Capitolo 18

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Alex

Girai la chiave del bagno bloccando la serratura e mi poggiai con la schiena contro la porta, chiudendo gli occhi e lasciandomi scivolare a terra. Sospirai pesantemente e mi morsi il labbro. Non poteva essere vero ciò che stava succedendo. Il tatuaggio di Pablo doveva significare per forza quello. Ripensai un attimo alla sera in cui ero andata a quella festa di Carnevale vestita da catwoman. Mi ricordai tutto ciò che avevo provato quel giorno, la brutta lite con Cosimo e le lacrime che avevo versato fino a poco prima di presentarmi a quella dannata festa in cui sapevo per certo che lui non ci sarebbe stato.
Aprì gli occhi e fissai le piastrelle del muro davanti a me ripensando al concerto a Cuba:

"Ci hanno già presentato" mi girai verso Pablo e lo guardai confusa non capendo.

"Io e te ci conosciamo già" gettò la sigaretta e il suo sguardò vagò lentamente sul mio corpo.

"E anche abbastanza bene. Eri vestita da catwoman" terminò e il mio cervello elaborò il ricordo della festa di Carnevale di qualche tempo prima.

"Ero vestito da vampiro, anche se non è questo che ti dovrebbe far ricordare di me" si leccò il labbro e sollevai le sopracciglia cercando di focalizzare un ricordo preciso di lui, ma scossi la testa.

"Non ricordo. Quella sera mi sono state presentate davvero tante persone, mi spiace" mi giustificai e feci per entrare.

"O forse avevi bevuto troppo" la sua voce mi fece fermare e aggrottai la fronte pensandoci.

"Dov'era Cosimo quella sera?" mi chiese ancora mentre il baccano proveniente da dietro la porta aumentò quando l'aprì.

"Non ricordo nemmeno questo" mentì innervosendomi.

Merda. Era lui. Avrei dovuto capirlo fin da subito. Mi passai una mano tra i capelli in modo nervoso accorgendomi di tremare troppo. Dovevo calmarmi.

"Alex?" la voce di Cosimo dall'altra parte della porta mi fece sobbalzare dallo spavento e mi guardai allo specchio in panico. Provai a trovare qualche scusa, ma non sapevo mentire quindi provai a calmarmi velocemente respirando lentamente.

"Tutto bene?" il suo bussare divenne più insistente non sentendomi rispondere.

"Sì, arrivo subito" dissi meravigliandomi nel sentire la mia voce troppo tranquilla.

"Bene, perché andiamo via" mi informò in modo brusco facendomi aggrottare le sopracciglia. Mi schiarì la voce e sbloccando la serratura, uscì dalla porta trovandolo intento a gettare in modo disordinato nel borsone tutte le sue cose.

"Perché andiamo via?" chiesi confusa. Non mi guardò nemmeno mentre mi passava accanto per andare in bagno a prendere il resto dei suoi effetti personali. Mi parai davanti a lui a braccia incrociate bloccandogli la strada e sollevò lo sguardo su di me per pochissimo tempo.

"Imprevisti di lavoro, dobbiamo tornare a Lugano" mi rispose continuando quello che faceva. Sospirai frustrata e lo imitai avendo solo più ordine e delicatezza nel raccogliere le mie cose.

"Ti aspetto giù" lo sentì dire velocemente mentre con il suo borsone usciva dalla stanza. Cosa stava succedendo? Qualcosa non andava visto che nemmeno si era degnato di guardami. Che si fosse accorto di qualcosa tra me e Pablo? Scossi la testa scacciando il pensiero, tra me e Pablo non c'era niente quindi di cosa dovevo aver paura? Afferrai il mio borsone e scesi giù, fermandomi a metà scale quando sentì Fabio parlare a Cosimo.

"Non farebbe mai una cosa del genere, non puoi esserne sicuro.." cercò di parlare silenziosamente "..ti incazzi così facilmente da mandare la ragione a puttane" terminò sbuffando. Mi morsi il labbro concentrata ad origliare.

Hidden - Guè PequenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora