena per andargli incontro quanto più possibile.

"Cristo" gemette, abbassandosi su di me e mordendomi il labbro "sei solo mia" disse grugnendo e mordendomi anche il collo. Imprecai per il dolore e gli graffiai la schiena spingendolo più verso di me. Quando mossi i fianchi contro di lui, si distrasse un attimo e ne approfittai per prendere in mano la situazione ribaltando le nostre posizioni: lo spinsi accanto a me e mettendomi a cavalcioni su di lui, gli presi tra le mani l'erezione e la rimisi dentro di me. Chiuse gli occhi godendo e cominciai a muovermi su di lui decidendo il ritmo. Mi lasciò fare aprendo gli occhi e osservandomi attentamente, posizionando le sue mani sul mio sedere. Mi toccai il seno e inarcai di più la schiena e all'improvviso lui si mise a sedere venendomi incontro e baciandomi sul collo.

"Hai un buon profumo" sussurrò annusandomi il collo e subito sopo cominciò a succhiare in un punto preciso.

"No, aspetta.." provai a spostarmi per evitare quel succhiotto, ma mettendomi una mano dietro la schiena riuscì a non farmi allontanare. Gemetti frustata pensando al segno che mi avrebbe lasciato e al troppo trucco che avrei dovuto usare per coprirlo per il lavoro. Per vendetta, gli graffiai la schiena un po' più forte di prima. Fece una smorfia di dolore e si allontanò di poco, smise di muovere il bacino e mi guardò.

"Cosa c'è?" gli chiesi fermandomi anche io.

"Sei mia" disse ancora toccandomi con il pollice, il punto marchiato sul collo. Sorrisi timidamente e gli diedi un bacio a stampo.

"Ti amo" aggiunsi quasi spontaneamente. Il suo sguardo si fece più intenso, aprì la bocca e sembrò voler dire qualcosa ma la richiuse subito dopo. Prima di poter rimediare alle mie parole per evitare altro imbarazzo, lui ribaltò le posizioni tornando su di me e reggendosi sulle braccia riprese a spingere in silenzio, provocando una piccola crepa nel mio cuore che dimenticai non appena, insieme a lui, raggiunsi l'orgasmo.

Cosimo

Il mio respiro tornò regolare prima del suo. Seguì con lo sguardo il suo indice che ripassava le forme dei miei tattuaggi sul petto. Sorrisi appena osservando il suo seno schiacciato contro il mio allenato e i suoi capelli ricci neri sparsi un pò ovunque. Intravidi la mia erezione di nuovo presente sotto il lenzuolo solo perchè lei aveva cominciato a toccare la pelle piena d'inchiostro appena sopra l'ombelico. Nel momento in cui decisi che me la sarei scopata ancora, il mio cellulare squillò facendomi sbuffare.

"Pronto?" mentre rispondevo, vidi il suo sguardo curioso su di me.

"C'è una festa in piscina giù, ci sono anche i giornalisti. C'è bisogno di te" la voce di Fabio appena udibile sopra la musica.

"Fabio dice che c'è una festa" chiusi la chiamata e spostandola da me, mi alzai dal letto "vieni?" glielo chiesi mentre tiravo fuori dalla valigia il costume e me lo infilavo velocemente, insieme ad una maglia. Non ottenendo una risposta mi girai verso di lei. Ancora sdraiata coperta con solo un lenzuolo e qualche banconota sparsa qua e là, guardava il soffitto con aria assente.

"Tutto okay?" mi avvicinai aggrottando le sopracciglia e quando allungai una mano per toccarle il braccio, lei sembrò tornare in sè e si allontanò subito prima che potessi toccarla. Mi diede le spalle mentre infilava un costume intero che, come qualsiasi altra cosa, riusciva a mettere in risalto tutto ciò che aveva. La osservai per tutto il tempo, sapendo che le avrebbe dato fastidio e che fosse l'unico modo per farmi rivolgere la parola.

"Cosa c'è?" mi chiese mentre si faceva due trecce.

"Tu devi dirmelo" le risposi un po' troppo seccamente.

"Andiamo?" cambiò argomento mettendo i pantaloncini e dirigendosi verso la porta. Nell'ascensore, essendo soli, mi avvicinai a lei.

"Come fai ad essere sempre così bella?" cercò di non sorridere mordendosi il labbro e la baciai d'istinto. Lei ricambiò giusto il tempo che le porte si aprirono e staccandomi, le presi la mano per dirigermi verso la stanza in cui stavano dando la festa.

Hidden - Guè PequenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora