Capitolo 19

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Alex

Rivivere determinate situazioni non mi faceva stare bene, ma lui doveva sapere ogni cosa per ragionare attentamente e non scendere a conclusioni affrettate come faceva sempre.

"Possiamo parlare anche con Rossana?" mi chiese all'improvviso, dopo minuti di silenzio, mentre continuava a fare avanti e indietro nella sala.

"No, lei è in un posto particolare in cui aiutano la gente a riprendersi psicologicamente da certe situazioni. E poi non voglio farle tornare in mente certe cose, non le farebbe bene" scossi la testa giocando con il mio braccialetto.

"Cristo, è lì da quando Pablo l'ha..?" lui non riuscì nemmeno a terminare la domanda e sospirai.

"No, ma ci va spesso per qualche giorno. Lei e Fabio, in quel periodo si stavano frequentando.. dopo quella notte, lei ha bloccato il tutto come puoi immaginare" spiegai cercando il suo sguardo, non riuscendoci "ma lui le è stato molto vicino, quindi quando verrà ti saprà dire di più" terminai sedendomi sul divano quando cominciai a sentirmi poco bene. Cercai di fermare il tremore alle mani, senza risultati. Mi morsi il labbro schiarendomi la voce quando qualcuno suonò alla porta di casa.

"Cristo, finalmente! Che cazzo di fine avevi fatto?" Cosimo aprì la porta urlando quasi.

"Se conosci un modo per far andare più veloce un aereo, sono tutte orecchie" Fabio entrò in casa sollevando gli occhi al cielo e guardandomi subito dopo corrugando la fronte.

"Va tutto bene? Sei pallida" mi chiese avvicinandosi e annuì velocemente.

"Perché cazzo non mi hai detto niente?" Cosimo passò subito al punto e lo guardò male.

"Merda, calmati. Avevo promesso a Rossana che me lo sarei tenuto per me. E anche Alex lo aveva fatto, quindi non prendertela per questo. Comunque.." cominciò a spiegare Fabio sedendosi accanto a me sul divano e guardandolo dritto negli occhi "..quella sera, quando Rosanna si calmò un po', le spiegai che la cosa sensata da fare era andare a denunciarlo ma lei non sapeva nemmeno chi fosse la persona. Cazzo, io l'ho capito qualche tempo fa e gliel'ho detto immediatamente, ma ha preferito lasciare le cose così com'erano" lo ascoltammo attentamente.

"Aspetta, tu sapevi che fosse Pablo? Da quanto?" gli chiesi in un sussurro.

"Da Cuba. Mentre fumavamo insieme, lui.." si passò una mano tra i capelli, si capiva quanto era difficile anche per lui affrontare ancora questo argomento "..mi ha parlato di una per cui ha perso la testa, di cui pare abbia preso una sbandata. Raccontandomi di averla conosciuta ad una festa, dicendomi cose assurde tipo che era una gatta randagia che aveva bisogno di essere domata. Io l'ho capito quando mi ha detto dove e quando l'ha conosciuta. Avrei voluto spaccargli la faccia, ma mi sono trattenuto per Rossana. E comunque ci sono cose che non voglio nemmeno ripetere" si alzò dal divano e mi guardò di sfuggita.

"Io voglio sapere tutto" Cosimo ruggì come un leone e io tremai appena.

"Non posso. Non davanti a lei" mi indicò e lo guardai confusa.

"Posso affrontare qualsiasi cosa tu mi dica" dissi sicura, anche se non lo ero per davvero. Insomma, che cosa poteva esserci di peggiore di ciò che Pablo aveva già fatto?

"Fa come ti dice" Cosimo ordinò mettendosi sull'attenti.

"Lui.. penso che credesse fossi tu, quella sera. Ne parlava come se ne fosse innamorato, come un qualcosa che doveva avere a tutti i costi. Mi ha anche fatto vedere il tatuaggio di un gatto con la data in cui c'è stata la festa, è un malato" gemette terminando il tutto.

Hidden - Guè PequenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora