Capitolo 17

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Cosimo

Alex aprì gli occhi nello stesso momento in cui oltrepassi il cancello e parcheggiai attentamente la mia auto. Si guardò un attimo intorno frastornata e ancora assonnata e si stiracchiò pigramente.

"Siamo già arrivati?" mi chiese guardandomi mentre mi passavo stancamente una mano tra i capelli. Annuì semplicemente e scesi dall'auto senza aggiungere altro. Avrei voluto scoparmela, ma ero davvero troppo stanco per farlo.

"Sorpresa!" Fabio sbucò dal nulla e corse verso di noi strillando come un pazzo. Abbracciò Alex che saltellò felice di vederlo.

"Che ci fai tu qui?" gli chiese allontanandosi per guardarlo bene in viso.

"Sapevo che sareste venuti qui per un weekend e mi sono aggregato" fece spallucce e poi guardò me. Che cazzo voleva? Io sapevo che sarebbe venuto, me lo aveva detto oppure se ne era già dimenticato? Cristo, avevo bisogno di una doccia. I miei nervi erano a pezzi.

"Benvenuti ragazzi" Pablo ci venne incontro e fece un cenno con la testa ad entrambi. Lei si guardò intorno e dondolò sui piedi come una bambina. Merda, quanto poteva sembrare innocente in quel vestitino che le avrei voluto strappare? Così innocente da mettersi in ginocchio e succhiarmel-

"Dov'è?" la sua domanda mi riportò alla realtà. Pablo rise e indicò un punto un po' lontano da noi nel giardino illuminato dai lampioni. Saltellando se ne andò verso l'alpaca che, incuriosito, si stava avvicinando già verso di noi.

"Ho preparato le vostre stanze" Pablo mi guardò "ho ordinato delle pizze, che dovrebbe arrivare tra mezz'ora" mi informò e annuì.

"Ho bisogno di una doccia" sospirai stancamente "vado a chiamarla" la indicai guardandola accarezzare l'animale.

Alex

Risi guardando la tv e scuotendo la testa in modo divertito. Il mio cellulare vibrò e risposi al messaggio di Fabio che mi scriveva dall'altra stanza che si annoiava senza di noi, sollevai gli occhi al cielo e sbuffai. Dopo aver mangiato la pizza, Cosimo quasi si stava addormentando in piedi, quindi avevo deciso di seguirlo in camera. Lo guardai dormire accanto, girato su un fianco con il braccio teso verso di me. Lo osservai attentamente, memorizzando ogni minimo dettaglio nella mia mente. Restando a pancia in giù, mi avvicinai più a lui poggiando la mia testa sul suo braccio. In automatico, lui si girò di più e mi strinse a sé poggiando l'altra mano sul mio sedere. Mordendomi il labbro, aprì la fotocamera anteriore del mio cellulare e mi feci un selfie cercando di riprendere anche il suo braccio che mi stringeva. La pubblicai e ritornai a guardare la televisione.
Dopo qualche minuto, il suo telefono squillò e lui si mosse nascondendo la testa contro di me.

"È Emilio" lo informai leggendo il messaggio "dice che ti ha organizzato un'intervista in radio" terminai passandogli lentamente le mani tra i capelli.

"Mmmh, perché lavora anche quando non dovrebbe" gemette con la voce impastata di sonno e risi divertita.

"Lo paghi troppo" lo presi in giro e lui aprì gli occhi sbuffando e guardando il cellulare. Sbirciai il suo schermo e lo vidi guardare la mia storia Instagram.

"Cristo, ma che gran bel culo hai" gemette all'improvviso guardando la sua mano nella foto che me lo copriva appena essendo in mutande. Poi lanciò uno sguardo al mio sedere e lo strinse facendomi squittire. Si spostò un attimo mettendo il suo cellulare poggiato ad un cuscino e lo guardai confusa.

Hidden - Guè PequenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora