Perdite

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Ho perso tanto in questi anni.
Ho perso quei rapporti che credevo amicizie. Perché per me è importante, fondamentale, inviolabile.
Sono stato abbandonato praticamente da chiunque.
Ho perso tutto, e ho perso anche me stesso.
Si, dicono che succede a tutti, almeno una volta nella vita. Vero.
Può succedere alcune volte negli anni.
Ma se in 30 anni si ripete sempre lo stesso meccanismo, non è normale.
Nessuno ha mai voluto vedere quello che stavo vivendo, nessuno ha mai voluto riconoscere cosa significasse per me, perdere le persone, essere abbandonato, nessuno ha mai voluto dare valore al dolore che stavo sentendo.
Quindi ho perso sia quei rapporti che ritenevo importanti, ma anche la possibilità di elaborare, riconoscere, affrontare e celebrare quello che avevo perso.
Quel vuoto che ogni persona mi lasciava. E tutto questo dolore, mettendoci un velo davanti, è sempre rimasto lì.
Mi sono obbligato a girarmi, a guardare da un'altra parte, perché mi hanno convinto che è così che si fa. No. Non è vero.
Se gli altri vogliono ignorare ciò che provano, che vivono, non significa che sia la via universale per chiunque.
Mi sono convinto, e pure costretto ad ignorare le perdite, il dolore di essere stato abbandonato per anni. E ho sbagliato. Ho solo creato un buco nero dentro di me, che mi fa stare male ogni giorno, ogni volta che le persone non mi cercano per qualche ora, un giorno, perché ho sempre il terrore che decidano di abbandonarmi, all'improvviso.
E nella paura di perdere il rapporto e la presenza con l'altra persona, ho perso l'orientamento.
Ho perso me stesso.
Mi sono perso dopo ogni abbandono. Soprattutto perché mi facevano credere che era colpa mia.
Cosa c'è di peggio di perdere le persone, di essere abbandonati?
Di essere ritenuti colpevoli, perché se ti abbandonano, sicuramente è colpa tua. Fai qualcosa di sbagliato, altrimenti non andavano via.
No.
Come mi sento? Come se dentro di me ci fosse un cimitero.
Le tombe di ogni rapporto perso.
E delle parti di me che ne facevano parte.
Ho perso il doppio. Il triplo.
Solo il dolore mi è rimasto dentro.
È arrivato il momento di lasciare scorrere questo dolore, come scorre il sangue nelle vene. Come la pioggia innaffia la terra. Come il vento scuote le foglie secche dai rami.
Non voglio più ignorarti.
Voglio lasciarti fluire, seguire il corso che seguono le emozioni.

Narcisismo: Racconti Di SopravvivenzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora