Scatola nera

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"Come sta?"

Daphne stava uscendo dalla stanza di Annabel.
La ragazza era stata a letto per il resto della settimana, obbligata a forza dalla bionda.

Se fosse stato per Annabel, si sarebbe alzata dal letto per andare a lezione, il giorno dopo la tortura di suo padre. Era testarda e solo una lettera minacciatoria della McGranitt, alla quale era stato detto che la ragazza aveva una brutta varicella, l'aveva convinta a stare ferma a letto fino ad almeno venerdì.

Da quel giorno Draco e Daphne non avevano più parlato, ma la ragazza si era accorta di come il ragazzo alla notte si intrufolasse nella loro stanza e stava ore davanti al letto di Annabel.

Ancora una volta non era riuscita a farlo allontanare da lei.

Teneva per tutto il tempo la bacchetta stretta sotto le coperte e con gli occhi socchiusi osservava ogni movimento del biondo, come se si aspettasse che in un qualsiasi momento avesse potuto farle del male. Ma nonostante quella vocina nella sua testa che le diceva di farlo scomparire, di farlo allontanare una volta per tutte dalla sua migliore amica, non ci riusciva.

Si comportava in modo strano, senza un filo logico. Le aveva detto che non l'amava, che era come tutte le altre, ma era stato il primo che si era fiondato a vedere come stava, appena aveva sentito l'odore del pericolo.

Se non fosse stato per lui, Annabel a quell'ora sarebbe probilmente passata a miglior vita e anche se, lo voleva odiare, non poteva fare a meno di ringraziarlo.

Fuori sorrideva, parlava con i suoi amici trogloditi e faceva finta di niente, ma Daphne vedeva come tornava serio e come si incantasse ad osservare il vuoto ogni volta che qualcuno non lo guardava.

Non si erano più parlati da quel giorno, fino a quel momento.

Era appoggiato alla colonna davanti alla porta della loro stanza, dove molto spesso in quei giorni lo aveva trovato e aveva fatto finta di niente, ma mai, mai le aveva parlato. Forse perchè aveva paura della sua reazione, o forse perchè lui stesso non si sentiva degno di poter chiedere anche solo come stesse la ragazza.

"Sta." aveva risposto in un bisbiglio, con i denti stretti, come se stesse ancora tastando il terreno per cercare di capire se si potesse fidare di lui o meno.

Il ragazzo annui, senza avere il coraggio d'alzare lo sguardo su di lei e Daphne lo ringraziò silenziosamente, sicura che non sarebbe riuscita a sostenere quello sguardo.

"L'hai salvata e per questo mi sento in dovere di ringraziarti, ma.... le hai spezzato il cuore."
"Lo so." era stata l'unica cosa che il ragazzo era riuscito a dire, come se non trovasse nemmeno lui delle scusanti, perchè non le aveva. Per una volta il principe delle serpi doveva ammettere a se stesso che aveva sbagliato.

"Per quello che hai visto..."
"Si lo so. Non devo dirlo a nessuno se no la uccide. Lo so... ci sono arrivato."
"Bene... e sappi che non esiterò a-"
"A cancellarmi la memoria se mai dovessi dire quello che ho visto a qualcuno."
"Esatto... e non mi tirerò indietro nemmeno nell'u-"
"Uccidermi se la metto in pericolo. So anche questo."

Daphne squadrò il biondo e non potè fermare un sorriso formarsi nel suo viso.

"Vedo che Blaise è arrivato prima di me."

Draco annuì e il suo volto cupo si illuminò per qualche secondo con un sorriso.

Rimasero così, in silenzio, per qualche minuto. Finchè Daphne non riuscì a trattenersi.
La curiosità era troppa per fermarla.

"Draco perché lo hai fatto? Perché le hai detto quelle stronzate?" Chiese cercando di intercettare il suo sguardo, che però teneva saldo sulle sue scarpe.
"Erano la verità..."

Con gli occhi facevano l'amore|| Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora