Traumi esistenziali

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È importante che io mi renda conto di come stanno le cose.
La prima situazione traumatica è sempre stata la famiglia. Non ho potuto mai fidarmi di loro, contare sul fatto che mi proteggessero dal mondo, perché è sempre stata la prima situazione di abuso psicologico. Quando ero piccolo, anche fisico. Mia madre provava a picchiarmi, io credevo fosse un gioco, e gliele davo a mia volta. Schiaffi. Niente di che. Ma ci ha provato a picchiarmi. Mio padre, per un caso curioso non mi ha mai picchiato, però rimediava con la violenza psicologica.
Il secondo posto in cui ho trovato situazioni di abuso e bullismo è stata la scuola. Anche dall'asilo, però non ho molti ricordi. E la scuola elementare. C'era una mia compagna di classe, che non perdeva occasione per bullizzarmi. Ma anche in questo caso, non ho molti ricordi. Penso che il periodo peggiore sia stato quello della scuola media. Tralasciando il fatto che non ho potuto frequentare la scuola che volevo.
Mi rendo conto che i traumi vissuti alle medie, per il ragazzino che ero, erano troppo pesanti. E soprattutto, troppi. Solo contro la classe. Non piacevo a nessuno. Quando c'era occasione, stavano tutti contro di me. Ero l'unico ad essere al banco da solo. Più di una volta, una compagna di classe, litigava perché non mi portavo tutti i libri. Io che abito in un paese a 10 km da scuola, che dovevo prendere l'autobus. E lei abitava dietro la scuola. Letteralmente.
Sono sempre stato antipatico a tutti, non facendo niente. In classe, c'era un ragazzino che mi piaceva, che lo sapeva, e che giocava con me. Proprio come farebbe un narcisista.
Nessun ragazzino alle medie mi considerava. Oppure erano già tutti terrorizzati da me. Nessuno aveva interesse per me, o forse lo aveva, ma non me lo dimostrava. Boh.
Alle medie credevo anche di aver trovato delle amiche. Ma ora so che era finto anche quello. Perché quella che stava in classe con me, ogni tanto scappava volentieri via da me, sedendosi al banco con un'altra compagna. Avevo sempre pensato che si sentisse costretta ad accontentare l'altra, invece si sentiva costretta a sedersi vicino a me. È stato strano anche rendermi conto di un'altra cosa.
Sono quel tipo di persona con cui confidare i problemi, raccontare di sé. Ma non sono quel tipo di persona che si vorrebbe frequentare. Come faccio a saperlo?
Mi hanno lasciato spesso da solo. Quando avevano la possibilità, non mi invitavano. È strano questo fatto. Cioè, se volevano parlare di qualcosa, cercavano me.
Ma non sono mai stato considerato la persona con cui uscire.
Forse per questo che la maggior parte delle mie uscite con quelle persone, sono state delle autentiche schifezze. Loro trovavano divertente fare cose idiote. Trovavano interessante parlare di stupidate.
Però, se si trattava di raccontare i propri segreti, complice il mio carattere introverso, ero perfetto.
Ho pensato a questa cosa per un episodio che successe una volta in classe, con quella compagna che spesso scappava via da me.
Durante una lezione, stava leggendo, si fece male ad un dito, iniziò a piangere e non riusciva nemmeno a parlare. L'altra compagna di banco non capiva cosa le succedesse. Allora guardò me, le chiesi se era il dito, e spiegai alla prof che le faceva male. Mentre l'altra non sapeva niente.
Adesso, so solo che non so come mi sento, cosa provo. Forse sarei dovuto essere quello che approfittava dei segreti altrui, per avere potere su di loro? Non sono fatto così.
Per non parlare degli insegnanti.
Con gli altri studenti non lo so, ma verso di me, non avevano interesse.
Forse si interessavano solo agli studenti che prendevano voti alti. Probabilmente, visto il sistema di competitività che c'è.
Non mi impegnavo molto, perché notavo che non si interessavano, anche per le difficoltà che avevo.
Tra bullismo dei compagni, nessun interesse sentimentale manifestato, indifferenza degli insegnanti, ho voluto dimenticare. Però ho dimenticato anche quel poco che studiavo, quello che avevo imparato.
Voglio ritrovare quei ricordi. Perché ho bisogno di capire. Di ricordare chi ero veramente a scuola, non come mi vedevano gli altri. Sono stanco di vedermi attraverso le proiezioni altrui.
Rivoglio la mia prospettiva.

Narcisismo: Racconti Di SopravvivenzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora