Capitolo 20

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Alex

Fabio entrò subito in stanza, seguito da Emilio. Si guardarono intorno constatando che eravamo ancora soli e si calmarono un po'.

"Non sono sicura che sia una buona idea" mi agitai sul divano sistemando il vestito e coprendo la gamba troppo scoperta.

"La collaborazione con lui è conclusa, quindi sotto l'aspetto lavorativo è tutto sotto controllo. Dobbiamo solo capire.." Emilio cominciò ma fu interrotto dal bussare alla porta. Fabio aprì e fece spazio a Pablo che guardò tutti con attenzione.

"Che succede?" chiese mettendosi le mani nelle tasche dei pantaloni. Cosimo restò fermo poco più lontano da me, Fabio si sedette accanto a me e poggiò la sua mano sulla mia.

"Pablo, c'è un problema. Noi ti vogliamo bene, sei nostro amico ed abbiamo pensato di parlarne con calma quindi non sentirti attaccato" Emilio parlò con calma avvicinandosi cautamente a lui "sappiamo tutto di quella festa di Carnevale" concluse. Il biondo si agitò sul posto e mi guardò freddamente.

"Glielo hai detto tu?" mi chiese con un tono che mi fece rabbrividire. Mi alzai in piedi e provai a dire qualcosa, ma la mia lingua era come paralizzata.

"Parla con me, se hai problemi a riguardo" gli disse Cosimo spostando il suo corpo quasi davanti al mio, come a proteggermi.

"No, voglio parlare con lei" fece per avvicinarsi ed io poggiai una mano sul braccio del mio ragazzo che era pronto già a protestare. Lo affiancai prendendo coraggio.

"Allora parla con me, dimmi" lo incoraggiai cercando di sembrare sicura di me.

"Doveva essere il nostro segreto, me lo avevi promesso. Ti è piaciuto ciò che abbiamo fatto, lo so. E lo sai anche tu, lo ricordi bene" mi guardò male e scossi la testa.

"Ti stai sbagliando, non ero io. Ricordi che ero insieme ad un'amica? Hai fatto del male a lei" mi morsi il labbro per trattenere le lacrime "e sapere che pensavi fossi io, è anche peggio.. come hai potu-" mi interruppe afferrandomi il polso e facendo scattare Cosimo accanto a me, che tranquillizzai guardando negli occhi e annuendo per fargli capire che stessi bene.

"Quella sera mi hai detto che non lo avresti mai perdonato, hai pianto al bancone dicendomi quanto lo odiavi e quanto sognavi un uomo che avrebbe fatto di tutto per te" mi guardò negli occhi e strinse ancora di più la presa "io sono quel tipo di uomo e lo sai. Lo avevi capito. Mi volevi, l'ho sentito quando mi hai ringraziato per il drink che ti avevo offerto e per le mie parole di conforto. Eri distrutta per colpa sua" indicò Cosimo e grugnì "eppure mi hai sorriso, mi volevi lo so" mi lasciò all'improvviso ed indietreggiò confuso.

"Amico, pensa alle parole che hai appena detto. Qualcosa non va, non credi?" Fabio si avvicinò a noi restando comunque un po' in disparte.

"Eri tu in quel bagno" insistette guardandomi di nuovo.

"Ricordi a Cuba? Quando Cosimo ci ha presentati, io non ti conoscevo" feci spallucce cercando di fargli capire il punto.

"Era una finta, per non far scoprire il nostro segreto. Perché quella sera non mi hai detto che era lui il ragazzo per cui soffrivi?" mi chiese.

"Perché la nostra storia era cominciata da poco, in seguito l'abbiamo tenuta nascosta per un po'. E poi, come sai stavo male per lui quella sera, non ragionavo e non potevo sapere che voi fosse amici" spiegai annuendo. Lui scosse la testa.

Hidden - Guè PequenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora