Capitolo 3

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  Alex

Stavo ancora cercando di capire perchè non avesse ricambiato le mie parole d'amore, che non mi accorsi del momento esatto in cui, arrivati in piscina, lui mi lasciò la mano non appena vide venire verso di noi alcune persone. Lo osservai andare via con loro mentre parlava di quanto il suo disco stesse andando bene. Strinsi i pugni sentendo la rabbia risalirmi e sobbalzai appena quando Fabio mi venne vicino. 

"Tutto bene?" mi domandò porgendomi un calice di vetro. Annuì e lo guardai in modo interrogativo. 

"Champagne" rispose serio.

"Ancora non si decide?" mi chiese osservando il mio sguardo che lo cercava tra la folla. 

"E' un coglione" confermai bevendo lentamente dal bicchiere. Le bollicine mi solleticarono la gola e mi leccai il labbro assaporandone il sapore. 

"Fabio c'è bisogno di te per una foto, vieni?" il ragazzo che mi era stato presentato prima in stanza, Stefano, si avvicinò a noi e poi posò il suo sguardo su di me.

"Ciao. Vuoi esserci anche tu?" mi chiese subito ed io scossi la testa con una fitta al cuore. Li vidi allontanarsi e andare incontro ad un gruppo di persone, mettersi in posa e sorridere ad almeno cinque fotocamere diverse. Lo sguardo di Cosimo si posò su di me mentre posavo il bicchiere, ormai vuoto, sul bancone del bar e pian piano mi avvicinai al gradino della piscina per mettere un piede nell'acqua fredda che mi diede subito un gran sollievo in mezzo a tutta quella gente. Un fotografo, che doveva avermi riconosciuta solo in quel momento, mi scattò una foto facendomi sollevare le sopracciglia. Sospirai quando lo vidi prestare attenzione a qualcun altro e mossi lentamente il piede nell'acqua. 

"Hai l'autorizzazione per stare qui?" un uomo vestito in nero con dei fogli in mano, mi guardò i polsi cercando il braccialetto che distribuivano all'ingresso ai soli ospiti invitati. Sollevai la testa per guardarlo negli occhi, essendo davvero molto più alto di me. Il suo fisico palestrato faceva quasi paura. 

"Senta, io sono.." mi interruppe annuendo e dando una veloce occhiata alla sua lista.

"So chi sei, ma il tuo nome non è sulla lista" cercò di afferarmi il braccio, ma mi scostai guardandolo male. 

"Sono con Marracash. Chiamalo, può confermare" lo guardai negli occhi incrociando le braccia.

"Devi uscire subito di qui" si avvicinò ancora e questa volta fu più veloce e riuscì ad afferarmi. Feci una smorfia guardando la sua mano stringermi il polso e cercai di liberarmi. 

"Aspetta. Dico sul serio, possiamo chiamarlo?" mi guardai un attimo intorno provando a cercarlo tra la folla ma mi strattonò non ascoltandomi e attirando l'attenzione di un gruppo di persone vicino a noi.

"Alex? Che succede?" Fabio mi raggiunse quasi correndo e lo scimmione mi lasciò subito andare. 

"Mi dispiace" provò a dirmi e gli feci una smorfia. 

"Coglione" lo insultai freddamente massaggiandomi il polso.

"Fottiti" Fabio sputò e gli fece il dito medio, prendendomi per mano e trascinandomi verso le sedie del bancone del bar dove mi sedetti subito. 

"Scusa se mi sono allontanato" abbassò la testa sentendosi in colpa e io poggiai la mia mano sulla sua. Il mio sguardo vagò per tutta la stanza, fino a lui che già mi stava guardando. 

"La colpa non è tua" scandì bene le parole in modo tale che lui, anche se lontano, potesse leggermele mentre lo stavo spudoratamente accusando di tutto ciò. 

  Cosimo

Per tutto il resto della serata cercai il suo sguardo che non incrociò più il mio. Ad un certo punto, la persi di vista e la mia rabbia cominciò a crescere. Cercai di seguire la conversazione di qualcuno, ma non ci stavo capendo niente. Dove cazzo era finita? 

"E' andata via" Fabio mi si avvicinò e sembrò leggermi nel pensiero. 

"Dove?" chiesi stringendo i pugni. 

"In stanza, coglione. Dove pensi possa essere?" sbuffò sollevando gli occhi al cielo. Mi passai la mano tra i capelli in maniera frustata, pensando a quanto davvero fossi un coglione. Ero in fissa con il fatto di voler tenere all'oscuro la nostra storia, lontano dai paparazzi e dai vari pettegolezzi perchè volevo viverla in maniera serena e tranquilla. Ma, per l'ennesima volta, mi si ritorceva contro in qualsiasi modo possibile. Presi la mia maglia, che avevo tolto per il troppo caldo, da sopra un divanetto. In effetti non riuscivo ancora a capire come, dopo ben 16 mesi di relazione, non eravamo ancora stati scoperti. Conoscevano me, conoscevano lei. I fans e i paparazzi erano ovunque, ci seguivano ovunque. Eppure eravamo riusciti ad essere abbastanza discreti, ma per quanto ancora avremmo potuto continuare questa farsa? Le mie riflessioni furono interrotte da una donna che mi si parò davanti sbarrandomi la strada. 

"Posso farle qualche domanda?" non so da dove tirò fuori un piccolo registratore e lo allungò verso di me, che sospirai annuendo distrattamente "è qui da solo?" il battito del mio cuore aumentò. Forse ci avevano visti insieme? Questo hotel era conosciuto per la riservatezza che garantiva a noi artisti, quindi.. 

"Come va la sua vita amorosa?" assottigliai gli occhi per le troppe domande intime che stavo ricevendo da questa ragazza che mi guardò con sfida. Altri paparazzi presenti nella stanza si girarono verso di noi, attirati dalle domande che mi stava porgendo. 

"Sa, guardando la sua schiena, si direbbe stia passando dei bei momenti. Possiamo sapere con chi?" continuò ancora senza pudore. Merda, i graffi. Bestemmiai contro mè stesso per essermi tolto la maglia non ricordando i marchi del momento focoso che avevo avuto con Alex qualche ora prima. Me la sono cercata, cazzo. Ed ora ho anche voglia di scopare, di nuovo. 

"Devo raccontarle per filo e per segno come vanno le mie scopate?" mi difesi ironicamente guardando Fabio scuotere la testa. Emilio, il mio manager e amico, mi raggiunse subito parandosi davanti a me. 

"Guè Pequeno evita sempre di parlare della sua vita privata, siete pregati di rispettare la sua privacy" intervenne in mio aiuto guardando quel gruppetto che si era girato verso di me. 

"Quindi niente di serio?" il registratore della tipa, che ora mi stava davvero urtando i nervi, era ancora puntato contro di me pronto ad immortalare le mie risposte. 

"Sappiamo tutti che sei conosciuto principalmente per le tue avvenutre di una notte e le storielle da niente" la guardai e pensai che fosse l'occasione giusta per dire la verità. Dirle che avevo una donna con cui passavo tutte le notti, che viaggiava con me negli aerei privati, che desideravo più di ogni altra cosa e che era con lei che scopavo ovunque e sempre. Potevo dirle che era da più di un anno che non avevo incontri occasionali con tipe di cui non ricordavo nemmeno il nome. Dire la verità, esattamente ciò che Alex avrebbe voluto e che io ancora mi ostinavo a nascondere stupidamente. 

"Vedo già il titolo del mio prossimo articolo: altre notti di fuoco per il rapper dal cuore di pietra Guè Pequeno" mi voltai verso il ragazzo che stava scrivendo esattamente ciò che aveva appena detto ad un suo collega. 

"Basta così" Emilio cercò di fermare la mia risposta, ma non mi trattenni e sputai tutto ciò che, in realtà non avevo in mente in quel momento, per difendermi da quei fottuti pettegolezzi che mi dipingevano come non ero in realtà. 

Hidden - Guè PequenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora