Capitolo 12

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Alex

Arrivai allo studio fotografico in anticipo, visto che ero letteralmente scappata di casa. Dopo aver pianto per almeno un'ora in auto, con il povero autista che guidava senza sosta e senza una meta precisa mentre mi lanciava occhiate tristi dallo specchietto retrovisore.
Salutai tutti con un semplice cenno e mi rifugiai subito nel camerino. Sospirai guardandomi allo specchio e notando gli occhi rossi, mentre lasciavo la borsa su una sedia e mi sedevo sull'altra posizionata davanti allo specchio.
Dalla porta entrò una ragazza già pronta con i pennelli in mano e lessi il suo nome sulla targhetta che portava.

"Nicla? Piacere, sono Alex" le dissi osservandola attraverso lo specchio, mentre preparava tutto su un piccolo carrello vicino a me.

"Tutti sanno chi sei" rise soffermandosi troppo a guardarmi.

"Oggi dovrai fare un po' un miracolo per farmi sembrare meglio di così"mi indicai il viso e lei sorrise timidamente annuendo e cominciando a truccarmi con pazienza e mani esperte.
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Sospirai per l'ennesima volta mettendomi in posa e mi sforzati di sorridere in modo naturale. Il mal di testa cominciava ad essere insopportabile per le troppe luci che avevo intorno e ringraziai che, almeno i capelli erano al naturale. Mi mossi a malapena, continuando a seguire le indicazione del fotografo, nel vestito che avevo addosso sentendolo troppo stretto su di me.

"Possiamo fermarci tesoro, abbiamo finito. Sei stata perfetta, come sempre" il fotografo si congratulò e gridò indicazioni a chiunque nella stanza. Lo ringraziai con un cenno ed un sorriso e mi rinchiusi nel camerino. Lentamente uscì da quel vestito, rimettendo ciò che indossavo prima e il mio cellulare vibrò sul tavolino. Mi bloccai osservando lo schermo e il suo nome comparire, ma finì di allacciarmi le scarpe. Mi sedetti prendendo una salviettina per struccandomi attentamente. Il cellulare vibrò di nuovo e chiusi una attimo gli occhi. La mia mente mi riportò a qualche tempo fa: al giorno di Halloween, quando andai ad una festa per provare a dimenticare l'immagine di Elettra e Cosimo che andavano a letto insieme. Ricordavo ancora bene tutte le sensazioni che avevo provato quando, la mattina di quel giorno, lei mi disse che avevano smesso di farlo solo qualche tempo dopo che lui aveva cominciato la storia con me. Ricordavo bene di come tutte le mie sicurezze crollarono scoprendo che la nostra storia era cominciata basandosi su una bugia. Tornava sempre il dolore al cuore che avevo provato sapendo che io mi innamoravo di lui mentre lui si scopava lei. Quante domande che mi tormentavano e non avrebbero avuto una risposta: non provava davvero niente lui baciando me, subito dopo essere stato con lei? Come faceva a guardami negli occhi? Quando ha cominciato lui a provare qualcosa per me?
Aprì gli occhi facendo una smorfia di disgusto mista a frustrazione. Ora lei si scopava anche mio padre. Il dolore al petto aumentò pensando a Cosimo in studio di registrazione con lei. Sul set con lei. Vicini. Troppo vicini. Trattenni delle lacrime e presi il telefono per leggere solo alcuni messaggi che lui mi aveva inviato visto che non rispondevo alle chiamate.
Dove sei?
Rispondi
Possiamo parlarne?
Torna a casa
Giuro che giro tutta Lugano
Cazzo sto impazzendo
Sbuffai e misi il cellulare in tasca, indossando la borsa. Prepotente del cazzo. Saluti tutti con affetto, cercando di mascherare i miei veri sentimenti.
Entrai in auto salutando un cenno del capo Vittorio, l'autista.

"Alex, mi ha chiamato Cosimo.." trattenni il respiro e incrociai il suo sguardo attraverso lo specchietto retrovisore ".. non ho risposto" concluse rispondendo alla mia domanda silenziosa. Sospirai e annuì.

"Grazie" gli sussurrai.

"Ma ha minacciato di licenziarmi con messaggi.. parecchi messaggi, chiamandomi anche con nomi inappropriati e.." non lo feci terminare posandogli una mano sulla spalla.

Hidden - Guè PequenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora