Capitolo 5

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Alex

"Leggi questo!" Fabio girò il cellulare verso di noi e solo io lo guardai. Eravamo in aereo da mezz'ora e per tutto il tempo, lui non aveva fatto altro che leggere ad alta voce tutti i commenti negativi e positivi per la relazione mia e di Cosimo. 

"Ma perchè continui a leggerli?" sbuffai alzando gli occhi al cielo. Lui rise di gusto continuando la sua attività. 

"Guè, ma non ti da fastidio che sul profilo della tua ragazza ci sono foto in cui è quasi svestita?" lesse con voce stupida imitando qualcuno che non capivo. Scossi la testa facendo un gesto con la mano per sviare il discorso. 

"Non credo abbiano capito che faccio la modella, allora" mi giustificai inutilmente, visto che lui non mi stava ascoltando ancora troppo concentrato a scorrere il dito sullo schermo.

"Guè ma quanto è bona la tua ragazza? Alex B. ma Cosimo è dotato? Guè ma come hai fatto a tenere una bomba del genere nascosta?" Fabio rise ancora. 
Mi girai ad osservare Cosimo, sembrava troppo calmo. Lui non era abituato a tenersi queste cose. Si poggiò meglio contro lo schienale della poltrona e chiuse gli occhi sospirando. Scossi la testa verso di Fabio quando provò a dire altro e sollevando le spalle restò in silenzio, per fortuna. Misi gli auricolari per ascoltare un po' di musica mentre cancellavo le troppe notifiche e rispondevo a qualche messaggio su Whatsapp. Sbirciai, senza farmi notare, lo schermo di Cosimo accanto a me, che stava leggendo qualche commento su Instagram. Poggiai appena la mia mano sulla sua libera e me la strinse appena. 
Aspettai che Fabio si alzasse dal suo posto per raggingere Emilio più avanti e tolsi le cuffie prima di poggiare la mia testa sulla spalla di Cosimo, che bloccò il suo cellulare e lo poggiò troppo bruscamente sul tavolino. 

"Ehi" sussurrai cercando di guardarlo negli occhi. Lui tenne lo sguardo basso e giocò con il braccialetto che portavo al polso "cosa c'è?" provai a chiedergli non ottenendo risposta. 

"Nulla" rispose freddamente passandosi una mano tra i capelli. 

"Sono fans, è normale che abbiano avuto una reazione del genere. Non fa niente se ne parlano bene o male, l'importante è che se ne parli. No?" provai a citare una frase che lui aveva usato durante un'intervita poco tempo prima e bloccò il movimento nervoso delle mani. Si sollevò dal suo posto e si schiarì la voce, sembrò voler dire qualcosa ma  prese la sua bottiglietta d'acqua ormai vuota. Odiavo quando si chiudeva in questo modo e non diceva nemmeno una parola "stiamo insieme ed è questo che conta, no?" continuai, ricevendo finalmente un'occhiata veloce da lui che però annuì solo. Con un sospiro si allontanò. 

   Cosimo

Sapevo troppo che mi avrebbero fracassato i coglioni, ma immaginarlo è una cosa e vederlo succedere è un'altra. Non avevo così tanta pazienza a disposizione. Sapevo che questa cosa l'aveva resa felice, ma i miei nervi lo erano molto di meno. Mi ero accorto che a lei piaceva il fatto che ora tutti sapevano di noi due. Mi ero accorto della felicità nei suoi occhi mentre leggeva alcuni articoli che ci proclamavano la coppia più bella o che sembravamo fatti per stare insieme. Ma i commenti, porca troia. Avrei voluto rispondere ad ognuno di loro, uno ad uno, insulando le loro mamme e le loro sorelle. Ma così facendo, avrei peggiorato solo la situazione, quindi dovevo cercare di mantenere la calma e la pazienza. Sospirai per l'ennesima volta, sentendo finalmente l'aereo atterrare. 
Cuba, quanto mi era mancata? L'aria calda, il mare, la musica. 

"Ho una fame da lupi" Fabio si toccò la pancia come un bambino, mentre scendeva dall'aereo accanto ad Alex che guardò l'orologio. 

"Chi dobbiamo aspettare?" chiese lei sbattendo i piedi e sbuffando come una bambina facendomi sorridere. Aveva smesso di rivolgermi la parola quando si era resa conto che non l'avrei risposta. Sapevo di essere un coglione: le avevo regalato una gioia per avere detto a tutti di noi e subito dopo una delusione non guardandola nemmeno in faccia, ma avevo troppa paura di uscirmene con qualche cazzata o rispondere male a qualsiasi cosa mi chiedesse. 

"Eccolo" gridò Fabio verso Stefano che si avvicinò a noi con una Range Rover nera. 

"Scusate ragazzi, ho avuto dei problemi con la location che dovete usare domani" si giustificò scendendo dall'auto e guardando lei. Perchè cazzo la guardava? 
La osservai anch'io. Okay, non avrebbe potuto essere più perfetta di così. Il vestitino a fiori che indossava le stava divinamente con la sua carnaggione olivastra, lasciandole scoperte le cosce e mostrando in modo giusto anche tutte le curve del seno. Merda, quanto mi piaceva guardarla. Che commento aveva scritto prima un coglione? Se mi dasse fastidio vederla scoperta nelle foto che metteva? Ovvio che no, cazzo. Godevo all'idea di gente che poteva invidiarmi per ciò che apparteneva a me.
Lo sguardo di Stefano stava diventando troppo insistente e la cosa mi urtò ancora di più e già i miei nervi erano andati del tutto. 
______
Il parcheggio di quel ristorante era quasi vuoto e questo mi fece sospirare di piacere, non avremmo incontrato nessuno almeno. Scendemmo dall'auto e mi poggiai alla fiancata dell'auto mentre Stefano rispondeva ad una chiamata da parte del nostro hotel ed Emilio contattava Shablo per farci raggiungere. La osservai farsi un selfie con Fabio e pubblicarlo ridendo per la didascalia che stava scrivendo. Il mio sguardo si posò sul vestito che svolazzò leggermente per via dell'aria afosa cubana e mi leccai il labbro. 

"Vieni?" la sua domanda mi riportò alla realtà e la guardai negli occhi. 
Oh, piccola. Certo che vengo, ovunque tu voglia, anche dentro di t- "Cosimo?" mi richiamò non ricevendo ancora una risposta. Annuì redendomi conto di essere rimasto solo con lei, nel parcheggio di quel ristorante con l'insegna rosa un p' troppo luminosa. Osservai il suo profilo con quella nuova luce. 

"Aspetta" la fermai prendendola per un polso e facendola girare verso di me. 

"Mh?" mi guardò in modo interrogativo. La sua confusione aumentò quando mi avvicinai a lei. 

"Io.." cominciai e le parole mi morirono in gola. Perchè era così difficile dirle ciò che sentivo davvero? 

"So che ti dispiace, non devi dirmelo" mi disse stringendomi la mano e sorridendomi. 

"Fanculo" sbottai avvicinando il mio viso al suo che subito alzò le sopracciglia. 

"Fanculo?" mi chiese sussurrando ancora più in confusione. 

"Sì, fanculo. Io.." mi schiarì la voce e mi bloccai come un coglione ancora una volta ".. non è vero che non provo niente per te" riuscì a farmi uscire parlando velocemente e tutto d'un fiato. Lei restò in silenzio per un attimo e mi osservò attentamente non staccando mai lo sguardo dal mio. Indietreggiò appena per guardami meglio. 

"Davvero?" mi chiese incilando appena la testa. Io annuì sperando che io miei occhi avessero parlato per me. D'improvviso mi si gettò addosso e barcollai un attimo riprendendo subito dopo l'equilibrio. L'afferrai saldamente mettendole le mani sui glutei. Mi baciò con foga passandomi le mani tra i capelli e spingendo la mia testa contro la sua.
Quando si staccò, ripresi un attimo fiato e la ripoggiai con i piedi per terra. 

"Cosa?" le chiesi schiarendomi la voce. 

"Nulla, sono felice" mi disse sorridendo porgendomi la mano per entrare insieme nel ristorante. 

Hidden - Guè PequenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora